Parlare meglio: le parole da evitare

Aggiornato: 1 Aprile 2023

parlare meglio: le parole da evitare

Parole da evitare per parlare meglio

Parole da evitare per parlare meno e meglio.

Le parole sono uno strumento che ci aiuta a posizionarci sulla scacchiera della vita.

Le parole sono graziose come un fiore o pesanti come un macigno. Sono finestre, ma possono diventare muri.

Portano luce, ma possono anche farci piombare nelle tenebre.

Le parole infastidiscono e dilettano, allontanano e avvicinano, feriscono e guariscono. Raffreddano o riscaldano le relazioni con gli altri, la relazione con noi stessi.

Comportamento discorsivo

Quando parliamo, mettiamo in atto un comportamento discorsivo che riflette il rapporto con noi stessi, con l’interlocutore e con l’ambiente circostante.

Dovremmo usarle meno, le parole, e meglio.

Perché attraverso le parole che scegliamo riveliamo la nostra identità, il nostro posto sulla scacchiera della vita, gran parte della nostra storia personale.

Non basta possedere gli argomenti che si devono esporre, ma è anche necessario esporli nel modo appropriato.

Aristotele

La qualità e la durata di una relazione è data dalla capacità di ciascuno dei partecipanti di scegliere e condividere parole giuste al momento e al posto giusto.

Il che cosa dire è altrettanto importante del come e quando dirlo, o non dirlo.

Le parole riflettono la visione che si ha dell’ambiente, l’interesse (o il disinteresse) a rendere il mondo un posto migliore, di volere (o non volere) crescere, trasformarsi e progredire.

Ad esempio, chi dice Io sono fatto così, ha una visione completamente diversa da chi dice Ok, io sono fatto così, ma posso essere anche così.

Il nostro atteggiamento è il solo a decidere di considerare l’esistenza più bella che brutta e di esserne più soddisfatti che insoddisfatti.

Christine Berndt

Fare una promessa e mantenerla, proporre soluzioni e applicarle, affermare un punto di vista e argomentarlo, dibattere con spirito costruttivo rispettando le regole della discussione, far seguire il fare e non fermarsi al dire, ecco dei comportamenti discorsivi virtuosi che modellano la nostra identità.

Invece, focalizzarsi sul problema e non sulla sua risoluzione, rimuginare, frignare e lamentarsi sono dei comportamenti discorsivi discutibili, e anch’essi modellano la nostra identità.

Attenzione, quindi, ai comportamenti che scegli di coltivare e a quelli che decidi di tralasciare.

5 consigli per parlare meglio

L’essere umano è un animale sociale dotato di una perfetta macchina per parlare.

Per questo motivo è sua responsabilità fornire il proprio contributo all’equilibrio dell’ecosistema discorsivo, cioè quell’insieme di parole che scegliamo di condividere con l’interlocutore in un dato momento, in un certo contesto.

Ecco 5 suggerimenti per parlare meno e meglio. Rispettali e acquisirai maggiore consapevolezza sul tuo ecosistema discorsivo:

  • Parla quando ti viene richiesto e dì né più, né meno di quanto sia necessario
  • Afferma la tua verità e sii pronto a difenderla con solide argomentazioni
  • Centra il punto, non divagare
  • Sii chiaro e conciso
  • Usa frasi brevi, tono positivo e atteggiamento rispettoso

Bene, tutto chiaro?

Allora passiamo alle parole di cui disfarsi il prima possibile per riuscire a parlare meglio.

Le parole di cui sbarazzarsene

Le parole di cui sbarazzarsene per parlare meglio, e meno.

Quelle che stai per leggere sono le parole da evitare assolutamente se vuoi dare di te l’idea di una persona positiva, responsabile e rispettoso.

Iniziamo.

Come ho potuto …

Come ho potuto fare …

Sono stato un … (inserire insulto) a fare …

Come ho potuto pensare …

Sono stato un … (inserire insulto) a pensare che …

Come ho potuto dire … una cosa simile

Sono stato un … (inserire insulto) a dire …

Ah, che … (inserire un altro insulto, per esempio cretino, stupido, stronzosono stato!

Ecco, queste parole hanno un effetto dirompente su proprio sé: agiscono come una frusta nel dialogo interiore. Fanno male, davvero, per questa devi sbarazzartene senza indugi.

Tieni presente che un’azione:

  • si inserisce in un determinato contesto, il quale condiziona scelte e decisioni
  • è frutto di una valutazione mediata dalla nostra esperienza acquisita fino a quel preciso istante

Non sempre si riesce a prendere la migliore decisione, nonostante le nostre buone intenzioni.

Eri diverso tu, erano diverse le condizioni che hanno portato a quella determinata scelta.

Rifletti sulla decisione presa, sulle condizioni che l’hanno determinata e sulle sue conseguenze nella tua quotidianità senza rimuginare eccessivamente sul perché.

Individua soluzioni, invece che trovare problemi, questa è la chiave della comunicazione efficace.

Parlare meglio: parole di cui sbarazzarsene

Non sono capace …

 Non sono proprio capace a / di … (inserire attività)

Non sono bravo a …

Non mi riesce mai a …

Parole come queste si cristallizzano in giudizi su se stessi che hanno nulla di buono o di stimolante.

Checché se ne dica sulla sincerità, difficilmente riusciamo ad accettare ciò che gli altri non apprezzano di una persona.

Perciò se tu non ti apprezzi, se tu non trovi parole adeguate e motivanti per te stesso, non aspettarti che gli altri lo facciano al posto tuo.

Personalmente, ho fatto una bella pulizia nel vocabolario famigliare, bandendo tutte le frasi negative là dove possono esserci delle alternative migliori. La comunicazione è migliorata, guadagnando in positività, rispetto e collaborazione.

Tutte le cose si possono dire in modi diversi e quasi sempre per una frase negativa ce n’è un’altra che dice la stessa cosa con parole diverse.

Un esempio per tutti: non ho tempo vs. sono occupato.

Quando ricevi una critica sincera e costruttiva sfruttala per modificare in meglio il tuo comportamento.

A proposito, quell’arguto di Mark Twain disse una volta: Io non ho nessun problema con le critiche, devono solo piacermi.

🙂

Ecco, per farteli piacere, le critiche, è importante riuscire a non percepirli come un mero attacco alla tua persona.

Un buon indicatore per una corretta valutazione di ciò che viene detto?

Se la critica prende di mira la persona, mina la personalità.

Se, invece, si riferisce al comportamento può offrire alternative creative e costruttive.

Segnala, in altre parole, la possibilità di dire o di fare la stessa cosa in modo diverso.

A chi esprime ciò che pensa senza cattiveria o intenti distruttivi si può essere persino grati. In fondo, c’è sempre un margine di miglioramento in ciò che diciamo o facciamo e nel modo in cui ci comportiamo.

Non riesco …

Non è da meno la revisione periodica di quei dogmi interiori negativi come

Non riesco …

Non sono capace …

Tutti ce la fanno … (sottinteso io, invece, no)

Tutti sono …

Tutti sanno meglio di me …

Rimetti in discussione questi script verbali cristallizzati nella tua mente chissà quando e chissà perché e accrescerai gradualmente tanto la consapevolezza quanto la conoscenza di te stesso.

Fallo con una domanda schietta a te stesso: corrispondono veramente alla realtà?

E che, è colpa mia che …?

E che, è colpa mia che …? dà prurito all’udito tutte le volte che si sente.

Ciò che questa domanda richiama nella mente dell’interlocutore è soprattutto impulsività e aggressività.

Un cocktail discorsivamente distruttivo, diciamolo.

E se sbagli facendo, che male c’è, dopotutto.

In fondo, chi non ha mai sbagliato, eh? Alzi per primo la mano o taccia per sempre.

Beh, non vedo mani alzate …

Come vuoi tu …

Come vuoi tu …

Per me va bene così …

Sono parole apparentemente accondiscendenti che lasciano però intendere che tu non sia capace di proporre un’alternativa.

Troppi spazi di manovra all’interlocutore, pertanto meglio rimediare: alla domanda dell’interlocutore Vuoi così o cosa? tu rispondi: Voglio così, e spieghi come vuoi.

L’implicito nelle parole

Essere più tolleranti con gli altri e più esigenti con sé stessi è un modo per rivalutare e rimediare, dove necessario, l’implicito che pervade le parole che scegliamo.

Un modo è proprio sbarazzarsene delle parole macigni che schiacciano, sotto il loro peso, la luce della propria identità.

Ci sono sempre modi per dire la stessa cosa con parole diverse. E come e dove dire è parimenti importante di ciò che si sceglie di dire.

Disfarsene delle parole che hai letto in questo post significa parlare meglio. Meno, poi. è meglio, anche quando si tratta di parole.

Less is more, come dicono oltremanica. Usa meno parole svalorizzanti da oggi stesso. È una scelta coraggiosa che farà di te un interlocutore consapevole del potere delle parole, responsabile e rispettoso.

Non ci sono ricette preconfezionate, non ci sono comportamenti standard da adottare per parlare meglio.

C’è, tuttavia, buon senso, consapevolezza e conoscenza, attributi indispensabili per un qualsiasi percorso di crescita e trasformazione personale e professionale.

Al prossimo articolo,

Lucian

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 PSS: Questo post è stato aggiornato e integrato ad aprile 2023. È apparso per la prima volta l’8 ottobre 2017 sul sito RhetoFan.com, online dal 2016 al 2023.

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