Il potere delle parole
Nel suo spregiudicato trattato di Retorica Fare colpo con le parole, Sam Leith dice sagacemente:
Non usiamo il linguaggio per trasmettere semplicemente informazioni, senza nessun altro intento. Diamo informazioni perché riceviamo in cambio qualcosa, perché è utile o perché è piacevole: ci porta lontano dai problemi o dentro un letto.
Buon a saperlo 🙂
Fa il simpatico, il giornalista, e ha ragione.
Fosse solo per questo e dovremmo – mano alla fronte o sul mento, con aria di profonda meditazione – riflettere seriamente sul potere delle P A R O L E.
Le parole, cosa sono?
Che cosa sono, dopotutto, le parole?
Sono gli strumenti che tutti abbiamo a disposizione senza, purtroppo e troppo spesso, renderci conto del loro potere tangibile nel plasmare modi e mondi.
Vediamo.
Una volta, mentre facevo colazione in un albergo del Veneto, sentii la cameriera dietro al banco accogliendo così il suo collega:
Vito, quando arrivi tu, c’è sempre il sole!
Bellissimo. Se mi fossi alzato in quel preciso instante per far presente alla simpatica cameriera dal parlar grazioso che ha appena scelto un delizioso strumento retorico – la metafora – per salutare il suo collega mi avrebbe probabilmente guardato stupita, chiedendosi di che cavolo stessi parlando.
In ogni caso, quella giornata fu bellissima anche per me, come il saluto della cameriera al suo collega.
Parole di luce
Pensai: se tutti scegliessimo a colazione parole calde, piene di luce e di allegria come sarebbe il mondo?
Io, ci penso, provaci anche tu. L’immaginazione stimola la creatività e ci aiuta a rendere raggi di luce le nostre parole, capaci di far riscaldare mente e anima.
La metafora del treno
Vediamo un altro esempio:
Ho perso il treno?
Non importa, me la faccio tutta a piedi.
La capacità di cogliere un’opportunità è spesso retoricamente identificata nella nostra quotidianità attraverso la metafora del treno che arriva o no, nella fermata giusta, nella stazione desiderata:
Ho preso il treno …
Ho perso un treno …
Sono salito sull’ultimo treno …
Passerà un altro treno …
È passato l’ultimo treno …
Questa è una potente metafora in grado di esprimere, visto il contesto, la delusione per un treno perso e la determinazione di farsi una sana camminata.
Le parole giuste
Dicevo: le PAROLE sono strumenti di sei lettere che custodiscono un potere tangibile. La nostra quotidianità sociale, famigliare e professionale è una continua ricerca più o meno consapevole di parole giuste al momento e al posto giusto per mantenere o accrescere il potere.
Dobbiamo dire questo … Possiamo dire quell’altro … Questo si dice … Questo no ... e via di questo passo.
A chi ha veramente voglia di scoprire e ben maneggiare l’inestimabile potere delle parole suggerisco di passare dal Chilometro 0 della Comunicazione dove si trova il miglior libro sulla sulla comunicazione efficace.
Mi riferisco, ben intesi, alla retorica o l’arte del discorso efficace, un campo del sapere di assoluta importanza quotidiana che da quasi tre millenni insegna come far buon uso dell’immenso potere delle parole.
Disse Aristotele:
Se è vergognoso non essere in grado di difendersi con le proprie braccia, sarebbe assurdo se fosse esente da vergogna non saperlo fare per mezzo della parola, il cui uso è più proprio dell’uomo di quello delle braccia.
Vabbè, lui parlava quasi tremila anni fa, quando gli antichi, addosso, le mani se le mettevano più spesso e con meno scrupoli.
Comunque, sulle PAROLE gli antichi greci avevano le idee chiare.
Isocrate che per un po’ fu contemporaneo e concittadino di Aristotele, disse agli ateniesi e lasciò ai posteri:
La parola, del resto, è il solo vantaggio che la natura ci ha dato sugli animali, rendendoci così superiori in tutto il resto.
Sulla superiorità, il mondo mantiene ancora qualche perplessità.
Mezzo di … distrazione
La Storia ci insegna che questi magnifici strumenti possono trasformarsi in un potente mezzo di distrazione e di distruzione di massa.
Se finiscono nelle mani, o per meglio dire, nella bocca sbagliata.
Gli anni bui dello scorso secolo in cui due guerre planetarie hanno portato l’Umanità sull’orlo del baratro nell’arco di meno di una generazione sono un eloquente esempio, oltre che un amaro ricordo.
A presto,
Lucian
Foto di Ozzy Delaney