Genitori e figli ai confini dell’adolescenza

Aggiornato: 12 Luglio 2023

Genitori e figli ai confini dell'adolescenza

Genitori e figli ai confini dell’adolescenza

Genitori e figli insieme ai confini dell’adolescenza. E ora che si fa?

La libertà viene scolpita a colpi di martello sull’incudine della discussione, del dissenso e del dibattito.

Hubert Horatio Humphrey

Ok, ci siamo: alle porte del tuo junior o della tua junior sta bussando un ospite inaspettato.

Sta per compiere 14 anni, è ora, direi 🙂

L’ospite si chiama adolescenza e con il suo arrivo i nostri juniors lasciano alle spalle un periodo preparatorio di 2 – 3 anni, mese più mese meno, che solitamente chiamiamo preadolescenza.

I 14 anni sono come un confine tra due periodi di vita molto intensi, ricchi di soddisfazioni, sorprese e ridimensionamenti per grandi e piccini.

Da una parte noi, i genitori di oggi, illustri rappresentanti di un mondo adulto sempre più complesso e complicato, dall’altra parte loro, i genitori di domani, ma prima ancora architetti del Futuro, tutto da scoprire, tutto da costruire.

Esploriamo insieme più da vicino la preadolescenza, il periodo particolarmente tormentato della vita dei nostri juniors che stanno per lasciare alle spalle con il compimento del 14 anniversario della loro vita.

La preadolescenza: un fiume in piena

Anche se sui suoi confini non c’è pieno accordo, la preadolescenza viene in genere indicata come un periodo dell’età evolutiva compreso tra 10 e 14 anni.

Si tratta di un vero terremoto in cui le due placche tettoniche, infanzia da una parte e adolescenza dall’altra collidono, dando vita a notevoli sconvolgimenti nell’universo dei nostri juniors.

Ci sono due forze opposte con cui dobbiamo fare i conti, loro, le nuove generazioni e noi, i loro genitori.

Da un lato, i nostri juniors devono conciliare desiderio di autonomia ed espressività con la volontà ancora forte di sentire l’abbraccio protettivo dei propri genitori e la spensieratezza dell’infanzia.

Dall’altro lato, noi, i loro genitori con il nostro desiderio di riprenderci un po’ di meritati spazi personali che deve convivere con la spinta interiore di voler coccolare coloro che sentiamo ancora come la nostra bambina e il nostro bambino.

Così descrive, in poche parole e buone, il periodo preadolescenziale, il professor John Gottman, uno dei massimi studiosi di psicologia dello sviluppo nel suo Intelligenza emotiva per un figlio:

… i ragazzi cominciano a entrare in rapporto con gruppi sociali più vasti e a capire l’influenza dell’ambiente sociale.

Possono iniziare ad accorgersi di chi è integrato e di chi è emarginato dai compagni.

Nello stesso tempo, sviluppano le capacità cognitive e apprendono il potere dell’intelletto sopra le emozioni.

Nell’età preadolescenziale i nostri juniors iniziano a dubitare e a contestare, a pensare e a fare di testa propria.

Scoprono ed esplorano norme e valori del gruppo dei coetanei e mettono in discussione quelli del mondo adulto.

Tutte queste trasformazioni e contraddizioni avvengono sulla soglia dell’adolescenza, un ulteriore passaggio di intensa crescita e scoperta della propria autonomia.

Se nella preadolescenza ci si concentra sul come staccarsi dalle figure di riferimento, in particolare quelle genitoriali, nel periodo adolescenziale ci si concentra soprattutto su come costruirsi la propria identità.

Il filo conduttore di questi due periodi di intense trasformazioni è l’indebolimento dell’interesse per la famiglia e il posizionamento dei rapporti con gli amici al centro della propria vita.

Come ho potuto accorgermene in prima persona il tempo condiviso genitori-figli sta diminuendo a vista d’occhio nell’età preadolescenziale.

Non che sia un male, anzi: è ragionevole lasciare i propri juniors esplorare e conquistare nuovi spazi fisici, simbolici e introspettivi.

Così com’è ragionevole riprendersi meritatamente un po’ dei propri spazi del mondo adulto.

La preadolescenza, un fiume in piena

I territori generazionali

Nel periodo preadolescenziale, inoltre, si delineano con sempre più chiarezza i territori generazionali.

Lo vediamo nella musica che ascoltiamo, nei film che guardiamo, nei libri che leggiamo, nella lingua che utilizziamo.

Se fino a ieri eravamo noi, i genitori, a tenere i timoni, ora lo spazio di manovra si è rimpicciolito e da maestri cominciamo a tornare discepoli.

Papà ti devo far sentire una canzone fighissima.

Papà, questo film ce lo dobbiamo assolutamente guardare.

Papà voglio leggere questo libro.

Papà è stra bello questo anello (… gonna, vestito, ecc.)

Ti suona familiare?

Se vuoi restare al passo coi tempi, hai una sola risposta a disposizione, monosillabica: Sì! 😉

Varcata la soglia delle medie, i nostri e le nostre junior iniziano a salutarci, andando alla ricerca, inizialmente più timida e poi sempre più intensa, di un proprio sentiero nella vita, di un proprio luogo nella comunità, di una propria identità nella società.

Nel periodo preadolescenziale diventa sempre più evidente la distanza che si instaura tra due generazioni: i genitori di oggi (noi) e quelli di domani, i nostri figli e le nostre figlie.

Tutto questo in un contesto particolarmente fluido come si presenta la nostra società, oggi.

Lo scenario è questo, più o meno: adulti oberati da svariate incombenze quotidiane, domestiche e professionali e juniors sommersi da un oceano di compiti, con una tabella di marcia serratissima, imposta da insegnanti esigenti e desiderosi di farli crescere.

Aggiungiamo poi tutti gli aggeggi multimediali sparsi per casa. E i social e lo streaming e le chat e i messaggi rigorosamente vocali.

Trovare ancora del tempo per una sana sosta, tutti insieme, genitori e juniors, ai confini dell’adolescenza è una vera sfida. Renderlo di qualità, anche.

A presto,

Lucian Berescu

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