Convinzioni limitanti: come cambiarle

Aggiornato: 24 Luglio 2023

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Convinzioni limitanti: come cambiarle

Iniziamo con una citazione attribuita a Rhonda Byrne:

Una convinzione è un’affermazione che nasce da un verdetto che hai emesso: spranghi la porta, butti via la chiave e non lasci posto ad alcuna trattativa.

Rhonda Byrne

… e con una storia …

C’era una volta un bambino appassionato di circo. Guardato con i suoi occhi, il circo rappresenta un posto speciale: un luogo magico, incantevole, con tanti animali, acrobati e pagliacci che rendono straordinario lo spettacolo circense.

Il bambino guardava tutti con molta curiosità. Gli animali però erano quelli che suscitavano la sua più grande meraviglia.

Tra di essi ce n’era uno che lo incuriosiva davvero tanto. Era l’elefante, un animale imponente per la sua forza fisica, il suo peso e la sua grandezza.

Durante gli spettacoli quel bestione faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune.

Dopo il suo numero, e fino a un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato a un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle grosse zampe.

Il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri.

Anche se la catena era grossa e forte, al bambino pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.

Perché non lo faceva era davvero un bel mistero.

Che cosa lo teneva legato? Perché non scappava? si chiedeva il bambino.

Ancora fiducioso nella saggezza dei grandi, pose loro queste domande. Qualcuno gli spiegò che l’elefante non scappava perché era ammaestrato.

Allora ribatté: Se è ammaestrato, perché lo incatenano?

Nessuno fu in grado di dargli una risposta coerente.

Poi, un giorno, non senza sorpresa, scoprì che qualcuno era stato abbastanza saggio da trovare la risposta giusta: l’elefante del circo non scappava perché era stato legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.

A quel punto chiuse gli occhi e immaginò l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto.

Lo vide provando a spingere, a tirare e sudare mentre tentava di liberarsi. Nonostante gli sforzi non ci riuscì, il paletto era troppo saldo per lui.

Continuò a immaginarlo addormentandosi sfinito e il giorno dopo provarci di nuovo, e così il giorno dopo e quello dopo ancora.

Finché un terribile giorno per la sua storia, l’elefante accettò l’impotenza rassegnandosi al proprio destino.

L’elefante enorme e possente non scappa perché crede di non potercela fare.

Gli è rimasto inciso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita.

Non è mai più tornato seriamente su quel ricordo, è questo è davvero triste. Non ha mai più messo alla prova la sua imponente forza.

La storia dell’elefante incatenato, nella sua semplicità e drammaticità, parla a ciascuno di noi.

Per evitare di andare sui sentieri della vita come l’elefante di questa storia vediamo più da vicino un meccanismo psicologico in grado di far nascere non pochi condizionamenti negativi nella nostra mente.

Si chiama impotenza acquisita o impotenza appresa ed è un processo di sfiducia e demotivazione che ci spinge ad arrenderci quando riteniamo che un evento negativo sia inevitabile.

È un concetto espresso per la prima volta dallo psicologo americano Martin Seligman.

In altre parole: una volta che apprendiamo di non poter fare nulla per controllare o migliorare una determinata situazione, tendiamo a non provarci nemmeno.

La catena delle convinzioni limitanti: come spezzarla

Il meccanismo psicologico dell’impotenza acquisita genera la catena delle convinzioni limitanti. Come spezzarla?

Si sa: la reazione di ciascuno di noi dipende da come interpretiamo gli eventi.

Ecco, quindi, 3 azioni incisive da compiere a partire da oggi stesso:

Scrivere i pensieri limitanti

Metti per iscritto i pensieri limitanti che spesso ti tornano in mente, ti aiuterà a diventare più consapevole e a trovare risposte a domande dirette, tipo:

Cosa mi spaventa?

Che cosa mi impedisce di …?

Perché la penso in questo modo?

Usa la forza delle parole

Usa la forza delle parole e riformula le tue convinzioni limitanti.

Invece che continuare a ripeterti:

È inutile provarci tanto non serve a niente

Tanto non ce la faccio, a cosa serve provarci?

e altre variazioni sul tema, pensa

Questa volta è andata così, la prossima mi posso impegnare di più e farò meglio

Un altro esempio: a che serve ripetersi che

La vita è solo una questione di c*%*o

quando lo stesso pensiero invertito può diventare:

La vita è solo una questione di scelte

Un evento negativo: temporaneo e specifico

Considera un evento negativo come temporaneo e specifico: non è detto che in futuro si riproporrà la stessa situazione nello stesso contesto.

Questa è una modalità di pensiero che funziona da potente scudo contro gli eventi negativi.

Naturalmente, non possiamo fare tutto ciò che ci passa per la testa, ma con buone probabilità possiamo fare molto più di quanto pensiamo di esserne capaci.

Se solo decidessimo di spezzare la catena delle convinzioni limitanti e levarci di dosso quel senso di impotenza acquisita.

Un abbraccio,

Lucian

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