Come farcela, ispirazione da un famoso slogan
Questo articolo si ispira al famoso Yes we can, lo slogan della campagna elettorale di Barack Obama per le elezioni presidenziali degli Stati Uniti, nel 2008.
Sto parlando del 44esimo presidente degli Stati Uniti d’America, il primo afro-americano a varcare la soglia della Casa Bianca.
If you’re walking down the right path and you’re willing to keep walking, eventually you’ll make progress.
Barack Obama
Se cammini sul sentiero giusto e continui a farlo con determinazione, alla fine raggiungerai la meta desiderata.
Barack Obama si è guadagnato un posto nella storia del suo Paese. E nella storia dell’arte oratoria.
I suoi discorsi hanno scosso anime e acceso platee. Hanno sedotto e stupito. Hanno incantato e ispirato.
Il web è pieno di aggettivi superlativi per descrivere i suoi speech.
Su di lui ci sono numerosi articoli, documentari e libri che riportano e analizzano quello che ha detto, come lo ha detto e quando lo ha detto, durante i suoi due mandati presidenziali, dal 2008 al 2016.
Tutto iniziò qualche anno prima di vincere le elezioni del 2008. Nel 2004, per esattezza, quando infiammò la platea a Boston, nel Massachusetts con un discorso pronunciato durante una convention del partito democratico.
Carismatico, elegante ed energico, l’allora senatore dell’Illinois si conquistò un posto nel cuore dell’uditorio.
All’epoca, Obama era pressoché sconosciuto a livello nazionale e ancora meno a quello internazionale. Ma in quel caldo luglio del 2004, sentì che fosse arrivato il suo momento.
L’ex giocatore di pallacanestro degli anni di scuola capì di avere stoffa per giocare ad alto, anzi altissimo livello.
Fu quello il momento in cui anche il partito democratico capì che sarebbe stato lui il futuro presidente degli Stati Uniti.
Guarda qui sotto il discorso del 2004 che cambiò la storia personale di Obama e quella degli Stati Uniti.
I democratici fecero i conti giusti: nel 2008, l’avvocato afro-americano, dalla pelle color caramello, che incarnava l’America ideale, vinse le elezioni diventando il 44esimo presidente degli Stati Uniti.
3 parole per farcela
Per la campagna elettorale del 2008 si mise in testa 3 parole – Yes, we can – che nessuno osò tradurre in un’altra lingua.
Aggiunse:
Yes, we can, to opportunity and prosperity. Yes, we can heal this nation. Yes, we can repair this world. Yes, we can!
Sì, possiamo creare opportunità e prosperità. Sì, possiamo riscaldare questa nazione. Sì, possiamo aggiustare questo mondo. Sì, ce la possiamo fare.
L’uomo che fece sognare gli americani e il mondo
La fortuna sta con gli audaci, si sa, e lui da buon audace ebbe la fortuna di incontrare un giovanotto poco meno che venticinquenne che diventò il suo mind reader.
Questo brillante giovanotto si chiama Jon Favreau e lo aiutò a scrivere alcuni tra i migliori discorsi pronunciati durante la sua presidenza.
Alla fine del primo mandato, nel 2012, decise di andare avanti, a modo suo.
Scelse un nuovo slogan elettorale. Più breve: una parola, un’unica parola. Forward. (seguita da un punto). La storia del punto, la racconta Annamaria Testa in questo articolo.
Tuttavia, a pochi giorni dalle elezioni, ci ripensò. Sostituì il punto con il punto esclamativo. Più enfatico, più forte, più deciso. Ha funzionato.
Gli americani lo scelsero alla guida del loro Paese per altri quattro anni. Un secondo mandato, terminato formalmente a febbraio 2017.
Per otto anni, Barack Obama ha affascinato il mondo intero con le sue parole, con i suoi sorrisi, con la sua visione.
Navigò nel mare agitato della politica americana e mondiale con un’incrollabile speranza: fare degli Stati Uniti e del mondo un posto migliore.
Barack Obama è un uomo riflessivo, un politico straordinariamente dotato, un leader carismatico capace di intonarsi con grande naturalezza in qualsiasi contesto.
Lo spiega ampiamente questo articolo: “Con il suo tono inesorabilmente ragionevole e una studiata sollecitudine (…) Pressoché in ogni momento comunica l’idea di una suprema fiducia in se stesso. Ma non gli manca l’autoironia e in certi casi arriva a essere umile più del necessario.”
Proseguono, gli autori dell’articolo: “È un uomo straordinariamente ambizioso e competitivo, dotato di fascino, capacità di persuasione e prospettive di carriera apparentemente illimitati.”
Ho cercato in Rete un Obama meno formale, più umano. Ho scoperto questo interessantissimo video in cui si racconta davanti a una tazza di caffè.
Si tratta di un talk show famoso negli Stati Uniti intitolato Comedians in Cars Getting Coffee diretto e presentato da Jerry Seinfield.
Anche se nulla è lasciato al caso, vediamo un Obama con cui mi piacerebbe farci quattro chiacchiere. Mi manca, però, una Corvette Sting Ray del ’63, dunque devo posticipare 🙂
Obama si racconta. Scherza, parlando della sua quotidianità presidenziale.
Parte del successo è dovuta alla brevità del suo nome, afferma il presidente. Corto, di effetto: Barack Obama. O Barackobama. Sulla politica non ha dubbi, “è come il calcio”.
Nelle ricerche fatte per la stesura di questo articolo ho “conosciuto” più da vicino anche Brian Mosteller, “l’uomo dietro all’uomo senza il quale Obama probabilmente non avrebbe la reputazione di essere così cool”.
Mosteller, che afferma di avere sempre avuto la passione per il protocollo, è l’uomo che si occupa delle seccature quotidiane del presidente. Clicca e leggi qui, quando vuoi scoprire quali sono.
Le qualità personali dell’oratore Obama sono unanimemente riconosciute, apprezzate, studiate. Quando parla, la gente pende dalle sue labbra. Non è da tutti.
Obama usa magistralmente i tre strumenti retorici di cui ti ho già parlato: Ethos, Pathos e Logos. Chiunque voglia parlare meglio, pensare meglio e agire meglio trova ispirazione nella retorica oltre che nel savoir faire linguistico del presidente americano.
Obama è stato per l’America e per il mondo intero un leader visionario. Per la sua capacità di accattivarsi l’uditorio con i suoi discorsi è stato definito il più grande oratore della sua generazione e l’incarnazione degli ideali di eloquenza americana.
Tu che ne pensi del 44° presidente degli Stati Uniti d’America?
Scrivimi quando vuoi a ciao@lucianberescu.it.
Foto da all-free-download.com/
PS: Breve integrazione in occasione dell’ultimo aggiornamento di questo articolo.
Ad aprire il sipario della quotidianità presidenziale americana ci pensa lo stesso Obama in un suo libro imponente (800 pagini) e di grande ispirazione. Si intitola Una terra promessa e racconta, con uno stile elegante e ricco di dettagli, l’appassionante odissea che lo portò a ricoprire nel 2008 la più alta carica della nazione americana.
Nel libro, dal tono intimo e introspettivo, scopriamo l’uomo, il padre, il marito con i suoi punti di forza e le proprie debolezze, oltre che il 44° presidente degli Stati Uniti, le difficoltà e i successi che hanno segnato gli otto anni trascorsi alla Casa Bianca. Uno dei libri che consiglio vivamente di leggere, elencato anche nella sezione Risorse del sito.
Fine integrazione 🙂
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