Il cervello: la nostra cabina di comando
La cabina di comando di ciò che siamo ha otto lettere riunite in una parola: cervello.
È la più stupefacente parte del corpo umano e la struttura più strabiliante dell’universo.
Qui nascono intese e fraintendimenti, idee e azioni, parole e parolacce, emozioni e comportamenti, amore e speranza.
Il cervello: se lo coltivo funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce. La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.
Rita Levi Montalcini
Questa straordinaria forza della natura è contenuta in un solo chilo e mezzo – grammo più, grammo meno, a seconda della conformazione fisica – del peso totale di un essere umano.
Ha la forma di una noce e tiene insieme circa 86 miliardi di neuroni.
I neuroni sono le cellule cariche di informazioni in un perenne viavai da e verso la cabina di comando.
Che cosa fanno i neuroni?
Regolano, coordinano e armonizzano il funzionamento di una “macchina” perfetta: il corpo umano.
Sempre loro, i neuroni, ci danno un’idea del mondo esterno, ci aiutano a percepirlo per com’è e aggiustarlo per come vorremmo che fosse.
Grazie a quest’esigua parte del corpo umano facciamo quello che facciamo: parlare, scrivere, camminare, respirare, pensare, creare e tutto il resto.
È stata Suzana Herculano-Houzel e il suo gruppo di ricerca a definire il numero di neuroni dopo aver compiuto una serie di accurati studi su più cervelli umani trasformandoli in quella che lei stessa definisce zuppa di cervello.
La cabina di comando: ciò che vediamo, facciamo e pensiamo
Nella cabina di comando prende forma tutto ciò che vediamo, facciamo e pensiamo.
Andiamo a frugare più da vicino nei meandri della materia grigia per farci un’idea dell’evoluzione di quest’affascinante parte del corpo umano.
A scopo illustrativo, dividerò il cervello in tre parti:
- il cervello primario
- il cervello relazionale
- il cervello razionale
Scopriamoli tutti e tre, brevemente:
Il cervello primario
Questa è la parte del cervello la più antica, chiamata anche l’archicorteccia.
Si stima sia una eredità del mondo rettile, che quindi ci portiamo dentro da circa duecento milioni di anni.
Qui risiedono gli istinti primari come la conservazione della specie, la procreazione, la difesa del territorio.
Questa è la parte del cervello responsabile dell’accelerazione del polso e dell’aumento della pressione nel sangue quando ci sentiamo minacciati.
Il cervello primario non ammette mezze misure: vuole tutto e subito.
Il cervello relazionale
A rimettere le cose nel giusto equilibrio ci pensa il cervello relazionale, chiamato anche la paleocorteccia.
Da circa cento milioni di anni, da quando cioè, apparirono i primi mammiferi sulla Terra, questa parte del nostro cervello è diventata la sede principale delle emozioni.
Qui germogliano i legami di attaccamento e la dipendenza affettiva su cui poggiano i rapporti tra genitori e figli. È con la paleocorteccia che riconosciamo il tono della voce delle persone a noi care.
Come ci orientiamo nel … labirinto del non verbale e delle emozioni che leggiamo sul viso del nostro interlocutore? Con l’aiuto del cervello relazionale.
Tutte quelle trappole affettivo–relazionali del tipo “se gli altri non mi amano, allora non vado bene”, “sono felice se piaccio agli altri” “faccio cose perché il mondo mi apprezzi” nascono qui e fanno spesso ingenti danni.
Qui sbocciano, crescono e muoiono i legami che instauriamo con i nostri simili incontrati sui sentieri della vita.
Il cervello razionale
Infine, il cervello dell’uomo moderno che da circa centomila anni ci ha resi degli esseri compiuti e civilizzati. Se hai in mente qualche eccezione – e certo che ce ne sono – sono per confermare la regola.
La neocorteccia rappresenta circa l’85% del cervello ed è lì che prendono vita le associazioni di idee, le invenzioni, i sogni dei poeti, degli artisti, degli scienziati e degli innamorati.
Questa parte significativa della nostra cabina di comando rappresenta la forza propulsiva che ci ha portati dalla caccia alla cucina, dalle caverne ai loft in cima ai grattacieli, dalla natura alla cultura.
E ancora: a lavarci con acqua calda da poche centinaia di anni, a guidare l’automobile, a fare le passeggiate nello spazio e a viaggiare dall’altra parte del mondo in poche ore o con un click.
Il cervello razionale ci ha portato al livello di sviluppo a cui siamo arrivati oggi.
È sempre il cervello razionale a distinguerci dall’intero regno animale. Qui c’è un’intensa attività che consiste nell’elaborare le informazioni ricevute dai sensi e nel regolare le funzioni cognitive come il linguaggio, il pensiero, l’apprendimento, i ricordi e la capacità di decidere.
Ed è sempre qui che affiorano i grandi interrogativi, tipo:
Chi siamo?
Da dove veniamo?
Dove andiamo?
Sempre nel cervello razionale troviamo: il mondo astratto, la compassione, lo spirito di sacrificio, il senso del sacro, l’etica e la morale, la capacità di risolvere i problemi o, di ingarbugliarsi la vita, il pensiero ipotetico e quello logico.
Con il cervello razionale facciamo progetti e creiamo cose ed è qui, infine, che tentano di giungere quelle tecniche millenarie della visualizzazione, della meditazione e dello yoga.
Non è ancora ben chiaro come il cervello riesca a contenere tutte le informazioni che gli arrivano ora per ora, giorno per giorno, anno per anno, per tutta la vita, ma la scienza ci sta lavorando.
Sappiamo, per ora, che la sua è un’attività frenetica, tra dati da immagazzinare, da elaborare e da ricordare.
A forza di processare una quantità inimmaginabile di informazioni, i tre cervelli non sempre comunicano bene tra di loro, per cui ogni tanto si può verificare il desiderio di prendere a sberle il capo incompetente, il guidatore dell’auto che ci precede o di andare in vacanza tre mesi prima delle ferie programmate.
In soccorso, per rimettere le cose nella giusta prospettiva, vengono la conoscenza, l’esperienza, la memoria, il ragionamento anche se non sempre e non necessariamente in quest’ordine.
Insomma, a volte si possono verificare fraintendimenti tra i tre cervelli, tra ragione ed emozioni, tra emozioni e desideri, tra desideri e bisogni.
Eppure, il cervello nel suo complesso sa tutto e comanda tutti e soprattutto sa quello che vogliamo fargli sapere.
Tiene conto dei dati più importanti da processare tra l’infinità di stimoli che gli arrivano: forme, colori, sapori, rumori e molto altro.
Il cervello, la cabina di comando di ciò che siamo, pensiamo e facciamo, rappresenta il 2% del nostro peso corporeo, ma ha una forza incredibile che spesso valorizziamo in parte oppure non valorizziamo affatto.
Al prossimo post,
Lucian