Che cos’è il dialogo
Il termine dialogo deriva dalla parola latina dialogus la quale porta in sé altri due vocaboli: dià che significa attraverso e logos che significa discorso.
Il dialogo è, secondo Treccani, “un discorso o un colloquio fra due o più persone.”
L’eloquenza è una pittura del pensiero.
Blaise Pascal
Si tratta dunque di un confronto verbale che attraversa due o più persone.
A cosa serve
Il dialogo ha un considerevole peso nelle interazioni sociali e serve per esprimere sentimenti diversi e discutere idee non necessariamente contrapposte.
Il dialogo porta alla conoscenza dell’altro se l’Altro rimane aperto al confronto. Inoltre, stimola l’interazione ed è fonte di benessere relazionale.
A volte, può, però, essere anche causa di sofferenza e disaggio.
Come ci sentiamo, ad esempio, dopo una bella chiacchierata in cui prevale il dialogo con un interlocutore interessante, garbato, positivo?
Per contro, come ci sentiamo dopo una terribile sfuriata in cui il monologo prende il posto del dialogo e nessuno sente più nessuno?
Per avere un dialogo sereno e soddisfacente è necessario seguire alcuni step, pochi e buoni. Si tratta di regole perlopiù non scritte, intuitive che mettiamo in atto seguendo automatismi sociali e conversazionali.
Naturalmente, prendere maggiore consapevolezza sulle dinamiche insite nel dialogo può aiutarci ad essere più aperti, avere confronti più produttivi ed entrare più facilmente in sintonia con l’interlocutore.
Il dialogo in 5 passi
Vediamo dunque come si sviluppa un dialogo e come possiamo contribuire alla sua riuscita.
Preparazione preliminare
Un dialogo può essere preceduto da una fase preparatoria in cui anticipare gli argomenti concreti su cui confrontarsi, il punto di vista del o degli interlocutori e le domande più rilevanti da fare.
Già dall’apertura del confronto è buona regola informarsi sui tempi a disposizione e, per quanto ne sia possibile, avere qualche dato in più sul contesto in cui si svolge.
Apertura
È in questa primissima fase che si forma la prima impressione, attraverso le formule di apertura con cui instauriamo il contatto iniziale.
Come la saggezza popolare ci insegna c’è solo una prima occasione per fare una buona prima impressione. Pertanto, è buona pratica presentarsi sorridenti, con sguardo e atteggiamento di apertura.
È auspicabile, inoltre, per l’ottimale sviluppo del dialogo, chiacchierare per un po’ su un tema di interesse generale prima di affrontare il vero argomento del confronto.
Per rompere il ghiaccio e instaurare da subito un rapporto di fiducia si possono fare domande aperte e incoraggiare l’interlocutore ad affrontare con spirito collaborativo il confronto che sta per iniziare.
Non sono consigliabili in questa fase lunghi monologhi autocelebrativi del tipo chi sono, cosa ho fatto, quanto sono bravo, quante cose so io, quante cose ho visto, quante cose farò per voi e via di questo passo.
Il clima del dialogo si può percepire dalle prime battute ed è in questa fase che si osserva se tra i partecipanti esista un rapporto paritetico oppure se ci sono tentativi di predominio verbale tra i partecipanti.
Un dialogo proficuo, sereno e soddisfacente si sviluppa in un clima di parità e collaborazione in cui i dialoganti mostrano reciprocamente apertura e interesse.
Analisi degli argomenti
È importante in questa fase come si presenta l’argomento.
L’obiettivo è di renderlo accattivante e in linea con le aspettative reciproche.
Questo è lo step in cui è buona prassi porre domande e lasciare poi la parola all’interlocutore, quando si desidera scoprire di più sull’argomento.
Alla presentazione degli argomenti segue quindi l’analisi, ossia l’illustrazione delle circostanze, delle condizioni e dei presupposti che potrebbero essere rilevanti per lo sviluppo del confronto.
Da ricordarsi che fare domande mirate e lasciare la parola all’interlocutore è la migliore strategia per raccogliere il maggiore numero di informazioni riguardanti gli argomenti del confronto e i vari punti di vista degli interlocutori.
Eventuali soluzioni
Per raccogliere idee, lo strumento di comunicazione più adatto è, quindi, la domanda. Le risposte poi permetteranno di sviluppare proposte e valutare alternative.
È necessario, per il buon decorso del confronto che la propria posizione sugli argomenti in discussione sia aperta in modo da lasciare spazio a idee che inizialmente possono sembrare fuori contesto.
Essere aperti al confronto significa stimolare un rapporto dialogico alla pari, evitando di voler aver l’ultima parola o di accettare i punti di vista degli altri partecipanti solo se consoni al proprio.
In questa fase è buon’abitudine assicurarsi di mantenere il focus sugli argomenti del confronto attraverso:
- domande tese a orientarsi e a fare chiarezza
- risposte pertinenti per comprendere al meglio proposte, idee e valutazioni
Conclusioni e accordo
Ci avviamo alla fine del confronto, pertanto è necessario riassumere le proposte, le idee e le valutazioni emerse. Si possono evidenziare i punti in comune e si tiranno le somme in modo succinto e cristallino.
Si chiariscono, infine, se ce ne sono, gli eventuali dubbi.
That’s it 🙂
Il dialogo è faccenda complessa anche se non sembra. Prestarne poca attenzione o non prestarne affatto può portare il confronto allo sbando, rendendo il dialogo monologo o, in casi estremi, affronto.
I passi illustrati nel presente posto servono proprio per evitare questo.
Al prossimo articolo,
Lucian
Foto di Martin Sillaots