La storia dell’aquila che si credeva un pollo
La straordinaria velocità con cui viaggia l’informazione nell’odierna società liquida accresce la competitività e induce un profondo senso di ansia da prestazione.
Che cosa fare
Il “bombardamento” di notizie, di informazioni, di cose da sbrigare, da pianificare, da risolvere purtroppo e troppo spesso impedisce la cura di quello spazio intimo, discorsivo ed emotivo, necessario punto di partenza per percorrere i sentieri di una maggiore consapevolezza delle proprie risorse interiori. E della loro valorizzazione.
La cultura in cui nasciamo e in cui viviamo ci dice per default che cosa sia bene e che cosa sia male, che cosa c’è da fare e che cosa non c’è da fare, chi può fare e chi no, dove si può fare e dove non si può.
Come e perché
Raramente, invece, il COME fare e il PERCHÉ farlo.
Insieme alla storiella riportata in questo post, ho scelto di condividere con te alcune riflessioni che mi hanno portato a intraprendere, come genitore, un percorso di crescita e trasformazione sui sentieri della consapevolezza.
Valore personale
Le piccole sfide quotidiane sono stimoli per far emergere timori e debolezze, ma anche forza interiore e capacità creativa ed è un modo per cimentarsi nella difficile arte di prendere decisioni.
Autoconoscenza
Qual è la via maestra per allenare lo spirito critico e formare una visione personalizzata del mondo circostante?
Accendere i fari della mente e dell’anima sulle proprie risorse discorsive, emotive e comportamentali e collaudarle su temi e argomentati raccolti dalla vita di tutti i giorni.
Curiosità
La curiosità è uno dei motori più potenti della creatività ed è la forza che ci spinge a conoscerci meglio e ad accrescere il nostro valore personale.
Diamo, dunque, ai nostri figli e alle nostre figlie materia prima per esplorare sé stessi e il mondo circostante da diverse angolature. Diamo, quindi, loro stimoli per alimentare la loro curiosità.
Libri, film, escursioni, viaggi, argomenti reali o inventati sono imperdibili occasioni per lasciarli esprimersi, per stimolarli e incoraggiarli nel complicato compito di crescere e trovare se stessi autentici fin dai primi anni di vita.
La storia dell’aquila che si credeva un pollo è anche un invito ai genitori come me di indossare la tuta da allenatore discorsivo.
Credo che la migliore lezione che un genitore possa insegnare ai propri figli è come costruire e valorizzare sé stessi. Un compito che richiede un notevole investimento di tempo, di pazienza e di attenzione.
I bambini non devono essere copie più o meno sbiadite dei loro genitori, ma esseri indipendenti, con una loro personale visione del mondo.
Loro non ci devono niente. E noi non dobbiamo nulla a loro.
Tuttavia, noi, gli adulti di oggi, madri e padri delle nuove leve del mondo di domani, abbiamo il difficile compito di essere per loro una guida e un punto di riferimento e di fornire loro la miglior cassetta degli attrezzi della comunicazione efficace.
Come ogni guida che si rispetta, anche noi, genitori di oggi, dobbiamo condividere con i nostri e le nostre juniors gli strumenti utili per imparare COME e PERCHÉ fare al meglio ciò che vogliono fare.
I 3, condivisi in questo post, valore personale, autoconoscenza e curiosità, possono essere un ottimo inizio.
A presto,
Lucian