Perché studiare retorica?
È una bella domanda, con più risposte.
In breve: studiare retorica o l’arte del discorso efficace serve per:
- catturare l’attenzione dell’interlocutore
- orientare le sue opinioni
- allontanare l’uditorio da ciò che riteniamo nocivo, ingiusto e inestetico
- indirizzarlo verso ciò che crediamo utile, giusto e bello
Non c’è nulla di più nobile che riuscire a catturare l’attenzione delle persone con la parola, indirizzare le loro opinioni, distoglierle da ciò che riteniamo sbagliato e condurle verso ciò che apprezziamo.
Cicerone
Perché studiare retorica: la mia risposta, in sette punti.
Cominciamo.
Studiare retorica serve per conquistare il mondo
Ti induce a vederlo in una nuova luce, il mondo.
La retorica esplora l’animo umano, i rapporti con gli altri e ci mette a disposizione strumenti e strategie discorsive per imparare ad esprimerci con eloquenza, a conquistare le persone e a guidare i loro sentimenti, con le parole.
Il consenso, le conversazioni di qualità e le argomentazioni solide portano il marchio retorico.
Alchimia di pensieri, parole e azioni, la retorica regola e guida il nostro comportamento nel contesto sociale. E ci aiuta a conquistare noi stessi e il mondo, discorsivamente parlando.
L’incontro ravvicinato con la retorica è stato sbalorditivo. L’antica Signora della Parola mi ha spalancato le finestre verso una migliore comprensione delle emozioni, mie e delle persone attorno a me. Mi ha stimolato a rivedere e aggiustare abitudini e comportamenti.
Se oggi non fumo più è anche grazie all’incontro illuminante con la retorica. Era in gioco il mio Ethos.
Se sono diventato maggiormente consapevole delle mie emozioni è anche grazie alla scoperta di Pathos nella Retorica aristotelica.
E se oggi faccio molta più attenzione alle trappole del pensiero, i cosidetti bias cognitivi, è anche merito di Logos.
Considero la retorica il Chilometro 0 della Comunicazione e un’imprescindibile punto di partenza per un proficuo percorso di crescita e trasformazione personale e professionale.
La più antica scienza della comunicazione, attuale oggi come tre millenni addietro, offre gli strumenti per imparare la fondamentale arte del parlare con arte.
Vogliono imparare a parlare senza cambiare la loro vita. E a quelli che vogliono cambiare non viene in mente di cominciare parlando.
Sten Nadolny
L’affascinante Signora della Parola sta, quindi, benone: splende oggi come ai tempi dell’antica Atene.
In sua compagnia, le idee, il dialogo, i dibattiti, i confronti, persino i litigi hanno un sapore diverso.
La retorica, quella genuina, nobilita la parola e le relazioni che contano.
Studiare retorica serve per riflettere sulla felicità, anche se …
Buddha è stato chiaro: non c’è alcuna via che porti alla felicità. La felicità È la via.
Lo disse molti anni fa e non si mette in discussione la saggezza millenaria di un Dio.
Ma alla felicità possiamo guardare anche da un punto di vista meno metafisico e più retorico: ciò che diciamo, pensiamo e facciamo, lo diciamo, lo pensiamo e lo facciamo per persuadere o dissuadere. Noi stessi e coloro che ci stanno a cuore.
Quando, a casa, vuoi iniziare finalmente la dieta che da tempo posticipi per fare pace con i tuoi sensi di colpa pronti ad azzannarti alla prima prova costume, o quando in azienda vuoi ottenere l’ambita promozione, o, ancora, quando la tua dolce metà pensa di sborsare 1.399 euri giusti giusti per raggiungere l’eccellenza linguistica in 3 giorni, hai solo una cosa da fare: persuadere o dissuadere.
E che c’entra la retorica con la felicità?
C’entra.
Intorno alla felicità e alle azioni che a essa conducono e a quella a essa contrarie, che ruotano tutti i tentativi di persuadere e dissuadere.
Aristotele
Vuoi contraddirlo ? …
Quando decidi di allenarti, discorsivamente parlando, puoi portare la tua graziosa dolce metà dalla tua parte, spiegandole che per raggiungere l’eccellenza linguistica, un corso e tre giorni NON bastano.
Ci vogliono molti di più. Oltre a disciplina, determinazione e costante allenamento. Che poi sono gli stessi ingredienti necessari per seguire quella dieta perennemente posticipata o per andare in palestra.
A proposito: a volte uso la metafora Palestra delle Parole per riferirmi all’importante ruolo di allenatore discorsivo che assumiamo alla nascita dei nostri e delle nostre juniors.
Come i muscoli che stiamo allenando nella consueta palestra per mantenerci in ottima forma fisica, anche i nostri muscoli discorsivi meritano uguale attenzione.
Hanno bisogno di allenamento regolare tanto quanto i nostri pettorali e i nostri glutei.
Nella sezione Articoli di questo sito trovi tutto ciò che ti occorre per allenare con costanza i tuoi muscoli discorsivi: esempi pratici e ispirazione, stimoli, strategie e molti risorse per intraprendere il tuo percorso di crescita e trasformazione personale e professionale.
Ti suggerisco perciò di salvarlo tra i tuoi migliori Preferiti 😉
Torniamo alla retorica, senza essere retorici.
Mens sana in corpore sano (Una mente sana in un corpo sano) dicevano nell’antica Roma ed oggi la scienza conferma ampiamente la stretta correlazione tra performance cognitive e attività fisica.
Per esempio, una ricerca condotta alcuni anni fa all’Università di Illinois e pubblicata su Journal of Sport & Exercise Psychology ha dimostrato che gli studenti fisicamente attivi sono più attenti durante le lezioni rispetto ai compagni più sedentari.
Nessun motivo per cui la salute del corpo prevalga sulla cura dello spirito. Ergo … continuiamo ad allenare, con costanza, muscoli discorsivi, pettorali, glutei e tutto il resto.
Sapere i fondamenti della retorica aiuta a governare meglio la propria vita
3 is a magic number, giusto?
Risale al mondo antico la tripartizione retorica Ethos, Pathos e Logos, i tuoi migliori alleati retorici quando decidi di sedurre l’interlocutore e creare consenso con l’aiuto del discorso.
Funziona così: mentre il cervello analizza i fatti con l’aiuto di Logos, la pancia esegue il test di affidabilità dell’interlocutore con il supporto di Ethos e il cuore accende le passioni con Pathos.
Insieme rendono la retorica l’arte di assoluta importanza quotidiana, indispensabile per chi sceglie di governare al meglio la propria vita a casa, a scuola e in azienda.
Conoscere la retorica serve per raggiungere traguardi audaci
La vita è fatta di piccoli passi sui sentieri che ci portano ai grandi obiettivi.
Porsi un obiettivo, però, non basta. Centrarlo è ciò che fa la differenza.
E per fare la differenza servono:
- consapevolezza e spirito propositivo
- muscoli discorsivi ben allenati per essere assertivo
- un’accurata gestione delle emozioni
- una visione ancorata nel presente e focalizzata sul futuro
E consenso, tuo, che non è scontato, e di coloro che ti stanno a cuore.
Haim Shapira racconta ne La felicità e altre piccole cose di assoluta importanza il suo viaggio nella Valle delle Grandi Domande e dice: “Non rinunciare ai piaceri della vita”, riproponendo, in chiave edonica, il passaggio biblico “Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza.”
Che cosa fa l’autore?
Buon uso del futuro, in chiave retorica: ci sprona ad applicarci con entusiasmo a tutto ciò che facciamo.
Con la retorica impariamo a coltivare relazioni che contano
Aristotele lo diceva a modo suo: “si devono fare le cose che procurano la felicità o una delle sue parti, o che l’accrescono invece di diminuirla, mentre non si devono fare quelle che la corrompono o ostacolano o producono il contrario.“
La retorica ci insegna ad amare le parole, a rispettarle e a rispettare noi stessi e i nostri interlocutori, ad entrare in sintonia con i nostri simili e a guardare al futuro con ottimismo.
Sintonia linguistica ed emotiva, rispetto e ottimismo sono i pilastri su cui poggiano le relazioni, quelle che contano: gratificanti e stimolanti.
Studiare retorica aiuta a vendere di più
Il sogno di ogni commerciale, vero?
Anzi, di tutti noi, diciamolo. E anche se non lo diciamo, è così: il mondo progredisce a suon di vendite di prodotti e di servizi, di idee e di sogni.
Di parole promesse, in definitiva, e solo a volte mantenute.
Ebbene, la retorica ci insegna come suscitare interesse attorno a un prodotto, a un servizio, a un marchio, a un’idea.
Le figure retoriche stimolano la creatività e ci aiutano a mostrare e dimostrare le virtù di un prodotto, di un servizio, di un marchio, di un’idea.
Con la retorica impariamo come valorizzare il giusto mix di strumenti retorici per personalizzare il messaggio a seconda dell’interlocutore, delle sue emozioni, dei suoi valori e dei suoi interessi. E a tenere conto del contesto fisico, simbolico e culturale in cui il racconto si sviluppa.
Si chiama storytelling: guarda questa scena tratta da una famosa serie televisiva, ne è davvero un brillante esempio.
La retorica, per divertire e divertirsi, con le parole
Serio non è l’opposto di divertente, pertanto possiamo divertirci rimanendo seri con l’aiuto delle parole, la materia prima del discorso.
Guarda una figura retorica in tutto il suo splendore.
Si chiama equivoco (aequivocatio, per gli amici puristi), trae la sua forza dal significato originario di uguale chiamata ed è molto gettonata nella recitazione comica.
Ecco un esempio tratto dai discorsi alefranziani, da cappottarsi dalle risate 😉
Franz: Mi tolga una curiosità: ma il capriolo, le capriole le sta facendo anche ora?
Ale: No, adesso si è stufato.
F: Con la polenta?
A: Cosa?
F: Il capriolo. Stufato con la polenta?
A: Senta un po’, è un cane!
F: Stufato con la polenta? Eh, che schifo! …
Per una sana risata guarda qui, trovi il dialogo al min. 54.51.
Buona retorica,
Lucian
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