Come farsi rispettare
Per sapare come farsi rispettare, bisogna prima imparare ad essere assertivo.
La comunicazione assertiva è altamente retorica e ha riflessi positivi in tutte le situazioni discorsive della nostra quotidianità.
Per sciogliere ogni dubbio: essere assertivi significa rispettare e farsi rispettare.
Significa, in altre parole, saper affermare il proprio punto di vista con sincerità e sicurezza, in pieno rispetto dei punti di vista degli altri interlocutori.
Nelle relazioni, nelle vendite, nella gestione delle risorse umane, nelle riunioni, nei rapporti interpersonali, familiari e professionali non si va molto lontano senza imparare a farsi rispettare.
Tutto il problema della vita è questo: come rompere la solitudine, come comunicare con gli altri.
Cesare Pavese
La comunicazione assertiva
La comunicazione assertiva sta nel giusto mezzo, tra la comunicazione passiva, intimidita, e quella aggressiva, prevaricante.
È qui l’arena retorica in cui locutore e interlocutore si affrontano, si confrontano, dialogano e dibattono. Con un unico obiettivo: far aderire l’altro alla propria idea.
Ottenere il consenso dell’interlocutore, in altre parole.
Qui puoi pronunciare un “Ah!” sorpreso e poi guardare Guido in questa scena memorabile de La vita è bella.
Vedrai come si apre in un battibaleno una cucina già chiusa e si difende l’unico interesse retorico che conta: portare l’interlocutore dalla propria.
L’interazione collaborativa
La comunicazione assertiva si svolge all’insegna dell’interazione collaborativa tra i parlanti e l’obiettivo è di portarsi a casa, tutti, un buon risultato discorsivo.
Coloro che “salgono” sulla scena discorsiva pronunciano, mostrano e gestiscono efficacemente pensieri e parole, emozioni e azioni.
Ognuno mantiene le giuste distanze dalle due estremità comunicative mettendo in valore i tre magnifici strumenti retorici: Ethos, Pathos, Logos. Ne risulta un’interazione proficua in cui tutti espongono liberamente il proprio punto di vista e la propria linea argomentativa.
Marcatori linguistici
Ciascuno dei tre stili di comunicazione può essere identificato attraverso una serie di marcatori linguistici dominanti.
Per esempio, gli assertivi si riconoscono da affermazioni che esprimono un confronto aperto, sereno e costruttivo:
Parliamone …, Discutiamo …, Vediamo che cosa si può fare …
Qual è la tua opinione? …, Dimmi che cosa ne pensi …
Io credo che … tu che cosa ne pensi?, Possiamo fare così, che dici? …
Di seguito quattro accorgimenti non verbali che ti aiuteranno a catturare l’attenzione dell’interlocutore e ad accrescere la tua assertività:
- ascolto attivo
- contatto visivo diretto
- postura del corpo aperta e positiva
- espressione del viso sorridente
L’assertività è il risultato degli esercizi di autodisciplina appresi con l’aiuto della retorica e praticati durante il viaggio che dal Chilometro 0 della Comunicazione porta alle vette delle Crescita Personale.
È un cammino audace che richiede tempo, costanza e dedizione per raggiungere l’unico posto dove l’eccellenza linguistica può splendere: in cima e in perfetto equilibrio tra i due estremi comunicativi.
L’equilibrista, nella comunicazione
La comunicazione assertiva è, pertanto, un continuo esercizio di equilibrismo: si oppone alla comunicazione passiva, insicura e intimidita e prende le distanze dalla comunicazione aggressiva, impetuosa e arrogante.
Chi mette in atto una comunicazione dimessa e insicura difficilmente riuscirà a persuadere l’interlocutore o a far valere le proprie idee a un uditorio.
Dall’altra parte, chi nelle parole vede un sacco da box, da colpire sistematicamente e violentemente, si troverà di fronte un uditorio indifferente.
In tutte le situazioni che la quotidianità ci mette davanti, mostrarsi discorsivamente abili ci farà passare per un comunicatore assertivo, il che, a giudicare dall’esplosione dei corsi di formazione sulla comunicazione efficace, vincente, assertiva e avanti di questo passo, pare sia l’ambizioso traguardo della stragrande maggioranza degli umani in questo inizio di terzo millennio.
Questo è un traguardo raggiungibile, sì, ma solo quando si ha piena consapevolezza che parlare meno è meglio.
Potenziale discorsivo
Per inciso, nell’Arte del Parlare con Arte puoi trovare numerose strategie per valorizzare al meglio le tue abilità comunicative.
Semplice, vero?
Per niente. Né semplice, né facile, ma possibile.
Conoscere il proprio potenziale discorsivo non è la garanzia di una comunicazione efficace.
È, invece, una reale opportunità da cogliere per accrescere la propria assertività.
A presto,
Lucian
Foto di David Blackwell