Le 4 massime di Grice per discorsi efficaci ed efficienti
Pensate da uomini saggi, ma parlate come la gente comune.
Aristotele
In questo post, mi soffermerò sulle 4 massime che portano il suo nome.
Sono importanti per un oratore come per un qualsiasi parlante che vuole fare del parlare … un’arte.
Parole efficaci
Vediamo come possiamo adattare al discorso le definizioni di efficacia ed efficienza di Peter Drucker l’economista austriaco naturalizzato statunitense considerato il padre del management mondiale.
A lui sono attribuite le seguenti 2 definizioni:
EFFECTIVENESS IS DOING RIGHT THINGS.
[Efficacia è fare le cose giuste]
EFFICIENCY IS DOING THE THINGS RIGHT.
[Efficienza è fare le cose nel modo giusto]
Alle interazioni verbali, le definizioni di Drucker possono essere declinate così: prima sei efficace perché dici le cose giuste, poi sei efficiente perché dici le cose nel modo giusto.
I due concetti, se applicati alle interazioni verbali possono aiutarci a vincere questa triplice sfida:
- Avere Più TEMPO ed evitare di scivolare nel buco nero dell’io ho ragione e tu hai torto
- Essere più consapevoli nella gestione delle proprie RISORSE verbali, emotive e comportamentali
- Condividere VALORE con ciò che DICIAMO e FACCIAMO
Perché, ricordiamoci:
Non è il DIRE che fa girare il mondo, è il FARE.
Il punto è che il DIRE precede il FARE.
La conversazione, secondo Grice
Torniamo all’autorevole filosofo inglese.
Grice si è mostrato particolarmente interessato a quel segmento di interazione verbale che conosciamo con il nome di conversazione e le cui condizioni generali, a prescindere dall’argomento in discussione, gli diedero parecchio lavoro.
Pensò Grice: in definitiva la conversazione altro non è che un comportamento e come ognuno di noi sa, quando mettiamo in atto un comportamento lo facciamo perché abbiamo uno scopo.
È per queste vie che giunse alla seguente conclusione: perché la conversazione funzioni è necessario che i partecipanti rispettino il principio di cooperazione.
Ecco come si espresse al proposito, invitando i partecipanti di una conversazione a un comportamento verbalmente cooperativo:
Conforma il tuo contributo conversazionale a quanto è richiesto, nel momento in cui avviene, dall’intento comune accettato o dalla direzione dello scambio verbale in cui sei impegnato.
A questo principio, poi, associò le 4 massime che rispecchiano come vedremo le aspettative dei partecipanti a una conversazione.
Dunque, per far funzionare bene la conversazione e renderla discorsivamente efficace ed efficiente sia locutore che interlocutore devono attenersi alle 4 massime così come proposte dal filosofo inglese.
Le 4 massime conversazionali
Vediamole una per una:
La massima della quantità
Parla quanto ti è richiesto: non aggiungere né più né meno informazioni di quanto necessario ed eviterai di essere percepito come evasivo, laconico o ridondante.
La massima della qualità
Dì la tua verità: evita di dire ciò che ritieni falso o di cui non hai sufficienti prove.
La massima della relazione
Centra il punto, non andare fuori tema.
La massima del modo
Sii chiaro e conciso nell’illustrare i tuoi argomenti.
Tutte e quattro le massime appena viste rendono la conversazione fluida e la vita facile, discorsivamente parlando.
Tutti capiscono tutti. O quasi 😉
Ciononostante, come la vita di tutti i giorni ci insegna, le cose non stanno sempre così.
La violazione delle massime
Le norme discorsivo comportamentali dettate dalle massime sono spesso violate dal locutore per mancato rispetto del principio di cooperazione.
In tal caso è l’interlocutore a tentare di (ri)armonizzare la comunicazione.
Per capire meglio come funziona vediamo un esempio.
Giovanni dice, con tono ironico:
Che cuor di leone, Mario!
Mario carpisce l’esatto senso dell’affermazione non da ciò che dice Giovanni, ma da come lo dice.
E qui lo dice decisamente trasgredendo la massima della qualità.
Per Grice, per te, per me, e probabilmente per tanti altri lettori, ciò che desta interesse nello scambio conversazionale è, sì, ciò che le parole dicono, ma molto di più e molto più spesso ciò che le stesse fanno.
Ebbene, nell’esempio di sopra fanno bella figura. Una bella figura retorica, ecco: l’ironia.
Anche se probabilmente Mario, preso bonariamente in giro da Giovanni, violando la seconda massima di Grice, non sarebbe dello stesso parere 🙂
Le 4 massime applicate al dibattito
E se dovessimo valutare un dibattito?
Non ci allontaniamo molto dai principi discorsivi illustrati dal filosofo inglese.
In particolare, ciò che ci interessa in un dibattito è, in ordine:
- il contenuto – ciò che si dice, gli argomenti in discussione e in che misura vengono supportati da dati e prove
- lo stile – come lo si dice, tutto ciò che concerne i tre livelli di espressione verbale, non verbale e paraverbale
- la forma – illustrazione e congruo riassunto dei punti centrali e marginali, organizzazione del discorso in ordine cronologico o alfabetico, livello di coinvolgimento del pubblico e il rispetto dei tempi a disposizione
In altre parole, assistiamo a un buon dibattito quando l’oratore:
- spicca per la qualità dell’argomento illustrato e lo supporta con un’adeguata quantità di dati e fonti
- riesce, con l’argomento dibattuto, ad avere un impatto pubblico: quanto l’esposizione sia stata chiara, coerente e coinvolgente e come il discorso sia stato integrato e rafforzato da risorse non verbali quali postura, gestualità, contatto visivo, voce, pause o silenzi
- ha la capacità di evidenziare i punti nodali dell’argomento oggetto del dibattito, riposizionando il discorso qualora dovesse deviare, il tutto con un’adeguata gestione del tempo a disposizione
Conoscere le 4 massime conversazionali di Grice è un punto di forza nella gestione delle interazioni verbali: dalle conversazioni tra amici, passando per le interrogazioni scolastiche fino ai dibattiti televisivi o le controversie sociali e politiche, nazionali ed internazionali.
A presto,
Lucian
Foto di Lucy Crosbie