L’arte di fare le domande giuste al momento giusto
Fare le domande giuste è un’arte che puoi imparare e praticare se sai come farlo 🙂
Una premessa prima di proseguire: per poterlo fare, è fondamentale l’abilità dell’ascolto attivo.
Chi conosce tutte le risposte, non si è fatto tutte le domande.
Confucio
Ok, iniziamo … con una domanda: che ruolo hanno le domande nelle relazioni interpersonali?
E, soprattutto, come riuscire a fare le domande giuste al momento giusto?
Andiamo per ordine.
Perché domandiamo
Le motivazioni che ci portano a porre domande:
- rompono il ghiaccio e favoriscono l’interazione
- procurano informazioni, dando modo ai parlanti di scoprire e scoprirsi
- stimolano l’interazione verbale
- evitano che l’interazione si interrompa
- aiutano a comprendere meglio l’argomento di cui si parla
- fanno guadagnare tempo, per poter predisporre l’argomentazione
- sono uno strumento strategico di conduzione del dialogo: chi fa domande assume il ruolo di guida
- possono bloccare il flusso dei pensieri dell’interlocutore, indirizzando il ragionamento in una direzione diversa
Il dialogo
Quando ci riferiamo alle domande nelle interazioni verbali, ci riferiamo implicitamente a un dialogo tra due o più persone.
Il dialogo può essere paragonato a una partita di ping-pong. Proprio come la pallina che va da una parte all’altra del tavolo in una partita di ping pong così succede in un’interazione.
Domande e risposte, idee e battute, argomentazioni e contro argomentazioni passano dal locutore all’interlocutore e viceversa. A ogni domanda segue una risposta, in condizioni normali.
Ben intesi, ciò può accadere solo se la domanda è compresa oppure, per rimanere nella metafora, se l’interlocutore riesce effettivamente a prendere la palla al balzo per passare dal silenzio attivo all’interazione con il supporto delle parole.
5 regole
Ci siamo capiti, facciamo domande e aspettiamo risposte e diamo risposte quando gli altri ci fanno domande.
Ci sono, certo, anche molte eccezzioni in cui alle domande non seguono risposte adeguate o non ce ne sono affatto.
Questi però sono casi particolari che affronteremo in separata sede 😉
Torniamo alle domande giuste.
Di seguito trovi 5 regole da rispettare e far rispettare perché il dialogo possa scorrere fluidamente e portare genuino valore all’interazione:
- le domande devono essere concrete e cortesi, brevi e comprensibili
- con le domande evita di indurre le risposte
- le domande non devono attaccare personalmente l’interlocutore
- se la domanda resta temporaneamente senza risposta o si rivela insufficiente, ripetila o riformula
- le domande devono essere motivate: richiedere maggiori informazioni, un chiarimento, un approfondimento per uno specifico argomento
Ora, quindi, sai come porle, ma le domande, di quanti tipi sono?
Ci sono domande e … domande
Vediamo quindi quali sono i tipi di domanda che possiamo rivolgere ai nostri interlocutori.
Domande aperte
Le domande aperte Iniziano sempre con quello che i grammatici chiamano pronome interrogativo: chi, che cosa, come, dove, quando, perché, per chi, in che sequenza e richiedono una risposta aperta.
Così:
Domanda aperta:
Quando posso passare da lei?
Possibili risposte:
Quando vuole.
Domani alle 15.30.
Mi faccia una proposta.
Ritengo superfluo un incontro.
Le domande aperte sono strumenti strategici che permettono di raccogliere il maggior numero di informazioni possibili per riuscire a orientarci in un contesto più o meno sconosciuto.
Il pronome interrogativo perché merita una particolare attenzione: può suonare altezzoso e provocatorio per il destinatario e può obbligarlo a giustificarsi.
L’implicito veicolato in certe interazioni è: io sono superiore, tu sei inferiore.
È un pronome da usare con parsimonia, in particolar modo nelle interazioni tra genitori e figli: possono indurre negli ultimi un comportamento giustificativo che mina autostima e fiducia nelle proprie forze.
Ciò che rischia di penetrare insidiosamente nella personalità del bambino è quest’idea riduttiva:
Se devo giustificarmi … non sono capace di … , non sono autonomo/a a … non riesco a decidere di … , sono colpevole di …
Perché in combinazione con la negazione NO è deleterio per l’interlocutore di qualsiasi età.
Perché non …?
Perché non hai fatto? / pensato? / detto che … ? / agito … ecc. è un tipo di domanda prevaricante, da evitare assoluttamente.
Poi ci sono persone che abbondando nel tentativo (sbagliato) di giustificare sempre o spesso la propria affermazione o il proprio comportamento. Non forniscono informazioni pertinenti al dialogo, eppure:
Sono andato a casa perché …
Ho fatto, pensato, agito così perché …
E infine, una risposta che più può far venire prurito all’udito:
Ho fatto, pensato, agito così perché … mica …
Se non viene chiesto esplicitamente il perché, di una cosa, situazione, dato, persona ecc. giustificarsi diventa superfluo.
Quando sei tentato di iniziare una domanda con questo pronome, morditi la lingua e cerca di riformulare.
Ad esempio:
NON DIRE
Perché lo dice?
Perché l’hai fatto?
DÌ, INVECE
Come è giunto a questa conclusione?
Che cosa ti ha spinto a compiere questa …?
Domande chiuse
Iniziano con un verbo e richiedono risposte semplici: si, no, forse, non so, non credo.
Così:
Domande chiuse
Posso passare da lei?
È giunto a qualche risultato?
Risposte a domande chiuse
Sì.
No.
Sono domande che servono per ottenere un chiarimento, particolarmente adatte alla fase conclusiva di un dialogo, quando si fa il punto della situazione o si riassumono i termini della questione discussa.
Le domande chiuse ristringono il campo di azione dell’interlocutore. Tuttavia, questa limitazione non è sempre rispettata perché:
- in genere, la cortesia come regola sociale spesso vieta di rispondere con un secco Sì o No
- l’interlocutore vuole tenersi una possibilità per cambiare idea o fare marcia indietro e quindi evita di prendere definitivamente posizione
Chi risponde ha già pensato alla domanda successiva e fa a meno di esplicitare il sì o il no nella sua risposta.
Esempio 1
Domanda: Siete giunti a qualche risultato?
Risposta 1: Abbiamo lavorato molto alla ricerca di una soluzione facendo un bel passo avanti.
Risposta 2. Non era affatto necessario giungere a un risultato, l’incontro è servito solo a uno scambio di opinioni.
Esempio 2
Domanda: Posso passare da lei?
Risposta: Venga domani alle 16.00.
Domande alternative
Contengono le possibili risposte indicando così un contesto per la risposta al quale di norma l’interlocutore si attiene.
Domanda:
Cinema o teatro stasera?
Risposta:
Andiamo al teatro.
Le domande alternative offrono spunti per poter prendere una decisione tra più alternative.
Contro domande
Le risposte sotto forma di domande chiamate anche contro domande sono più delle volte considerate scortesi e provocatorie. Spesso sono formulate per distogliere l’attenzione dalla domanda iniziale.
Le contro domande possono, tuttavia, essere utili quando ad esempio non si è certi di aver capito bene la domanda iniziale, oppure quando si ha bisogno di dati più precisi per poter dare una risposta valida.
Questo è il motivo per cui la contro domanda è di solito una domanda aperta con la quale si reagisce a una domanda chiusa.
Domanda: Esci a cena con noi?
Contro domanda: Dove avete pensato di andare?
Domande retoriche
Sono finte domande, nessuno aspetta veramente una risposta. Infatti, la risposta è data direttamente da chi pone la domanda, oppure la domanda è già un’affermazione camuffata da domanda. Sono domande che seminano dubbi e finiscono con un punto interrogativo o con un punto esclamativo.
Quale uomo potrebbe mai resistere? (!)
E alla fine hai imparato qualcosa, no?, commetti sempre gli stessi errori, lo sappiamo entrambi.
Il mio consiglio? Usa le domande retoriche con cautela: apparentemente stimolano l’interlocutore a intervenire, ma in realtà non gli consentono di prendere la parola.
Domande suggestive
Sono affermazioni travestite da domande e come tali suggeriscono già la risposta.
Le domande suggestive sono delicate: possono suscitare diffidenza e ridurre la disponibilità al dialogo.
Esempio:
Non stava per andarsene?
Fare le domande giuste al momento giusto e nel contesto adatto è un’arte, lo abbiamo visto. Chi si interessa veramente e genuinamente a stabilire e coltivare relazioni rispettose impara e si esercita nell’arte di porre domande.
Le domande giuste possono rendere il dialogo, la conversazione e più in generale le interazioni piacevoli e di valore formativo oltre che informativo.
Diamo pertanto il giusto spazio alle domande nella nostra quotidianità: poniamole con curiosità, reale interesse e rispetto, a noi stessi e alle persone con cui parliamo.
By the way … 🙂
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Foto di Benjamin Reay