Come tenere un discorso memorabile

Aggiornato: 6 Marzo 2023

Come tenere un discorso memorabile

Come tenere un discorso memorabile: la migliore IDEA

Come tenere un discorso memorabile: in questo articolo scoprirai qual è la migliore IDEA per parlare in pubblico e come valorizzarla, passo dopo passo.

Ogni discorso oratorio (…) è costituito di idee e di parole: per quanto riguarda le idee si deve considerare l’invenzione, per le parole la forma espressiva, per le une e per le altre la disposizione; la memoria le deve abbracciare tutte, l’azione oratoria valorizzarle.

Quintiliano

Hai buone idee e vuoi condividerle con gli altri, ma non sai come renderle memorabili?

Questo articolo è per te: scoprirai come e che cosa rende memorabile un discorso davanti a un uditorio e come imparare ad essere al proprio agio con il public speaking.

Su come farlo, il web ne parla a lungo. Ti dicono:

Create emozioni, (e come si fa a c r e a r e emozioni?)

Progettare la gestione del tempo (ehm … come si fa a progettare una gestione … del tempo, poi …?)

Partire dal pubblico (e da dove sennò?)

Prepararsi in modo adeguato (ma dai, non l’avrei mai detto …)

Consigli triti e ritriti, per parlare di un argomento che ha qualcosa come duemila e passa anni, e da allora poco è cambiato.

L’argomento in questione è l’IDEA, la base su cui poggiano i discorsi straordinari, quelli che rimangono nel cuore, passando per la testa..

Vediamo insieme in che cosa consiste quest’IDEA.

Inventio: scegli un tema e prepara un piano

Un discorso eccezionale inizia con una scaletta scarabocchiata. Metti giù tutti i punti salienti sul tema che hai scelto.

Comincia a svilupparli. Scrivi. Cancella. Scrivi. Cancella.

Questa è la fase in cui puoi, anzi, devi scrivere e riscrivere più volte la prima bozza del tuo discorso memorabile con una domandona in testa: “Chi se ne frega?”

Metti a fuoco le caratteristiche del tuo uditorio – bisogni, desideri, stile di vita – e rispondi alle sue aspettative. L’uditorio è lì, davanti a te, e vuole portarsi a casa qualcosa di utile: informazioni, idee, ispirazione.

“Parla a una persona di sé stessa e ti ascolterà per ore”, si dice. Non ti lasceranno parlare per ore, ma ci siamo capiti.

La tua presenza davanti all’uditorio, le tue parole devono risolvere un suo problema: far scoprire un’informazione sconosciuta, condividere un’idea wow, far emergere un bisogno inespresso.

Un esempio per tutti, nel video, qui sotto. Guardalo e vedrai il potente effetto wow sul pubblico. Standing ovation, letteralmente.

Bene, il tuo discorso, iniziato con una scaletta scarabocchiata, ora sta prendendo forma con l’obiettivo di ispirare l’uditorio.

In un certo ordine, il che ci permette di passare al punto due.

Dispositio: stabilisci l’ordine dei tuoi argomenti

Segui una sequenza cronologica o un ordine alfabetico dei punti salienti del tuo discorso.

Così fece, per esempio, Giulio Cesare che, dopo la battaglia di Ponto, disse: “Veni. Vidi. Vici” e si conquistò un posto nella Storia.

Alcuni secoli dopo, anche Abraham Lincoln fu conciso ed entrò nella Storia. A Gettysburg parlò poco e disse tanto con un discorso considerato davvero memorabile, uno dei maggiori capolavori dell’oratoria. Fu breve, emozionante, solenne.

Less is more, si sa.

Tutto chiaro? Solo parole semplici, via il superfluo.

Conviene, però, ripetere i punti chiave del discorso, la nostra mente ricorda di solito tre cose, più o meno (altre) due.

Metti, dunque, insieme le idee in ordine cronologico o alfabetico e avanti tutta. Sai, ormai, che un discorso memorabile più è semplice, più è di effetto.

In questa fase può anche tornarti utile riposizionare l’uditorio: immagina la platea come se fosse il tuo migliore amico o la tua migliore amica. Funziona: riduci in questo modo la distanza mentale tra te e l’uditorio.

Con il tuo amico o la tua amica non ti fai problemi a mostrarti emozionato o a fare, bonariamente, una battuta.

Del resto, molti degli impacci da palcoscenico non sempre accadono per caso. “Da ora in poi le idee saranno più confuse di prima”, puoi dire quando lasci cadere gli appunti o mentre li riordini, per conquistarti l’uditorio.

Usa, durante il tuo discorso, un linguaggio familiare, come se parlassi al tuo amico o alla tua amica. L’uditorio svanisce e con lui l’ansia di parlare in pubblico.

Una chiacchierata, tutto qui. Come fa Alvy in questa scena di Io e Annie (1977), uno dei capolavori di Woody Allen.

Passiamo al punto tre.

Elocutio: seduci il tuo uditorio

È con pathos che farai sentire, letteralmente, all’uditorio, il tuo discorso. Lo coinvolgi se lo rendi attivo, reattivo, interattivo.

Una battuta, una domanda, una citazione sono modi per suscitare una reazione fisica che avrà in seguito più probabilità di essere ricordata.

Le storie sono un eccellente modo per conquistare il pubblico. Riescono ad alternare efficacemente tensione e rilascio, conflitto e risoluzione.

Giocarsi bene la carta del contrasto, è quello che suggerisce Nancy Duarte ne La struttura segreta dei grandi discorsi.

Spesso, decidiamo in base alle nostre emozioni e poi ci ragioniamo su. Chiamiamo l’Ammiraglio del discorso per trovare dati e fatti e giustificare così la decisione presa.

Anche con il tuo uditorio funziona così. Ecco perché, se vuoi tenere un discorso che abbia impatto, le tue parole devono toccare le corde sensibili dell’anima e suscitare emozioni: gioia, sorpresa, speranza, amore, empatia, entusiasmo.

Per coinvolgere il pubblico che hai davanti e rendere indimenticabile il tuo discorso parla al cuore delle persone, per prima. Poi, alla testa.

Così, adesso, possiamo passare al punto quattro.

Actio: infiamma il pubblico, con stile

Se fossi un attore, la chiameresti recitazione, ma sei un oratore, dunque la puoi chiamare azione.

Quando pronunci il tuo discorso, fai emergere, con stile, il lavoro pre-IDEA che hai, naturalmente, a lungo fatto.

Ti sei esercitato su tono, mimica e dizione, hai una buona padronanza del fiato e sai controllare la voce.

Come si fa e perché farlo? Ce lo dice Julian Treasure, nel suo Come parlare in modo che gli altri siano invogliati ad ascoltarvi.

Dieci minuti di … pura goduria prosodica prima di tenere il tuo discorso memorabile😉

Parlare in pubblico: consigli utili

Come dici, stai per laurearti e vuoi fare un figurone di fronte al tuo uditorio?

Ascolta Donovan Livingston mentre pronuncia questo discorso memorabile alla Harvard Graduate School: parla di educazione e invita tutti a prendere il volo.

Tutto qui?

Quasi. Manca l’ultimo gradino di una scalinata retorica che ti porta in cima all’arte oratoria: la M di memoria.

M di Memoria

Quando l’uditorio è il tuo amico, non parlerai guardando slide, appunti, scalette o la punta delle scarpe, giusto?

Guarderai il pubblico dritto negli occhi, come se fosse il tuo amico, appunto. E come fece Michelle Obama, in uno dei migliori discorsi che l’arte oratoria abbia mai visto in questo inizio di terzo millennio: 25 minuti senza abbassare lo sguardo.

Certo, lei è la moglie di Barack, affiancata come si fa oggi dai fidatissimi prompter, oltre che dalle guardie del corpo. Non come ai tempi di Cesare e Lincoln che ho nominato sopra.

Insomma, tempi che vivi, prompter che trovi, senza nulla togliere alle abilità retoriche della First Lady degli Stati Uniti dal 2008 al 2016.

Ricapitolando

Per tenere un discorso che ispiri il tuo pubblico, ci vuole l’IDEA, il colaudato sistema retorico che dall’antichità avvolge e coinvolge l’uditorio in qualsiasi parte del mondo:

  • Inventio: scegli l’argomento e prepara un piano
  • Dispositio: stabilisci l’ordine dei tuoi argomenti
  • Elocutio: seduci il tuo uditorio usando la tecnica del contrasto
  • Actio: infiamma il pubblico in grande stile

Questa è l’unica scaletta retorica che funziona per qualsiasi discorso, ovunque.

A presto,

Lucian

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