Come guadagnare consenso
Guadagnare consenso: consigli ispirati dalla più antica scienza della comunicazione, la retorica, quella genuina.
Fino a che non avete imparato a essere tollerante con chi non è sempre d’accordo con voi; fino a quando non avrai prima coltivato l’abitudine di dire qualche parola gentile a quelli che non ammiri; fino a quando non avrai l’abitudine di cercare il bene invece del male negli altri, non avrai né successo né felicità.
Napoleon Hill
Per riferirci al consenso, spesso ultilizziamo parole quali assenso, accordo, adesione, sintonia.
Consenso: definizioni
Riporto qui, per i più scrupolosi, qualche definizione della parola consenso.
Lo Zingarelli cartaceo dice: “approvazione, appoggio, favore”, ma anche “concordia di volontà, giudizi, sentimenti e simili, o accordo su un punto specifico fra due o più persone”, “assenso, benestare, permesso”.
L’enciclopedia Treccani on line presenta dettagliatamente il consenso: “un principio costitutivo dell’ordine sociale” e “un fattore di equilibrio e coesione”. Ne sottolinea, inoltre, il carattere fondamentale di risorsa per il sistema sociale “concepito come omeostasi, ossia come stabilità e armonia sociale in cui sono essenziali le funzioni di risposta o reazione e di adattamento rispetto a tutto ciò che può costituire turbamento e scompenso.”
Ok, la lezione di sociologia è finita 😉
In cerca di consenso
Ovunque noi siamo, fisicamente e mentalmente, lo siamo perché spinti da questa molla profonda del nostro essere: il desiderio di avere il consenso degli altri. È una ricerca che mira all’armonia tra il nostro universo interiore e il mondo esterno.
Cerchiamo il consenso nelle relazioni che costruiamo, negli spazi che esploriamo, nei film che guardiamo. Nei libri che leggiamo, nelle conversazioni che facciamo, negli obiettivi che ci poniamo.
Abbandoniamo, invece, relazioni, spazi, libri, film e tutto il resto quando all’armonia si oppone il contrasto, il disaccordo, la divergenza.
Quando il dissapore urta la sintonia.
Il consenso è una cosa molto seria e si conquista con impegno, esercizio e strategia.
Non per ultimo, ci vuole la compagnia della splendida Signora della Parola, affascinante ora, come tre millenni fa. Ci vuole, quindi, l’arte del parlare con arte.
La retorica: la splendida Signora della Parola
La retorica: la splendida Signora della Parola ha tremila anni e sta benissimo.
La retorica esiste “là dove il fine è la persuasione, cioè il raggiungimento di un consenso ottenuto per vie pacifiche, graduali, facendo presa su tutte le facoltà della controparte: non solo l’intelletto, ma anche la volontà e la sensibilità”.
Lo disse più di 50 anni fa Chaïm Perelman che alla retorica dedicò la sua vita e un bel libro che scrisse insieme a Lucilla Olbrechts-Tyteca: si intitola Trattato dell’argomentazione: la nuova retorica.
L’obiettivo: ridare lustro all’antica arte del discorso mettendo l’argomentazione al cuore della quotidianità umana.
Chi ha perso la testa per la retorica
Insieme a loro ci furono altri che persero la testa per l’affascinante Signora della Parola, e per le sue virtù, ancora più pregiate nella velocissima società postmoderna.
Olivier Reboul: Introduzione alla retorica
Mi soffermo a due di loro, i cui lavori conosco bene: il primo è Olivier Reboul, francese, che fu docente all’Università di Strasburgo e studioso di filosofia, pedagogia e retorica.
Ci ha lasciati uno dei migliori testi sull’arte del discorso: Introduzione alla retorica, un’accurata presentazione del sistema retorico ben ancorata ai giorni nostri. Il cuore del suo pensiero, nelle parole di profonda ispirazione tratte dal suo libro:
Non si dà cultura senza una formazione retorica e imparare l’arte del “dire” significa già imparare a “essere”.
Olivier Reboul
Jay Heinrichs: Mi hai convinto
Il secondo è Jay Heinrichs, nostro contemporaneo di Oltreoceano, il cui sito è presente tra i migliori website di comunicazione efficace che ho recensito qui. Lui rinunciò alla carriera giornalistica per dedicarsi, mente e anima, alla retorica.
Scrisse, come lui stesso confessò, in uno chalet di una remota campagna del New Hampshire l’avvincente Thank You for Arguing, in italiano Mi hai convinto (nuova edizione, 2023) oppure L’arte di avere sempre l’ultima parola (edizione 2008).
È un libro must per tutti colo che desideranno rendere la propria comunicazione efficace, esattamente come l’Introduzione alla retorica di Reboul.
Per Heinrichs, ed è difficile contraddirlo:
Il significato di retorica va ben oltre l’utilizzo delle parole per convincere o persuadere, come la definiscono i dizionari. La retorica ci insegna a discutere senza rabbia. E offre la possibilità di sfruttare una fonte di potere sociale di cui non avevo mai sospettato l’esistenza.
Jay Heinrichs
Aristotele, il padre della retorica
Tuttavia, il più importante conoscitore dell’arte del discorso efficace fu Aristotele che per primo sistemò la retorica e la trasformò in disciplina fondamentale per la crescita e il miglioramento personale.
Scrisse Retorica in età adulta, un’opera che ancora oggi affascina e inquieta con periodi di altalenante fortuna.
Il libro – si ritiene, a ragion veduta – raccoglie le fondamenta della più antica scienza della comunicazione.
Non mancano, certo, le voci in disaccordo che ritengono la retorica una scandalosa forma di comunicazione manipolatoria a buon uso dei … disonesti.
Ma tu che stai leggendo questo articolo sei pronto a ribattere, ho ragione? 🙂
Il Chilometro 0 della Comunicazione
La retorica è il Chilometro 0 della Comunicazione, le fondamenta da cui iniziare l’ascesa verso le vette della crescita e della trasformazione personale e professionale.
Siamo in perfetta … sintonia di pensiero, ne sono felice 🙂
Il consenso è cultura, il dissenso è natura
La retorica aristotelica è un viaggio alla scoperta della natura umana e di ciò che più di altro ci identifica come esseri umani: le parole.
È un intreccio di concetti e nozioni oggi presenti in diverse scienze sociali: la comunicazione, la sociologia, la psicologia, la linguistica e le sue derivazioni psicolinguistica, sociolinguistica, neurolinguistica.
Retorica di Aristotele è il migliore libro sulla comunicazione efficace, e una lettura imprescindibile non solo per chi lavora con le parole, ma anche per chiunque voglia conoscere meglio sé stessi e l’animo umano.
La retorica ci insegna che a farci alzare dalla sedia è il desiderio di conquistare il consenso degli altri.
Vogliamo stare in armonia con noi stessi, vogliamo essere in sintonia con gli altri e questa incessante ricerca di assenso muove individui e gruppi, popoli e stati, industrie ed economie.
Il dissenso è naturale, il consenso è culturale, così come il caos è natura e l’ordine è cultura.
Consenso, collaborazione, felicità
Il consenso, una volta conquistato, si può trasformare in collaborazione. Poi in felicità: quella gratificante sensazione di benessere interiore che ci rende allegri e disponibili, gentili e motivati, accoglienti e tolleranti.
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Un abbraccio,
Lucian
Foto di EnKayTee