Che cosa hanno in comune due CEO e un famoso brand
Che cosa hanno in comune due rinomati CEO, Sergio Marchionne e Marissa Mayer, e il famoso brand Nespresso?
In una parola: credibilità.
La retorica mostra come proiettare una luce positiva sulla propria vita.
Jay Heinrichs
Aristotele disse ai suoi contemporanei: “le argomentazioni offerte per mezzo del discorso sono di tre specie: le prime dipendono dal carattere, le seconde dalla possibilità di predisporre l’ascoltatore in un dato modo, le ultime dal discorso stesso in quanto dimostra o sembra dimostrare qualcosa.”
La citazione ci porta dritti al punto.
Il primo dei 3 magnifici strumenti retorici è l’Ethos: l’argomento fondato sul carattere, il modo come ti poni e come gli altri ti percepiscono.
Questione di decorum direbbero gli antichi romani. Questione di look diciamo oggi.
Lo stile personale, per intenderci, è la base della tua credibilità.
Ancora Aristotele: “la persuasione si realizza per mezzo del carattere quando il discorso sia fatto in modo da rendere credibile l’oratore: noi infatti crediamo alle persone affidabili in misura maggiore (…) Il carattere rappresenta l’argomentazione più forte.”
Ethos, come lo conosciamo oggi, è più di quello che pensava Il Maestro quando si applicò alla stesura della sua Retorica.
Isocrate e Cicerone lo arricchirono di significato: non più solo carattere “che deve risultare proprio dal discorso”, come lasciava intendere Aristotele, ma anche carattere che deriva dalle qualità morali del locutore, tipo saper fare e buona reputazione.
In origine, Ethos designava il “posto da vivere”, poi Aristotele e le generazioni postume lo declinarono fino a portarlo al significato di oggi: il carattere di colui che parla.
È l’abilità del locutore di sintonizzarsi con le aspettative dell’interlocutore.

L’Ethos di Marchionne, Mayer e Nespresso
Per sommi capi, l’Ethos del terzo millennio è fatto di:
- Competenza
- Reputazione
- Onestà
- Fiducia
L’insieme di queste quattro qualità fanno di te una persona per bene, bella da sentire e affidabile.
Vediamole più in dettaglio.
Competenza
È quando colui che parla (di)mostra competenza sull’argomento che affronta.
Ad esempio, Sergio Marchionne fu un importante dirigente aziendale, uno tosto, con un sacco di illustri incarichi conosciuto per aver salvato una grande azienda italiana dal tracollo e per il suo abbigliamento informale.
Dicono che Marissa Mayer sia altrettanto tosta. Una prestigiosa rivista la considerava la 35-esima self-made woman negli SUA. È stata CEO di Yahoo dal 2012 al 2017, anni in cui è diventata anche mamma di 3 figli.
Quando loro parlavano, gli altri facevano quello che si fa davanti a quelli tosti: tacevano e ascoltavano. Loro, di credibilità, ne avevano in abbondanza.
Tu non ci credi che si possa lavorare 130 ore a settimana? Marissa Mayer, invece, sì. (qui, in italiano).
Ok, forse l’esempio non è il più azzeccato, ma ci siamo capiti: l’uditorio è più predisposto ad ascoltare se sa di avere di fronte una persona altamente competente sull’argomento di cui parla e nella vita di tutti giorni.
Certo, non tutti ci chiamiamo Marchionne o Mayer, tutti però possiamo coltivare il nostro Ethos diventando molto competenti in ciò che facciamo.
Reputazione
È come gli altri ti considerano.
Prima (di)mostri di essere bravo in ciò che fai e poi ti guadagni la stima delle persone, dando così forma alla tua reputazione.
Aristotele, per dire, godeva di una solida reputazione, essendo molto bravo in tante cose, come la retorica, la filosofia e la logica.
Per la sua bravura, fu assunto come precettore di Alessandro Magno e la sua reputazione schizzo alle stelle.
Onestà
È come dici quello che fai e come fai ciò che dici.
Con rispetto, s’intende, nei confronti della tua persona e nei confronti delle persone a cui ti rivolgi.
Non dici quello che ti pare, tipo frasi cut&paste dal web, ma citi fonti affidabili e ricerche compiute a proposito dell’argomento di cui parli.
Per allinearti o prendere le distanze da qualcosa o qualcuno.
Ti faccio un esempio: non ti dico io che diversi studi hanno dimostrato che un bambino impara gradualmente a controllare da sé situazioni di incertezza se i genitori non si precipitano a prenderlo in braccio e a consolarlo a ogni turbamento.
Cioè te lo dico io, sì, ma citando le autorevoli ricerche di Daniel Goleman presenti nel suo Intelligenza emotiva.
L’onestà ci guadagna. Anche il mio Ethos 😉
Fiducia
Completa il full la fiducia e insieme alla competenza, alla reputazione e all’onestà rende Ethos ciò che è: l’abito invisibile che indossiamo nella società.
Le persone si lasciano ispirare se e quando ispiri fiducia.
Di Marchionne, i suoi dipendenti sui due continenti si fidavano e lo seguivano. Così fu anche per Mayer, nonostante le sue incredibili 130 lavorative a settimana.
L’Ethos nella vita quotidiana
L’Ethos è una componente fondamentale del nostro essere ed è presente in tutte le situazioni della vita quotidiana.
Anche nella pubblicità lo troviamo, tipo, nei testimonial.
Funziona così: un tipo/tipa diventa la garanzia di un prodotto al quale trasferisce implicitamente tutte le sue qualità. Ne risulta un prodotto ricco di altrettante qualità.
Credibile, in altre parole.
Hai dei dubbi? Ecco un bel esempio, per allontanarli 😉
Il tuo Ethos influisce il contesto così come il contesto ne risente della sua presenza.
Voilà un Formidable clip musicale di un cantante celeberrimo in Belgio, il suo Paese. Decise di andare in una piazza, una mattina piovosa, per esibirsi con una delle sue più famose canzoni. A giudicare dal video, lontano dal palco nessuno lo considerò.
Altrettanto significativo fu l’esperimento realizzato con il contributo di Joshua Bell, un violinista americano conosciuto in tutto il mondo.
Ne risultò un video, dal titolo eloquente: Cosa Aristotele e Joshua Bell possono insegnarci sulla persuasione.
Joshua comprese meglio il mondo, ma il suo Ethos ne uscì a pezzi.
Un ultimo esempio, in conclusione.
Tu, ai tuoi juniors, non parli come parli ai tuoi collaboratori. Non ti ascolterebbero. Neanche loro ti parlano come ai loro amici. Non li ascolteresti.
Decontestualizzati, i messaggi rischiano di stridere all’orecchio di chi ascolta.
Tu ci tieni al tuo Ethos, i tuoi figli, anche.
Per concludere: Ethos è ciò che dona credibilità al tuo modo di essere e fare, è il carattere che assumi come locutore nel tentativo di conquistare l’attenzione del tuo interlocutore.
È un aspetto fondamentale della nostra quotidianità ed è indispensabile coltivarlo e adattarlo al contesto per ispirare, con stile, l’uditorio, e predisporlo, oltre che all’ascolto, all’azione.
Attraverso l’arte millenaria della parola, sai adesso come mostrare un Ethos da urlo. Con la tua credibilità hai, sì, l’interlocutore in pugno, ma solo per un terzo. Per gli altri due, devi ancora lavorarci.
Nei prossimi articoli ti presenterò altri due magnifici strumenti retorici: Pathos e Logos.
Per ora è tutto, ci rileggiamo presto.
Lucian
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Foto di copertina: Sergio Marchionne photo by, or sourced by Archivio Perini e Marissa Mayer al World Economic Forum