L’arte del discorso efficace

Aggiornato: 1 Marzo 2023

L'arte del discorso efficace

La retorica è l’arte del discorso efficace

La retorica è l’arte del discorso efficace, di assoluta importanza quotidiana per la nostra crescita personale e professionale.

È quello che ho pensato quando ho finito uno dei più bei libri che io abbia letto negli ultimi anni: La felicità e altre piccole cose di assoluta importanza.

Inizia così, citando Aristotele: “la felicità è il significato e lo scopo della vita, l’obiettivo e il fine ultimo dell’esistenza umana”. Per questo motivo, l’autore si è guadagnato la mia più sincera ammirazione.

Il libro è un meraviglioso scrigno di idee riguardo alla felicità. L’autore menziona molti dei pilastri della storia dell’Umanità tra cui il re Salomone, Platone, Tolstoj, Tagore, Kierkegaard e Aristotele, ma anche illustri personaggi di indimenticabili storie come Piccolo Principe, Alice nel Paese delle meraviglie, Winnie the Pooh.

Tutti hanno avuto qualcosa da dire e, più delle volte, da ridire sulla felicità.

Definiamo felicità una condotta positiva di vita unita alla virtù.

Aristotele

L’autore è uno scrittore che, per i suoi molteplici interessi, ricorda Emilie Wapnick nel suo TED talk dal titolo Perché alcuni di noi non hanno una vera vocazione.

Il suo nome è Haim Shapira ed è un autentico multipotenziale: studia la matematica, ama i giochi di parole, suona il pianoforte, scrive con … marcate tendenze filosofiche. Vive in Israele.

La lettura scorre fluidamente proprio perché, a differenza di tanti altri libri sull’argomento, non offre ricette preconfezionate per raggiungere la felicità. Parafrasando l’autore, la sua è una buona lettura perché spalanca la mente alle domande, non la chiude, soffocandola di risposte.

Quando ho finito il libro di Shapira mi sono riletto alcuni brani della Retorica. Eccone uno, rilevante: “Intorno alla felicità e alle azioni che a essa conducono e a quella a essa contrarie, che ruotano tutti i tentativi di persuadere e dissuadere”.

Il Maestro Aristotele aggiunge: “si devono fare le cose che procurano la felicità o una delle sue parti, o che l’accrescono invece di diminuirla, mentre non si devono fare quelle che la corrompono o ostacolano o producono il contrario.”

Hai letto bene: ogni volta che persuadi o dissuadi qualcuno, altro non fai che un tentativo audace di raggiungere la felicità. Ci hai mai pensato, allora, che una di quelle “cose di assoluta importanza” come la retorica può aiutarti nella tua ricerca della felicità?

L'arte del discorso efficace, retorica e felicità

Tutti i giorni ci impegnamo tanto a persuadere o dissuadere qualcuno: parenti, colleghi, amici. E tutti i discorsi che facciamo nella vita di tutti i giorni si riferiscono a eventi passati, presenti o futuri.

Aristotele, che è anche il primo sistematore dell’arte del discorso efficace, notava che a seconda del tempo a cui facciamo riferimento, i discorsi sono essenzialmente di tre generi: deliberativo, giudiziario ed epidittico.

Dice, per inciso: “Ognuno di questi generi ha un fine differente, ed essendo tre i generi, tre sono anche i fini.”

In altre parole, quando comunichiamo a casa, a scuola, in azienda e più in generale nella vita, facciamo questo:

  1. Consigliamo l’utile o sconsigliamo l’inutile e per questo usiamo il discorso deliberativo
  2. Sosteniamo il giusto o, al contrario, contestiamo l’ingiusto impiegando il discorso giudiziario
  3. Approviamo il bello o disapproviamo il brutto con l’aiuto del discorso epidittico

Vediamoli in ordine e in dettaglio, i tre generi del discorso efficace:

L’arte del discorso deliberativo: quando consigliamo l’utile e sconsigliamo l’inutile

Quando la tua intenzione è di dissuadere i tuoi juniors, un parente vicino o lontano, il collega in ufficio o l’amico al bar, parli sempre in relazione al futuro. Il futuro è il tempo specifico per chi consiglia o sconsiglia.

Ecco un esempio.

Quando Shapira racconta nel suo libro il viaggio nella Valle delle Grandi Domande e dice: “Non rinunciare ai piaceri della vita”, riproponendo in chiave edonica il passaggio biblico “Tutto ciò che la tua mano è in grado di fare, fallo con tutta la tua forza” che cosa fa?

Esatto: esorta, e ora sappiamo che impiega la retorica deliberativa, per dirla con Aristotele, per spronarti a mettere le mani in pasta, con tutte le tue energie.

Il discorso giudiziario: quando sostieni il giusto o, al contrario, contesti l’ingiusto

No, non serve andare in tribunale o interpellare un avvocato per impiegare il discorso giudiziario.

Vediamo come funziona.

Ti è capitato di sostenere una causa, vero? Ecco, quando sostieni una tua causa ti riferisci a un evento passato, ed è proprio in relazione a un evento già trascorso che uno accusa e l’altro difende.

Un esempio concreto, dal mondo del cinema: nel film The Blind Side, ispirato alla storia vera del giocatore di football americano Michael Ower, c’è una scena significativa in cui durante un pranzo con le amiche, Sandra Bullock difende argutamente il suo operato:

Sentite, ecco come stanno le cose. Non mi serve che approviate le mie decisioni, ok? Ma vi chiedo di rispettarle. Non avete idea di che cosa ha passato questo ragazzo. E se la cosa diventerà una costante diatriba posso andare a mangiarmi un’insalata dal prezzo esorbitante più vicino a casa.

Che cosa fa Bullock, nel film Leigh Anne Tuohy?

Esatto, usa il discorso giudiziario per difendere il giusto delle sue azioni davanti a una platea composta dalle sue amiche che, invece di gustarsi il pranzo in buona compagna, mettono in discussione ciò che lei ha fatto e sta facendo.

L’arte del discorso epidittico: quando approvi il bello o disapprovi il brutto

Anche a te sarà capitato di lodare o biasimare qualcuno o qualcosa, vero? Che hai fatto?

Hai usato il tempo presente e il discorso epidittico. Il presente è il tempo del terzo genere di discorso illustrato da Aristotele. Naturalmente, ciò non impedisce di rievocare il passato o di prefigurare il futuro.

Martin Seligman, il fondatore della psicologia positiva, nel suo intervento al TED intitolato La nuova era della psicologia positiva, elogia la ricerca del piacere, dell’impegno e del significato della vita e li considera i veri motori della “soddisfazione di vivere”.

Lodare la ricerca del piacere, dell’impegno e del significato della vita è il suo invito a spalancare la mente alle domande, rifiutando di soffocarla di risposte. Questo è un discorso epidittico.

La retorica è la meravigliosa arte del discorso efficace, di assoluta importanza quotidiana, a portata di tutti a casa, a scuola, in azienda, nella vita.

Abbiamo il diritto e il dovere morale di fare e condividere ciò che ci procura la felicità, o parte di essa. Ciò che l’accresce, invece che diminuirla.

Teniamolo a mente.

Se no, che siamo nati a fare, eh? 😉

A presto,

Lucian

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