Assertività: suggerimenti pratici per allenarla
In questo articolo, alcuni suggerimenti pratici per allenare la tua assertività.
Quante volte ci siamo sentiti incompresi, frustrati, o abbiamo involontariamente ferito qualcuno con le nostre parole? La comunicazione non è solo trasmettere un messaggio, è l’impalcatura delle nostre
relazioni personali e professionali e della nostra
autostima.
Come suggerisce Marshall B. Rosenberg nel suo illuminante,
Le parole sono finestre (oppure muri), le nostre espressioni possono innalzare
barriere di separazione (muri) o aprire
connessioni empatiche (finestre).
In pratica, esistono tre stili principali che determinano come interagiamo con gli altri. Riconoscerli è il primo passo verso il cambiamento.
L’Assalto: lo stile di comunicazione aggressivo
Chi comunica in modo aggressivo cerca di dominare l’interlocutore, esprimendo i propri bisogni a discapito degli altri, spesso attraverso critiche, accuse e alzando la voce in un continuo crescente escalation emotiva.
Hai presente quando il partner è in ritardo per un appuntamento importante? Ecco come parla l’aggressivo: “Sei sempre in ritardo! Non ti importa mai di me o dei nostri impegni, non hai alcun rispetto!” Con queste parole si concentra sul giudizio della persona anziché sul problema e la conseguente soluzione.
Prendiamo un altro esempio: il partner non svolge una faccenda domestica concordata. Si mette davvero nei guai con l’aggressivo che puntualmente dirà con tono tagliente: “Basta, lo faccio io, tanto non si può contare su di te per nulla! Non fai mai la tua parte!” O qualcosa di non molto diverso.
E se si arriva ai soldi, la tempesta è … perfetta: “Sei sempre il solito/a irresponsabile! Non capirai mai come gestire i soldi, è inutile che ti spieghi le cose!” dirà l’aggressivo in riferimento a una spesa non concordata con il partner e questo e un attacco frontale al carattere e all’intelligenza dell’altro.
La Rinuncia, lo stile di comunicazione passiva
La persona passiva tende a dare la priorità ai bisogni altrui rispetto ai propri, per paura del conflitto o del giudizio. Mette i diritti degli altri al di sopra dei propri.
Andiamo in ufficio: un collega ti chiede un favore urgente all’ultimo minuto, caricandoti di lavoro extra. La risposta passiva (da evitare come la peste): “Sì, certo, non preoccuparti… anche se ho una scadenza importantissima, farò in tempo.” Poi ti ammazzi di lavoro fino a tardi e ti senti risentito.
L’Equilibrio, lo stile di comunicazione assertivo
Infine, un ragio di speranza.
Questo è lo stile più efficace e rispettoso. La persona assertiva esprime i propri bisogni, opinioni e sentimenti in modo chiaro e onesto, mantenendo un profondo rispetto per l’interlocutore e i suoi diritti. L’obiettivo è duplice: collaborazione e condivisone.
Rimaniamo in ufficio: un collega ti chiede un favore urgente all’ultimo minuto.
Risposta assertiva: “Capisco l’urgenza e mi piacerebbe aiutarti. Tuttavia, in questo momento sono concentrato sulla mia scadenza per le 15:00. Posso dedicartici dalle 16:00, va bene per te?” Guardo negli occhi l’interlocutore mentre mi esprimo, uso un tono pacato e deciso, difendo i miei confini personali e propongo una soluzione.
Torniamo a casa per chiedere al partner, con tono assertivo, di lasciare il telefono durante i pasti, cosa che ci infastidisce parecchio: “Quando guardi il telefono mentre mangiamo, mi sento trascurato/a; ho bisogno di connessione e presenza durante il nostro tempo insieme. Puoi per favore lasciare il telefono in un’altra stanza mentre ceniamo?”
E se invece senti il bisogno di startene un po’ per i fatti tuoi dopo una giornata lunga e stressante? Ecco cosa puoi dire per esserne certo di aver sfoggiato le tue qualità assertive: “Amore, ho avuto una giornata molto pesante. Avrei bisogno di un’oretta per me in silenzio per ricaricare le energie. Poi sono tutto/a tuo/a, ti va bene?”
Sei chiaro/a sul bisogno e formuli con rispetto una richiesta di accordo. Indovina la risposta? 😉
L’assertività è una competenza che si impara. È lo strumento che ci permette di costruire finestre nelle nostre interazioni invece che muri.
Suggerimenti pratici per allenare la tua assertività:
Impara a usare l’IO
Invece di accusare con il “Tu” (es. “Tu mi fai arrabbiare!”), esprimi il tuo stato interiore con l’“Io” (es. “Mi sento frustrato quando ritardi perché temo di non riuscire a rispettare i miei impegni”). Questo evita che l’altro si metta sulla difensiva e sposta il focus sulle tue emozioni e bisogni.
Distingui tra fatti e giudizi
Come suggerisce Rosenberg, prima di comunicare, allenati a separare l’Osservazione (il fatto oggettivo) dal Giudizio (la tua interpretazione). Ad esempio: “Sei disordinato.” (Giudizio). “Ci sono tre scatole di libri sul tavolo che avevi detto di spostare.” (Osservazione)
Dì “No” in modo gentile e fermo
Il “No” assertivo non ha bisogno di scuse eccessive o giustificazioni logorroiche. Basta riconoscere la richiesta e dichiarare la propria impossibilità: “Ti ringrazio per avermelo chiesto, ma non riesco a farlo in questo momento.”
Chiedi un feedback, non un’approvazione
Se hai espresso una tua opinione o una richiesta, chiedi un feedback all’altro per verificare la comprensione e favorire l’apertura. Ad esempio: “Ti è chiaro il mio punto di vista? Cosa ne pensi della mia proposta?”
L’assertività è impalcatura della tua identità. Chiede sincerità, non perfezione. Ogni volta che scegli la via dell’assertività, trasformi la relazione da braccio di ferro a progettazione condivisa. Quando mettiamo al centro bisogni e richieste chiare, le parole smettono di dividere e tornano a connettere.
Spero che questi spunti ti siano utili per rendere la tua comunicazione sempre più una finestra verso l’altro, invece che un muro. E uno stimolo per scegliere la via dell’assertività.
Dopotutto, il benessere relazionale che vuoi coltivare è custodito nelle parole che scegli.
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Lucian