L’abito non fa il monaco? Parliamone

Aggiornato: 10 Aprile 2023

L'abito non fa il monaco? Parliamone

L’abito non fa il monaco

Abbiamo già visto come diciamo ciò che diciamo e ora sai tutto ciò che devi sapere sul linguaggio del corpo.

In questo post affrontiamo il tema, molto sentito, dell’abbigliamento.

Chi vuole cambiare il mondo cambi prima se stesso.

Socrate

Ciò che scegliamo di indossare

Ciò che scegliamo di indossare comunica ciò che vogliamo essere.

Quanto importante sia l’abbigliamento nel contesto sociale e la gigantesca potenza che ha nello spostare merci, persone e danari lo illustra un film dal titolo eloquente: Il diavolo veste Prada.

È del 2006, ma l’ho rivisto molto volentieri insieme a mia figlia che lo ha particolarmente apprezzato. Nel film, alta moda, un’affascinante Meryl Streep e una strepitosa Anne Hathaway alle prese con lo spietato mondo del management all’americana.

A dire il vero, non serve andare Oltreoceano per farci un’idea chiara sull’importanza dell’abbigliamento e della moda nela vita di tutti noi.

Blonde Salad, Made in Italy

Guardiamo in terra italica dove troviamo Blonde Salad che fa e disfa fashion trends per milioni di professionisti della moda di tutto il mondo.

Ne parla diffusamente Linkiesta in questo articolo: Come si diventa Chiara Ferragni.

Perché la moda è anche questo: tendenze che si consumano nel tempo di una stagione, ma capaci di spostare inimmaginabili quantità di beni e persone da una parte all’altra del pianeta.

Non a caso della nostrana Blonde Salad se ne occupa ora persino ForbesFinancial Times e uno studio della Harward Business Review.

E ancora: su Prime Video, Made in Italy è una bellissima serie che mi ha fatto conoscere l’Italia che avevo mai visto e mi ha fatto comprendere una volta di più perché Milano è per molti la capitale della moda italiana.

Perciò, abbigliamento e ciò che copre il corpo sono veicoli di comunicazione potentissimi, espressione intima di cambiamenti culturali, sociali ed economici.

L’unico uomo di buon senso che ho incontrato era il mio sarto: lui mi prendeva le misure ogni volta che mi vedeva, mentre gli altri tenevano le vecchie e si aspettavano che mi ci adeguassi.

George Bernard Shaw

L’estetica del corpo

Oltre alla gestione del corpo nello spazio fisico e simbolico (mimica, gestualità e postura), il linguaggio del corpo o il non verbale riguarda l’estetica del corpo e dell’abbigliamento che andremo ad approfondire in questo post.

Come ci vestiamo e come ci prendiamo cura del nostro corpo si riferisce a ciò che comunemente chiamiamo aspetto esteriore.

La cura del corpo e il modo di vestirsi sono un importante vettore di immagine, un’interfaccia tra noi e il mondo che rappresenta:

  • per l’interlocutore un insieme potente di simboli riguardanti l’appartenenza sociale, lo stile di vita, l’impiego, la posizione gerarchica, l’appartenenza a un gruppo
  • per il locutore un induttore psicologico
 
Abbigliamento: l'estetica del corpo

Cura e l’igiene del corpo

L’aspetto esteriore riguarda anche la cura e l’igiene del corpo.

Sono elementi fondamentali che incidono sulla prima impressione e come sai c’è solo un’occasione per fare una buona prima impressione.

L’attenzione al proprio aspetto esteriore è importante quanto la cura dell’anima.

Le mani, il colore dello smalto, il trucco, il profumo, la pettinatura dei cappelli, i gioielli, l’orologio, l’abbigliamento e gli accessori indossati sono tutti indicatori della nostra personalità e della nostra identità.

Il giusto mezzo

Parlano di noi insieme e spesso meglio delle nostre parole. Buon senso e oculatezza nelle scelte estetiche come in quelle verbali e comportamentali non sono un optional.

Aristotele stesso, quando la cura del corpo era meno sofisticata di oggi, invitava al giusto mezzo. Né troppo, né troppo poco.

Il giusto mezzo, appunto.

La cura adeguata dell’aspetto esteriore alla pari della cura del nostro aspetto interiore influisce fortemente sull’immagine che della nostra persona si fanno coloro che ci vedono e con cui parliamo.

Chi alla comunicazione dà il giusto peso sa che sono tratti distintivi nelle relazioni personali così come in quelle professionali

  • modi cortesi e abbigliamento adeguato
  • parole soffici e luminose
  • disponibilità al confronto
  • ascolto attivo e abilità argomentative

Sul firmamento della comunicazione interpersonale, quindi, non solo parole ma anche gesti, movimenti, abiti ed accessori per veicolare messaggi e discorsi.

Elementi, tutti quanti, di un’autentica cassetta degli attrezzi della comunicazione efficace.

Com’è la storia dell’abito che non fa il monaco?

Forse il monaco no, ma una buona impressione nella società occidentale, sì.

In conclusione

Riassumo, in poche parole e buone, i tre post sui livelli di espressione.

Questi sono 3 suggerimenti che ti invito a tenere a mente tutte le volte che sei in comunicazione a casa, a scuola, in aizenda, nella vita:

  • livello verbale: scegli le parole adatte al momento giusto, al posto giusto
  • livello paraverbale: evidenzia i concetti importanti attraverso variazioni del tono, pause e velocità dell’eloquio
  • livello non verbale: invia messaggi chiari attraverso l’aspetto esteriore, la postura e i movimenti del corpo

Difficile? Certo che lo è.

Diventare genuinamente consapevole di ciò che diciamo, di come, quando e perché lo diciamo è un processo. Non inizia oggi per finire domani.

È un processo, appunto, innescato dalla scelta di un continuo lavoro di autoconoscenza, autoregolazione e autodisciplina verbale ed emotiva.

Un abbraccio,

Lucian

Foto Matusik Fusion Art di Andrew Matusik

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