7 buone abitudini quotidiane da coltivare

Aggiornato: 6 Marzo 2023

7 buone abitudini da coltivare in ROmania e ovunque

Buone abitudini quotidiane, da coltivare

In questo articolo ti illustrerò 7 buone abitudini da coltivare ogni giorno, ovunque tu sia nel mondo : in o dalla Romania, il mio paese di nascita, bellissimo e democraticamente ancora giovanissimo.

È ottobre 2016 e mi trovo in Romania, in questo periodo, nella parte est del Paese. Più precisamente a Bacău, la mia città natale, che ho lasciato definitivamente nel 2001 quando ho scelto di trasferirmi in Italia.

È una città medio grande della Romania, un Paese bellissimo e democraticamente giovanissimo.

Nato con la monarchia, cresciuto in comunismo, ora cerca di maturare in democrazia. Lo fa timidamente, con ancora addosso i segni di un cupo passato: sociale, culturale e comunicativo.

Cuvântul e un mijloc imperfect de comunicare.

Camil Petrescu

Mi occupo di comunicazione da prima della mia partenza definitiva dalla Romania, quindi non potevo non osservare in questo viaggio quanto, sul piano comunicativo, la società rumena debba ancora crescere. Una crescita che richiede il contributo e la responsabilità di ciascuno per poter avvicinare la società rumena a quelle europee, più mature.

Si guarda all’ovest per questo motivo, così come all’ovest si guarda più all’ovest ancora, o su, al Nord, verso quei paesi che continuano a fare da apripista in campo sociale, culturale e comunicativo (i Paesi scandinavi, in particolare).

Una crescita, dicevo, che richiede la responsabilità di ciascuno. Una crescita che non è più solo appannaggio dello Stato, quel grande fratello che fino a qualche decennio fa pensava a tutto: a dare e, più delle volte, a togliere.

Una crescita lenta, faticosa, necessaria. Estremamente necessaria.

Da un punto di vista comunicativo, tre sono i peccati che, a mio parere, danno filo da torcere alla società rumena:

  • Impazienza
  • Aggressività
  • Fatalismo

Romania, è proprio il caso di dirlo, è un Paese che corre. Veloce, troppo veloce e fermarsi può provocare qualche imbarazzo.

Romania corre quando stai per attraversare la strada, quando sei in fila al supermercato, quando visiti un parente all’ospedale, quando paghi le bollette allo sportello.

Romania corre un po’ meno quando vai in banca, in certi ristoranti e in qualche negozio, luoghi dall’atmosfera decisamente più vicina all’Occidente.

Ho assistito con stupore e imbarazzo a scene che voi … non potete neanche immaginare.

Una volta sono andato a trovare mia nonna all’ospedale pubblico della città. A un certo punto entrò il responsabile del reparto, un uomo di mezza età, baffi grigi e capelli bianchi.

Incurante degli altri visitatori, annunciò con voce autoritaria: “Fuori che è arrivato il dottore!”

Guardai l’orologio e poi lui. Ero nell’orario previsto per le visite. Per contro, la sua, di visita, era fuori orario.

Incontrò il mio sguardo a forma di punto interrogativo e mi chiese se avessi un problema.

Io, no, ma lui, decisamente, sì, due: uno di memoria, l’altro di rispetto.

“Ah, ma lui è un dottore!”, mi fu detto in seguito, lasciando intendere che di fronte a un’autorità medica anche se impaziente e di dubbia educazione c’è solo una cosa da fare: abbassare lo sguardo e alzare i tacchi.

Pensai: è un dirigente medico, a maggior ragione dovrebbe essere un esempio, di pazienza. Ma, non in un Paese che va veloce, come ho potuto notare.

Romania non vede l’ora di maturare. È impaziente e corre. Corre e dimentica di essere comprensiva e rispettosa, tollerante e paziente, soprattutto.

Romania, è proprio il caso di dirlo, è un Paese inca*%*to, non si sa bene con chi, anche se si sa bene perché.

C’è un’aggressività diffusa nella quotidianità rumena.

Quando prendi il taxi, il conducente, impaziente di portarti alla destinazione, si dimentica di accendere il tassametro.

Appena arrivi, ti siedi su una panchina in pieno centro e al bar vicino si scatena una rissa.

Quando fai la spesa al supermercato, c’è uno, alle casse, scontento e impaziente, a sbraitare: “Aprite, signori, un altro c*%*o di cassa!” Non ha tutti i torti, però c’è modo e modo per richiederlo.

Al punto di frontiera, una voce insolente scavalca la fila e si ferma dalla signora che allo sportello chiede un’informazione: “E dai signora, c’è gente che aspetta!”

A mezzanotte, davanti al palazzo vicino un tizio scende dalla macchina e inizia a ballare su musica a tutto volume e di dubbio gusto.

Per non parlare dei notiziari TV: a sentirli ti viene da chiedere se c’è una qualche differenza tra il Far West americano di una volta e l’Est europeo di oggi.

Gesti di ordinaria quotidianità in cui si riflette un Paese fortemente competitivo, per usare un eufemismo.

Un Paese che corre troppo, ed è troppo poco allenato.

Sul piano interpersonale, le relazioni sono fonte e luogo di sfogo per la “competitività” comunicativa: la gara di chi ce l’ha più alta, la voce.

Romania, è proprio il caso di dirlo, è un Paese che ha subito e ne subisce ancora l’oscuro fascino del fatalismo. Puoi vederlo e sentirlo: in aeroporto, in aereo, nelle conversazioni con i parenti, con gli amici, con i vicini di pianerottolo. Puoi sentirlo al negozio sotto casa, al centro commerciale, in chiesa, al parco e al cinema.

Tutto o quasi è la volontà di un’onnipresenza divina che impregna in profondità la società rumena.

Il Dio rumeno fa e disfa a suo piacimento senza che nessuno osi cantargliene quattro: “Così ha voluto Dio”, “Dio ha fatto…”, “Dio ha pensato…”, “Dio ha detto… ”.

Ma ‘sto Dio a farsi gli affari suoi, no, eh?

Mio caro bel Paese, lasciatelo dire: la seducente Signora della Parola, la bella retorica potrebbe darti una mano. Per rallentare un pelino, per discutere con più rispetto e per dare più valore all’individuo.

Cicerone disse:

Non c’è nulla di più nobile che riuscire a catturare l’attenzione delle persone con la parola, indirizzare le loro opinioni, distoglierle da ciò che riteniamo sbagliato e condurle verso ciò che apprezziamo.

A distanza di un paio di millenni, il francese Olivier Reboul che di retorica sapeva un sacco, gli fece eco:

Non si da cultura senza una formazione retorica e imparare l’arte del «dire» significa già imparare a «essere».

7 abitudini da coltivare ogni giorno, in Romania e ovunque

Questo viaggio autunnale in terra nativa mi ha dato l’opportunità di riflettere su alcuni aspetti della società rumena attuale.

Ho pensato, quindi, di mettere insieme e condividere con voi, miei cari connazionali, ovunque voi siate, alcune delle buone abitudini quotidiane che io stesso coltivo per comunicare meglio ed essere più efficace.

Sono 7 buone abitudini che prendono ispirazione dai tre strumenti retorici: Ethos, Pathos e Logos.

Sai mai che potrebbero dare una raddrizzata, retoricamente parlando, al mio caro Paese di nascita.

Buone abitudini quotidiane in Romania

Coltiva e condividi ogni giorno queste 7 buone abitudini

Eccole, le 7 buone abitudini quotidiane da condividere e diffondere, raggruppate sotto il nome del mio Paese di nascita, ROMANIA.

Ridi

Di più. O perlomeno sorridi, wherever you are. Il sorriso, si dice, costa meno della corrente elettrica, ma dà più luce.

Il suo fratello maggiore, il riso, ha effetti benefici sulla propria salute. Se ne occupa la gelotologia e tra le sue qualità curanti te ne nomino tre: regola l’umore, previene la comparsa di rughe, aumenta la resistenza allo stress.

Il sorriso è luminoso e il riso contagioso. Aprono cuori, fidelizzano clienti e illuminano le giornate. Tue e di chi ti sta attorno.

Osserva

Hai la Rete tra le più veloci d’Europa. L’Internet è una sconfinata fonte di sapere. Osserva quello che fanno gli altri e farne tesoro. Sarai un buon esempio, forse un po’ singolare, ma in fondo che te ne importa?

Ecco un paio di esempi che vengono dal web: Dieci regole per migliorare una conversazione (anche in lingua rumena) e Perché insegnare ai bambini come discutere (articolo in inglese). Meglio di tutti i telegiornali che le TV rumene (e non solo) trasmettono.

Mostra buonsenso

Trovi gratificante sbraitare a una mamma mentre chiede info al poliziotto che le controlla il passaporto al punto di frontiera? Su, andiamo, puoi fare di più.

Gli altri non ce l’hanno mica con te, non sono lì per farti qualche dispetto, né per farti perdere treno, pullman o la calma. Se gli altri non lo fanno, mostralo tu, il buonsenso.

Aggiungi comprensione e rispetto, sono virtù dei forti.

Ascolta

Le tue emozioni. E quelle degli altri. C’è un libro, anzi un librone dal titolo Intelligenza emotiva. Viene dall’ovest, da molto a ovest e parla di alfabetizzazione emozionale.

Dati alla mano, scientificamente raccolti, l’autore dice chiaro e tondo: “se presteremo attenzione in modo più sistematico all’intelligenza emotiva potremo sperare in un futuro più sereno.”

Il libro è stato tradotto anche in rumeno.

Negozia

Ti hanno detto che per farti strada bisogna saper negoziare. Hai una lingua meravigliosa – il rumeno, appunto – usala per ordinare e diffondere belle idee, chiare e cristalline.

Hai qualcosa da dire, dillo! E argomentalo.

Valorizza la creatività linguistica.

Spegni la TV e immergiti nel mondo delle parole custodito tra le copertine dei libri. Lasciati sedurre dal loro fascino.

Impara

Esplora. Mettiti in gioco. Sii curioso, sii curiosa.

Parla con le persone anziché scrivere messaggi. Guarda il tramonto, è meglio che fotografarlo 😉

Guarda lo specchio, non lo schermo.

Impara e condividi ciò che sai per rendere il mondo migliore. Impara e condividi per stare ai tempi con i tuoi figli, con le tue figlie.

Leggi. Ama. Parla. Impara. Non lasciare che la tua mente si perda nel groviglio dei pixel di tutti i giorni.

Ama

Te stesso e poi tutto il resto: le parole, la poesia, i libri, i film, la retorica. L’alba e il tramonto, al mare e in montagna.

Ama gli orizzonti, le sfide, la crescita, la trasformazione.

Amati per quello che sei, per quello che hai fatto e per quello che puoi ancora fare.

Cambiare è piacevole perché è conforme alla natura.

Aristotele

Cresci guardando in alto e rubando dai più grandi.

Conclusione

Queste sono le 7 buone abitudini quotidiane in chiave retorica:

  • Ridere e (di)mostrare buonsenso sono riconducibili all’Ethos, il cui core business è la credibilità
  • Ascoltare e amare parlano la lingua di Pathos, il CEO delle emozioni
  • Osservare, negoziare e imparare sono al servizio di Logos, l’Ammiraglio del discorso

Questa è la mia R O M A N I A retorica e mi auguro che possa essere anche la tua, a prescindere dalla tua, di nazionalità.

PS: La traduzione della citazione di apertura è: “La parola è un mezzo imperfetto di comunicazione.”

Foto, dall’archivio personale: tramonto nella campagna rumena, vicino a Bacău, la mia città di nascita.

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