Genitori migliori per un mondo migliore, nel terzo millennio
La metafora della società liquida introdotta dal rinomato sociologo polacco Zygmunt Bauman descrive brillantemente la società che abitiamo e i rapporti interpersonali che viviamo.
Confini fisici e simbolici mutano ad altissima velocità. Diventano sfumati, incerti, fragili.
Non è un bene. Non è un male. È il presente che viviamo.
È il Mondo che abitiamo, e che genera spesso un marcato senso di disorientamento che si ripercuote sul ruolo che siamo tenuti a coprire nei confronti delle nuove generazioni: quello di genitori.
Le incertezze e i profondi mutamenti sociali e relazionali, l’innovazione e le nuove tecnologie fanno sì che spesso il futuro venga percepito come una minaccia. Soprattutto dalle nuove generazioni.
Datemi genitori migliori e vi darò un mondo migliore.
Aldous Huxley
Futuro e nuove generazioni
Secondo alcune ricerche, molti dei mestieri a cui ingenuamente prepariamo le nostre figlie e i nostri figli, alla fine del loro ciclo scolastico non esisteranno più.
E noi, i genitori del terzo millennio abbiamo il compito di rendere, descrivere e raccontare il futuro per quello che è ed è sempre stato: una SPERANZA, non una minaccia.
Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti.
Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani. E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori.
Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte.
Karl Popper
Dipende esclusivamente da noi come scegliamo di vedere il mondo presente e come scegliamo di immaginare il futuro, nostro, dei nostri figli e delle nostre figlie.
La famiglia, oggi
Non solo la società e le relazioni, ma anche la famiglia ha subito mutamenti significativi negli ultimi anni.
Una volta c’era la famiglia normativa con regole ben chiare.
Chi non le rispettava si beccava subito una sberla. Punto. Non si discuteva, non si spiegava, non si ascoltava.
Non si parlava o si parlava poco di retorica, non si accordava importanza che diamo oggi alla comunicazione, non si parlava di crescita personale.
Quel tipo di famiglia non esiste più. Adesso si parla di famiglia affettiva.
Oggi si dà molta, anzi moltissima importanza alle parole, alle emozioni, alla comunicazione efficace, all’empowerment.
L’autorevolezza genitoriale ha completamente e definitivamente seppellito l’autorità genitoriale. E meno male.
Regole rigide e senza spiegazioni, tipo “Adesso chiudi la bocca e fila in camera tua!” sono andate alla pattumiera della storia.
Adesso parliamo di negoziazione, di educazione al dibattito e all’argomentazione.
Genitori-allenatori discorsivi, che cosa fanno
Per ispirare i nostri juniors a diventare la migliore versione di se stessi, siamo noi per prima a dover diventare la migliore versione di noi stessi.
Per vedere il ruolo di genitore nella giusta luce in questo inizio di terzo millennio, dobbiamo guardarlo da una prospettiva diversa: quella da allenatore che sa guidare, ispirare, illuminare.
Un genitore-allenatore discorsivo, in altre parole.
Ai miei juniors dico: “Siate la soluzione, ovunque voi vi troviate.”
E loro, con la genuinità di chi muove i primi passi nella vita, si impegnano ad esserlo.
È di questo che abbiamo bisogno e hanno bisogno le nuove generazioni: di soluzioni.
Che cosa fa di preciso un genitore allenatore discorsivo?
- Accompagna gli juniors sui sentieri della consapevolezza del sé
- Li ispira a osservare, a interrogarsi, a dibattere e ad argomentare
- Trova tempo per stare insieme a loro, per condividere, fare, parlare e giocare
- Ascolta attivamente: il rapporto genitori – figli cresce e si consolida con l’ascolto attivo e attento
- Incoraggia a guardare al futuro con curiosità e creatività
Questi sono allenamenti che un genitore-allenatore discorsivo propone ai suoi juniors.
Così noi, genitori del terzo millennio, diamo ai nostri juniors lo spazio vitale della libertà di espressione: per potersi mettere in gioco, provare ed esplorare.
Per conquistare sé stessi, la loro vita, il loro futuro.
Un saluto,
Lucian
Nella foto: insieme a Chiara e Marco, i miei due juniors, guardando al futuro (dall’archivio personale, foto scattata a dicembre 2019)