Relazioni che contano: 2 ingredienti essenziali (I)

Aggiornato: 15 Marzo 2023

Relazioni che contano; 2 ingredienti essenziali

Relazioni che contano: quali sono gli ingredienti essenziali?

Sono 4 e sono di fondamentale importanza per relazioni felici e durature.

Puoi trovare i primi due ai link qui sotto:

Amicizia in Relazioni salde: i 4 punti di forza (I)

Complicità in Relazioni salde: i 4 punti di forza (II)

L’ammirazione è una cosa meravigliosa; fa sì che ciò che è eccellente negli altri appartenga anche a noi.

Voltaire

Gli altri due sono Ammmirazione, che esploriamo in questo articolo, e Condivisione a cui dedicherò un post separato.

L’ammirazione, dove la troviamo

Ci sono saggi riuniti sotto la deliziosa dicitura di Esercizi di ammirazione per mano del noto filosofo Emil Cioran, mio illustre connazionale.

C’è la femminile, profonda e devota Ammirazione magnificamente rappresentata da William Bougureau nel lontano 1897.

Ci sono, poi, i 2 milioni e 190 mila risultati restituiti a dicembre 2016 in 0,65 secondi, dal nostro buon vecchio amico Google alla chiave di ricerca “ammirazione”.

Ma una nuova ricerca della stessa parola sullo stesso motore di ricerca restituisce, a marzo 2023, ben più di 5,5 milioni risultati in metà del tempo: 0,36 secondi.

L'ammirazione: ingrediente essenziale nella coppia

L’ammirazione è presente in rete, nei quadri, nei libri, nei film. Scriverne qualcosa di nuovo, una bella sfida.

Vale la pena accettarla.

L’effetto WOW di una relazione

Ammirazione è l’effetto WOW di una relazione.

Come Amicizia e Complicità, gli altri due ingredienti o punti di forza di una relazione stabile e soddisfacente, Ammirazione è soprattutto un esercizio di volontà.

La realtà è soggettiva e noi siamo creature complicate e capricciose. Agiamo e reagiamo in funzione di una vasta gamma di percezioni, pensieri, sentimenti e ricordi.

Agire o reagire per ammirazione ci viene quasi spontaneo quando si tratta di una celebrità: uno scrittore, un pittore, un musicista, un calciatore, un tennista.

Un po’ meno quando si tratta di chi ci sta accanto, impegnato o impegnata – si dovrebbe e si direbbe – nello stesso viaggio-progetto di vita: la nostra relazione.

Fermati un momento e guardati attorno: al supermercato vicino a casa, al parco, con i tuoi juniors, al cinema o al ristorante, quando sei con il tuo partner, in vacanza o dai parenti.

Quante volte ti è capitato di dire, tra te e te, e insieme al tuo o alla tua partner: “WOW, che coppia!”.

Spesso? Raramente? Mai?

Non c’è da stupirsi, in effetti. Occasioni per fare qualche serio esercizio di … ammirazione non si presentano spesso.

Esercizi di … ammirazione

Eccone alcuni a cui ho “partecipato” in prima persona: 66 anni di matrimonio, dal 1949 al 2015, letteralmente “finché la morte non vi separi”, beh, difficile non dire “WOW, che coppia!”.

Parlo dei miei nonni paterni, insieme ai quali ho trascorso gran’ parte dei miei primi anni vita, adolescenza inclusa.

Più di 40 anni di matrimonio e, appeso alla finestra, un cuore di tessuto manufatto, ebbene sì, “WOW, che coppia!”. Sono i miei cari vicini di pianerottolo del palazzo in cui abitavo nel 2016, durante la prima stesura di questo post.

Per strada, coppia ottantenne camminando mano nella mano, “Chapeau, WOW, che coppia!”.

Alla radio accesa in auto, ascoltatore in diretta che afferma, dopo 30 anni di matrimonio, “Oggi, come il primo giorno!” È proprio il caso di dirlo: “WOW, che coppia!”.

Un “WOW, che coppia!” detto con profonda ammirazione si merita anche il mio amico che si ricorda di andare a cena fuori con la sua famiglia in occasione di tutti gli anniversari.

Semplici esercizi di volontà: voler ammirare e voler farsi ammirare. All’opposto di quella emozione negativa, divorante e lacerante che siamo soliti chiamare invidia.

A un certo punto, ancora studente all’Università di Trento, presi una cotta per … Paulo Coelho.

È tutt’oggi uno scrittore che stimo. In quel periodo avevo comprato una sua biografia, Paulo Coelho, biografia di un narratore che lessi tutta d’un fiato, appena rincasato.

Ricordo un passaggio che mi emozionò profondamente, allora, come ora.

Coelho ha vissuto una vita sentimentale piuttosto burrascosa che lo portò a divorziare 3 volte.

Tuttavia:

nel 1981, Paulo si è sposato con l’attuale compagna, la pittrice brasiliana Christina Oiticica, che ha dato un impulso vitale alla sua carriera di scrittore, e che può essere considerata anche la sua migliore amica. È sempre al suo fianco, lo appoggia in tutti i suoi progetti, e si occupa personalmente dell’Istituto Paulo Coelho. (…) Fu lei a incoraggiarlo affinché perseverasse nel suo sogno di diventare uno scrittore: più tardi, ebbe l’idea di organizzare quel viaggio nel Vecchio Continente che avrebbe permesso a Paulo di ritrovare sé stesso. L’appoggio di Christina è sempre stato fondamentale per lo scrittore, anche nel momento di intraprendere il Cammino di Santiago.

Era il 1979 quando la incontrò per la prima volta, e oggi, nel 2016, sono ancora insieme. Sono più di 35, di anni, più di 40, in realtà, se contiamo la data dell’ultima revisione di questo articolo (marzo 2023).

Paulo e Christina sono tuttora insieme e tra le varie attività artistiche in cui sono impegnati un ruolo di rilievo lo occupa la gestione della loro Fondazione.

Ti chiedi, allora: come hanno fatto loro e tutti quelli che attraversano la vita sorridendo a tenere salda la loro relazione? Come, eh?

L’ingrediente essenziale per relazioni solide

Se ancora oggi Coelho e Oiticica sono insieme, se ancora, oggi, tu e il tuo partner siete insieme, o se, ancora, insieme, invecchiano sorridendo i tuoi genitori, i tuoi amici o i loro genitori, i tuoi nonni e i nonni dei tuoi amici è perché sono riusciti a rendere l’ammirazione un ingrediente essenziale del loro rapporto di coppia.

Si tratta di un punto di forza che Treccani definisce “sentimento di attrazione che si prova verso cose straordinariamente belle e pregevoli, o di stima, rispetto, simpatia per qualità singolari di una persona.”

Dunque profonda ammirazione per la persona che È al tuo fianco, quella persona insieme alla quale FARE LA relazione è una continua sfida, una scoperta, un lungo viaggio fatto di saliscendi e incognite, sorprese e imprevisti, di alcuni sentieri dritti e di altri tortuosi.

Tutto qui e, certo, non è poco: ammirazione per le inevitabili dispute con la vita, ammirazione per il desiderio di farcela (qualsiasi significato tu voglia dare a “Ce l’ho fatta!”), per le aspirazioni condivise, per gli obiettivi raggiunti o ancora da centrare, per le brutte cadute e per la volontà di rialzarsi.

E ancora: ammirazione per la curiosità intellettuale, per il desiderio di amare, per le speranze frante o diventate realtà; per la volontà di scoprire e di esplorare, per la salda determinazione di entrambi di proseguire il viaggio insieme, nonostante tutto, nonostante tutti.

Più recentemente, un altro scrittore e un’altra pittrice afflitti da complicatissimi problemi fisici ed esistenziali ce la mettono tutta per demolire i muri attorno alle loro vite. Ci riescono con grande difficoltà, ma subito dopo, ognuno torna alla propria e, in parte, misera quotidianità.

Non ci sono tanti elementi per mettere insieme i frantumi di due vite solo apparentemente normali, e non c’è nemmeno ammirazione: né per sé stessi, né l’uno per l’altra.

Solo quando decidono, ed è la fine del film, di cambiare “occhiali” e guardarsi da una nuova prospettiva riescono a regalarsi quell’abbraccio tenero, profondo, intenso, e a liberare quell’energia vitale che permette loro di ammirare e ammirarsi.

Parlo della professoressa Dina del Santo, sopranominata “Il Ghiacciolo” e del professor Jack Marcus, i protagonisti di Words and Pictures, del 2013, definito “delicato e raffinato” e “incredibilmente intelligente” dalla stampa in giro per il mondo. Nei ruoli di Dina e Jack, una bellissima Juliet Binoche e uno sbarbato simpatico Clive Owen.

Quell’abbraccio nella scena finale è meraviglioso: è in quel sublime momento che si sprigiona intensamente e immensamente una grande energia vitale.

È l’ammirazione per sé stessi, ed è ammirazione l’uno per l’altra.

Come non smettere di ammirare e ammirarsi

Che cosa possiamo fare in una relazione, giorno per giorno, per non smettere di ammirare e ammirarsi?

Come possiamo tenere vivo questo straordinario sentimento, invece che vederlo affogare nel grigiore quotidiano che molti chiamano routine?

Beh, ecco uno spunto di riflessione.

Ti suggerisco di guardare la scena che trovi qui sotto in lingua originale (francese) e con sottotitoli in inglese, da un capolavoro di Luc Besson, Angel-A del 2005. È un film-omaggio alla “Ville Lumière”, di una commovente intensità.

È proprio questo che spesso ci dimentichiamo di fare: guardare e guardarsi, parlare e parlarsi, amare e amarsi.

Jamel Debbouze e Rie Rasmussen sono impeccabili in questo splendido esperimento cinematografico.

Lui, nel ruolo di André, vagabondo che gironzola spaesato per le vie di Parigi. Lei, Angel-A, una creatura angelica caduta dal cielo per scuotere l’autocommiserato André.

Come lui, guardarsi ogni tanto nello specchio può aiutare a vedere “nulla” o “non molto”, all’inizio, ma puoi, con un esercizio di volontà, “un certo garbo … forse un po’ di dolcezza, molto, forse troppo amore”, e un corpo che “strazia per mancanza di amore, di fiducia”, un corpo che “meriti che qualcuno si occupi di lui”.

Forza, “digli quanto è importante, quanto conta dargli ciò che merita”: qualche buona lettura, dello sport, qualche viaggio; carezze, gentilezza, dolcezza, amore.

E ammirazione, tanta, con i suoi parenti: fierezza, orgoglio, desiderio, scoperta, sensibilità, eleganza, raffinatezza. Per sé stessi, per lei e per lui, compagni di un lungo viaggio. Per la propria relazione, per la loro vita.

Il nostro più grande piacere consiste nell’essere ammirati; ma gli ammiratori, anche in presenza di giustissima causa, non sono particolarmente inclini a esprimere la loro ammirazione. Dunque, l’uomo più felice è colui che riesce ad ammirare sé stesso in maniera sincera, non importa come.

Arthur Schopenhauer

L’Ammirazione alla pari dell’Amicizia e della Complicità ha un posto privilegiato nella galleria dei sentimenti positivi che rendono la relazione luogo di grande crescita e formidabile occasione per la scoperta del sé, del partner, del genere umano, del mondo e della vita.

L’ammirazione rappresenta un ingrediente essenziale che richiede tempo, interesse e volontà di esplorazione.

Effetto WOW di una relazione, l’ammirazione è un ingrediente essenziale, un punto di forza di innegabile valore in grado di portare la relazione sulle vette della stabilità e della soddisfazione.

Rappresenta un’altra componente della brand identity della tua relazione, per dirla con gli specialisti del marketing. Come ogni brand, per renderlo solido necessita di impegno e determinazione, valori sempre più rari nei rapporti di coppia.

Segue Condivisione, il secondo ingrediente essenziale delle relazioni che contano e il quarto punto di forza delle relazioni salde e soddisfacenti.

A presto,

Lucian

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