Il colloquio di lavoro: come presentarsi al meglio
Tips & tricks per presentarsi al meglio a un colloquio di lavoro e accrescere le probabilità di un’assunzione.
Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste.
Raymond Carver
Il colloquio di lavoro o colloquio di selezione è l’incontro che avviene fra il responsabile delle risorse umane o la persona addetta al reclutamento e il candidato per il posto vacante all’interno dell’azienda.
Rappresenta un momento molto importante tanto per il candidato quanto per l’azienda, entrambi intenti a presentarsi al meglio al loro “primo appuntamento”.
Il “primo appuntamento”
Vediamo dunque come affrontare questo momento chiave sia per chi aspira alla posizione, sia per l’azienda che assume.
Sarò, in questo post, dalla parte del candidato, non di chi assume per l’azienda.
Preparazione
Occorre prepararsi accuratamente raccogliendo il maggior numero possibile di informazioni sull’azienda e sul posto vacante. Occorre inoltre valutare se il posto per cui ci si candida si sposa bene con le proprie aspirazioni e capacità.
L’obiettivo di un’attenta preparazione del colloquio di lavoro è di evidenziare al meglio le doti personali in modo da farsi percepire dall’azienda come il miglior candidato, in quel dato momento per quella precisa posizione.
Per questo motivo va posta massima attenzione ai seguenti 3 aspetti fondamentali:
- Abbigliamento: bisogna adattarlo alla posizione che si dovrà occupare in azienda; è indispensabile, inoltre, avere un aspetto pulito e curato, consono al settore dell’attività
- Puntualità: massima attenzione ai tempi necessari per raggiungere la sede del colloquio; fai in modo che tu possa raggiungere il luogo del colloquio in anticipo e con un buon margine di sicurezza
- Allenamento discorsivo: anticipa mentalmente lo spazio fisico e simbolico in cui entrerai, immagina le domande dell’intervistatore e prepara le risposte le più adeguate
Un film che ho particolarmente apprezzato e da cui potrai prendere qualche ulteriore spunto è Lo stagista inaspettato in cui recitano brillantemente Anne Hathaway e Robert de Niro.
Il colloquio
Ricorda ciò che la saggezza popolare chiama la prima impressione: intervistatore e intervistato si fanno a prima vista un’idea di chi ciascuno di loro ha di fronte a sé.
Ognuno si forma la propria immagine dell’altro a partire da fattori esterni immediatamente percepibili: atteggiamento, aspetto, voce, sguardo e gesti.
Affrontare il colloquio con sicurezza di sé, mostrando attenzione alle domande dell’intervistatore e formulando risposte pertinenti è un’ottima occasione per fare una buona impressione.
Simultaneamente alla prima impressione c’è il primo contatto.
L’intervistatore stabilisce le regole del primo contatto, e questa è una sottile forma di potere che esercita attraverso indicazioni brevi e precise. Nello specifico:
- decide se stringere la mano o no
- indica dove sedersi
- definisce la qualità del tempo da dedicare all’intervistato (ad esempio accetta le interruzioni dei collaboratori, risponde al telefono, controlla le e-mail ecc.)
Quando l’intervistatore prende la parola e fa le prime domande sii pronto a rispondere in maniera concisa e cristallina, senza lanciarti in commenti non richiesti. L’obiettivo – tienilo a mente – è di suscitare simpatia nell’intervistatore.
Manco a dirlo, ma dico lo stesso: non è il caso di mostrarsi aggressivi o esageratamente spigliati.
Il cuore del primo incontro
Questa fase concreta inizia abitualmente con l’invito a spendere qualche parola su di sé e su come e perché si è deciso di presentare la propria candidatura. L’intervistatore potrebbe rivolgersi con frasi diverse, ma il significato in sostanza è:
Mi dica qualcosa su di lei, sul suo percorso professionale e su come ha maturato la decisione di presentare la propria candidatura.
A quest’introduzione seguono domande di approfondimento da parte dell’intervistatore, il quale soppesa tra le altre cose, la qualità delle risposte fornite e le emozioni che le accompagnano.
Potrai incassare notevole apprezzamento se riesci a mostrare:
- brevità e limpidezza nelle risposte fornite
- disponibilità a raccontarti
- cordialità e autocontrollo emotivo
- chiarezza sugli obiettivi professionali
In questa fase del colloquio anche il candidato ha la possibilità di fare domande.
L’ordine che vale è:
- porre prima domande sull’azienda
- poi sul posto di lavoro
- da ultimo sulle condizioni contrattuali
Consiglio: evitate di affrontare in questa fase e di vostra iniziativa l’argomento retribuzione.
Conclusione
Spesso il primo colloquio si conclude con formule non impegnative, inclusa la terribile
Le faremo sapere.
Fa parte del gioco e bisogna starci.
In ogni caso, ringrazia per l’occasione, saluta cordialmente, mostra fiducia nel proprio valore professionale e lascia la stanza a testa alta, sorridente.
Nel mio cammino professionale ho avuto modo di sostenerne diversi, di colloqui di lavoro, sia da intervistatore, sia da intervistato, anche in Paesi diversi e in lingue diverse.
Da intervistato, mi sono presentato a tutti, sempre, al meglio che potessi dedicando del tempo per approfondire le info sull’azienda attraverso ricerche on & offline, e brevi confronti con amici, parenti o conoscenti.
Dall’altra parte, come intervistatore ho molto apprezzato e valorizzato chi, al primo appuntamento, si è presentato ben preparato: positivo, entusiasta ed onesto.
Questo è quanto 🙂
Buona fortuna!
Foto di Lewis Minor