La mente: processi controllati e automatici

Aggiornato: 1 Novembre 2023

La mente: processi controllati e processi automatici
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La mente: processi controllati e processi automatici

Nella nostra mente ci sono in tutti i frangenti due sistemi di elaborazione delle informazioni al lavoro: i processi controllati e i processi automatici.

Immagina il seguente scenario.

Sei volontario o volontaria per questo esperimento: hai a disposizione delle serie di 5 parole e tu ne devi usare solo 4 per comporre una frase.

Ad esempio la essi disturbano normalmente vedono può diventare normalmente essi la vedono oppure normalmente essi la disturbano.

Quando hai finito il test e sei pronto per consegnarlo, la sperimentatrice è lì ma è impegnata in una conversazione e non stabilisce alcun contatto visivo con te.

Che cosa fai?

Se la metà delle frasi risolte conteneva parole legate alla scortesia come disturbare, aggressivo ecc. è molto probabile che tu interrompa con nonchalance la sperimentatrice nel giro di un paio di minuti. Dici qualcosa tipo Ehi ho finito, ora cosa devo fare?

Se invece hai lavorato con frasi in cui al posto di parole scortesi ci sono parole legate alla buona educazione, ad esempio la essi rispettano normalmente vedono, le probabilità dicono che te ne resterai buono e tranquillo finché la sperimentatrice non si accorge di te, un quarto d’ora dopo.

Si ottiene lo stesso risultato anche quando le parole sono presentate in modo subliminale, cioè quando vengono proiettate troppo rapidamente su uno schermo perché la mente cosciente possa registrarle.

Tuttavia, una parte della mente le registra e mette in moto determinati comportamenti.

Questo esperimento è raccontato da Jonathan Haidt nel suo Felicità: un’ipotesi e dimostra come una gran parte dei processi mentali avviene automaticamente senza bisogno di attenzione o di controllo.

I processi automatici sono del tutto incoscienti in contrapposizione a quelli controllati, ovvero i pensieri che richiedono uno sforzo, procedono per passi e si svolgono sul palcoscenico della coscienza.

Ad esempio, quando vai in ufficio in una giornata uggiosa e sai di dover essere lì per le 9 devi pensare consciamente per scegliere a che ora esci di casa per affrontare in tempo giusto il traffico caotico e le strade intassate come al solito.

Ma una volta al volante quasi tutto quello che fai è automatico: respirare, battere le palpebre, spostarti sul sedile, fantasticare e mantenere la distanza tra la tua auto e quella di davanti.

L’elaborazione controllata è limitata, possiamo pensare consciamente a una sola cosa per volta mentre i processi automatici si svolgono in parallelo e sono in grado di gestire più compiti alla volta.

Qui alziamo il sipario e facciamo entrare in scena il linguaggio.

Nessuno sa con precisione quando sia comparso il linguaggio. Le stime parlano di un arco temporale che va dai 2 milioni di anni a 40.000 anni fa circa.

Tuttavia, una volta datoci in dono dall’evoluzione, fornisce il suo inestimabile contributo alla pianificazione, alla valutazione dei pro e dei contro e all’analisi delle cause che hanno portato al successo o al fallimento una determinata azione o progetto.

Servono le parole per fare tutto questo.

L’abilità linguistica si è ampliata al punto di aiutare l’Elefante a fare qualcosa di importante per la sopravvivenza o la riproduzione e in modo migliore: il Cavaliere è stato generato al servizio dell’Elefante.

Di norma il nostro comportamento è una reazione a uno stimolo come quando ci viene fame e vogliamo mangiare, ma il linguaggio è diventato uno strumento potente che ci ha permesso di liberarci parzialmente dal controllo degli stimoli.

È noto che il nostro cervello è congegnato in modo che il cibo e il sesso ci diano piccole scariche di dopamina, il neurotrasmettitore con cui il cervello ci fa godere delle attività che fanno bene alla sopravvivenza dei nostri geni.

La relazione fra elaborazione automatica e controllata

La relazione fra elaborazione automatica e controllata?

Prima di tutto teniamo a mente che l’elaborazione automatica corrisponde al gigante Elefante e quella controllata al piccolo Cavaliere.

Il sistema controllato ci permette di pensare a obiettivi e pianificare a lungo termine, sfuggendo in questo modo alla tirannia del qui e adesso, cioè allo scatenamento automatico della tentazione alla vista di oggetti tentatori.

Il sistema automatico, invece, è stato forgiato dalla selezione naturale per scatenare azioni rapide e affidabili, e comprende parti del cervello che ci fanno provare piacere e dolore tenendo premuto il bottone per il rilascio della dopamina.

Il sistema controllato è più che altro un consulente, non un re o un presidente, è il Cavaliere in groppa all’Elefante che aiuta la bestia a fare scelte migliori.

Il Cavaliere vede più in là nel futuro e può acquisire informazioni importanti parlando con altri Cavalieri o leggendo le mappe, ma non può mandare l’Elefante di qua e di là contro la sua volontà.

David Hume sintetizza così questa verità:

La ragione è e può solo essere la schiava delle passioni, e non potrà mai aspirare a ufficio diverso dal servirle e obbedire loro”.

Il Cavaliere, quindi, è il pensiero cosciente e controllato.

L’Elefante, dall’altro canto, è tutto il resto: le sensazioni e le reazioni viscerali, le emozioni e le intuizioni. Il sistema automatico, in altre parole.

L’Elefante e il Cavaliere, ovvero il sistema automatico e il sistema controllato, quando lavorano bene insieme rendono possibile la brillantezza degli esseri umani.

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