Come rinforzare l’autostima dei bambini
Mi trovo in Sicilia, a Canicattì, in una mansarda del suo centro storico.
Fuori sono 44 gradi. Dentro 36, quando il condizionatore è spento.
È 7 agosto del 2017 ed è un caldo rovente. Inusuale perfino qui, nel profondo sud.
Se ne parla tanto: alla TV, nei giornali, al bar, tra amici e tra parenti. Nelle città e in campagna, in montagna e al mare.
E nell’autentico entroterra siciliano, dove mi trovo.
Nelle conversazioni quotidiane il caldissimo estivo di questi giorni mi ricorda l’onnipresenza dell’argomento molto British tempo/meteo.
Non c’è giorno, mi dicevano gli amici inglesi, che non se ne parli. Può aprire una conversazione, può risuscitarla, può apparire nei titoli di coda di un qualsiasi incontro, appena prima del consueto saluto.
A Canicattì, insieme a mia figlia
A Canicattì sono insieme a mia figlia. Un’occasione per riscoprire attraverso il suo sguardo, la piccola cittadina dell’entroterra siculo in cui arrivai a settembre 2001, per la prima volta.
Riscoprirla, dicevo, attraverso lo sguardo della mia junior: una bambina ai primi passi nella scoperta della vita e del mondo.
Tutti i grandi sono stati bambini una volta. Ma pochi di essi se ne ricordano.
Antoine de Saint-Exupéry
“Papà, ma a Trento è molto più pulito”. Ha ragione, e mi devo inventare una spiegazione per rendere meno aggressivo agli occhi di una bambina cresciuta all’estremo nord italico, il degrado urbano in cui versano diverse parti della città sicula.
Mi sforzo, ma non la trovo, una spiegazione che si adatti alla sua età.
Dovrei parlarle della cultura delle cose fatte bene, della cura delle cose pubbliche, della gestione delle finanze locali, dell’indifferenza come tratto culturale, ma finisco con un più onesto: “Cara mia, non ho proprio idea del perché il capo della città, il sindaco, non curi la sua città.”
“Dovrebbe farlo”, mi risponde.
E poi parliamo d’altro.
“Papà, ma a Trento non ci sono così tanti cani” mi dice, vedendo i moltissimi cani randagi che girano accaldati e dallo sguardo non proprio benevolo per le vie della città.
Non so cosa risponderle, perciò ammetto: “Non so perché nessuno li accolga per curarli.”
“Peccato”, mi dice e parliamo d’altro.
I viaggi: scoperta e riflessioni
I viaggi insieme a mia figlia sono splendide occasioni di scoperta e riflessioni.
Sulla crescita, sull’educazione, sugli spazi che possiamo e dobbiamo occupare come genitori nelle vite dei nostri juniors. Sui tempi e gli spazi che possiamo e vogliamo dedicare ad argomenti come comunicazione efficace o crescita & trasformazione.
5 caratteristiche nei primi anni di vita
Ci sono cinque caratteristiche che la psicologia infantile ritiene distintive nei primi anni di vita, perciò, se sei un genitore di bambini nei primissimi anni di vita ti suggerisco di continuare a leggere con massima attenzione.
Eccoli, i 5 tratti distintivi.
Impulsività
I bambini devono ancora acquisire le fondamenta del politically & socially correct, dunque, tendono ad essere impulsivi nelle domande, nelle richieste, nelle conversazioni, nei giochi.
Egocentrismo
I bambini si sentono IL e AL centro del mondo, non esistono altri punti di vista o di riferimento al di fuori del loro.
Questa è una caratteristica che va gestita con cura, NON annullata. Il perentorio “Io voglio …” andrebbe incorragiato e solo a volte modificato in un più dolce “Io vorrei …”. Da evitare, invece, come la peste le risposte autoritarie tipo: “Quando te lo dico io”.
Semplicità
I piccoli sono, beati loro, qui ed ora: pensano in modo semplice, concreto e pratico.
Poi anche loro crescono e man a mano che si avvicinano all’età adulta spesso si incasinano con discorsi astratti e ingarbugliati.
Astuzia
I bambini tendono a cercare ricompensa e a evitare la punizione, un tratto, questo, che andrebbe coltivato a tutto campo perché ha a che vedere con il senso pratico: ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
Influenza
I bambini sono facilmente influenzabili, in primis dalla cultura famigliare in cui nascono e poi dall’ambiente sociale ed educativo in cui crescono.
Sono, i nostri juniors, l’esempio più evidente di una legge non scritta della vita: la forza dell’esempio ha la meglio anche nel peggio.
La forza dell’esempio
La forza dell’esempio nel meglio come nel peggio è magistralmente catturata nel video che trovi qui sotto e che si intitola Children see. Children do.
Prenditi meno di un minuto per guardarlo, ne vale veramente la pena.
Se vuoi aiutare il tuo bambino o la tua bambina a crescere coltivando la fiducia in sé, in te, come genitore, e nel mondo, fai massima attenzione ai tratti della psicologia infantile che ti ho appena elencato.
5 strategie per rinforzare l’autostima
Di seguito, ho scelto di condividere con te 5 strategie che ho personalmente applicato nel rapporto con mia figlia e che ha portato risultati positivi nella vita di entrambi
Ascolto attivo
Prestare attenzione a ciò che i figli e le figlie hanno da dire richiede un sacco di pazienza e soprattutto una sconnessione totale dal mondo adulto.
Perciò ascoltate e prendete atto dei pensieri e dei sentimenti dei vostri juniors con la massima empatia di cui siete capaci.
Assaggio del successo
Ogni giorno si possono trovare, inventare o costruire situazioni tali da aiutare i nostri juniors a sperimentare il gusto del successo, invece che del fallimento.
Ogni “non ci riesco …”, “non ce la faccio…”, “non so …” sono perfette occasioni per farli assaggiare il successo e un bambino con un passato di successi affronterà l’adolescenza e poi la vita adulta con più fiducia in sé, in te, come genitore, e nel mondo.
Autonomia
Coltiviamo l’indipendenza dei nostri figli evitando di fare le cose al posto loro.
Spesso alle richieste di mia figlia ribatto con un “tu la fai meglio di me …” (inserire azione / richiesta) per offrirle un senso di ragionevole controllo sulla sua vita.
Affetto
Ascoltare e richiedere il loro punto di vista su una qualsiasi cosa reale o inventata, fisica o simbolica, vicina o lontana è non solo un modo per far sentire importanti i nostri juniors, ma è anche un modo per accrescere in loro la convinzione di essere capaci e degni di affetto.
Immagine positiva
La nascita di un figlio o di una figlia è una delle più grandi occasioni per rivedere e aggiustare il nostro posto nel mondo e la nostra identità adulta.
È anche un’imperdibile occasione per creare e mostrare ai nostri pargoletti un’immagine positiva di noi stessi.
Ricordiamoci che la forza dell’esempio ha la meglio anche nel peggio: chi vedi buoni esempi avrà molte più probabilità di essere un buon esempio e rendere il mondo in cui vive un posto migliore.
All’opposto, chi sarà esposto a cattivi esempi ha buone probabilità di scivolare in un perfido ingranaggio che porta dritto-dritto e in breve tempo alla periferia sociale ed esistenziale.
Piccoli passi, grandi obiettivi
Siamo d’accordo: la vita è fatta di piccoli passi per raggiungere grandi obiettivi e uno dei grandi obiettivi della vita adulta, non appena diventato genitore, è la crescita armoniosa dei propri juniors.
Affiancare al proprio ruolo di genitore, quello altrettanto importante di allenatore discorsivo è, pertanto, una sfida quotidiana della genitorialità. Da affrontare, ben intesi, con curiosità, costanza e determinazione.
Inizia oggi stesso con la lettura degli argomenti che più ti ispirano tra quelli elencati nella sezione Articoli di questo sito e, un passo alla volta, a piccoli passi, una paroloa dopo l’altra vedrai migliorare il tuo fare ed essere genitore consapevole del terzo millennio.
L’obiettivo da centrare, non semplice, non facile: sostenere e stimolare i nostri juniors a costruire passo dopo passo, la loro autostima.
Al prossimo post,
Lucian Berescu
Foto dall’archivio personale
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PSS: Questo post è stato aggiornato e integrato a marzo 2023. È apparso per la prima volta il 7 agosto 2017 sul sito RhetoFan.com, online dal 2016 al 2023.