La ruota del criceto, come disfarsene
Nella cosidetta ruota del criceto è più facile entrarci che uscirne.
Ecco perché quel giorno in cui prenderai carta e penna digitali per aprire un blog, redigere una guida o scrivere un e-book ricordati di leggere questo post. La mia esperienza potrebbe esserti di aiuto per evitare gli errori che ho commesso io.
Risparmierai molto tempo e molte energie.
Vogliono imparare a parlare senza cambiare la loro vita. E a quelli che vogliono cambiare non viene in mente di cominciare parlando.
Sten Nadolny
Iniziamo dalla fine
Iniziamo dalla fine.
Quando a fine marzo 2017 ho pubblicato Parla meno, parla meglio. Guida (quasi) seria all’arte del parlare con arte ero soddisfatto e fiducioso di aver creato un prodotto editoriale di qualità. Mi sarebbe piaciuto guadagnarci dalla sua vendita, non lo nascondo.
L’argomento principale della Guida?
La retorica, la quale NON gode di grande appeal commerciale nel mondo digitale e analogico.
Solo a sentir parlare di retorica e scatta subito l’allarme: soliti stereotipi tipo florilegio, parlare a vanvera, manipolazione occulta e via di questo passo.
Quando invece la retorica è un vero campo del sapere che custodisce strumenti affilatissimi per persuadere e dissuadere noi stessi, per prima, e poi gli altri.
Ci aiuta a capire come usare al meglio ciò che più di altro ci definisce come genere umano: le parole. Per questo motivo la considero il Chilometro 0 della Comunicazione.
Tutto ciò che ho letto sull’arte del discorso efficace nei tre anni precedenti alla pubblicazione del libro, insieme agli studi di Howard Gardner sull’intelligenza multipla mi è stato di aiuto nell’elaborazione del concetto di intelligenza retorica che definisco:
la capacità squisitamente umana di formulare messaggi adeguati all’interlocutore, in funzione del contesto e dell’obiettivo discorsivo da raggiungere.
Senza la pretese di aver fatto chissà quale scoperta, mi piace invece credere di aver divulgato il verbo di un campo del sapere essenziale per diventare oggi un po’ migliori di ieri.
Autodisciplina verbale
No appeal nel mondo digitale e analogico del terzo millennio, d’accordo, tuttavia una sana rinfrescata male non farebbe alla retorica: molto meglio farla scendere dalla torre accademica per riprendere il suo posto tra la gente e nella vita di tutti noi.
Perché la retorica descrive il genere umano, e quindi tutti noi, nel rapporto che instauriamo con le parole. È un richiamo all’autodisciplina verbale, di pensiero e di comportamento quanto mai necessaria nel mondo caotico in cui viviamo, spesso con un acuto senso di smarrimento.
Quando credevo di aver raggiunto il mio obiettivo – la sua pubblicazione – e fiducioso che sarei potuto procedere con altri articoli di approfondimento, mi sono accorto di essere finito in un cul de sac. Una trappola, del criceto, come avrei scoperto da lì a poco.
L’opera e l’autore
L’opera si lega fortemente all’autore, a volte fino a diventarne tutt’uno, e con questo primo mio scritto ho scoperto quanto questo legame possa essere intenso.
La Guida si era fortemente insediata nella mia testa e nella mia anima fino a rendermi suo servo.
Mi tormentava giorno e notte e diversi passaggi mi ronzavano ancora in testa. Mi faceva sollevare dubbi sulle idee espresse.
L’opera per l’autore e come il neonato per la madre: chiama e richiama fino a che non abbia ricevuto tutta l’attenzione.
Sono stato dentro la trappola del criceto per alcuni fottutissimi mesi. Me ne rendevo conto eppure non riuscivo a liberarmene.
Ero alla ricerca di un’illusoria perfezione nel contenuto e nella forma. C’è voluto del tempo per riuscire a staccarmene mentalmente, per allontanarla e lasciarla spiccare il volo.
Tuttavia, questo tormentato legame ha avuto anche la sua parte positiva: una nuova lettura-revisione, l’unico modo per poter tagliare quel cordone ombilicale e liberarcene, io dalla mia creazione e la mia creazione dalla sua trappola 🙂
È stata un burrascosa battaglia interiore, un passaggio inevitabile che mi ha permesso di rivedere e rimediare alcuni errori commessi nella stesura del mio primo libro.
Errori rimediati
Eccoli, raccolti in 6 parole chiave.
Geek
Dopo diversi feedback e dopo essermi confrontato con alcuni lettori ho eliminato la parola geek dalla Guida.
Ho sempre sentito questa parola divertente, senza alcuna connotazione negativo, anzi mi dava l’idea di una persona con una forte passione per qualcosa. Ho tralasciato, però, un significato abbastanza diffuso nel sentore comune: la passione ossessiva.
Essere prolisso
Sono stato prolisso. Preso dall’entusiasmo della scrittura, mi sono accorto di essermi ripetuto più volte nelle pagine della Guida.
Per questo motivo ho deciso di eliminare alcuni passaggi che mi sono sembrati, a distanza di due mesi, superflui. Inoltre, per alleggerire il file e rendere la lettura più scorrevole ho deciso di eliminare le illustrazioni che avevo inizialmente inserito.
La perfezione
Ho cercato con ossessione la perfezione nel tono, nel ritmo e nella lunghezza delle frasi. Impossibile.
Alcuni giri di parole mi sono venuti meglio, altri un po’ meno. Mi piacciono le cose ben fatte, ma rinunciare alla perfezione equivale ad accettare di essere umano.
Intelligenza retorica
Ho letto e riletto il capitolo sull’intelligenza retorica e alcuni altri passaggi nel testo iniziale.
Le idee si evolvono, quindi l’ho cancellato definitivamente insieme ad altri paragrafi che non hanno retto la prova del tempo.
Il sottotitolo
Ho rivisto e semplificato il sottotitolo. Per molto tempo prima della pubblicazione sono stato in dubbio: Guida semiseria come suggeriva Barbara Dall’ò che aveva seguito la correzione del manoscritto o Guida quasi seria come desideravo io.
Ha prevalso l’ultimo, ma poi, per tagliare la testa al toro, ho voluto semplificare ulteriormente: né semiseria, né quasi seria, ma semplicemente Guida.
Infine, un’ulteriore e ultima potatura per arrivare poi al titolo definitivo: L’arte del parlare con arte. Come la retorica può aiutarti a trovare le parole giuste al momento giusto.
La prefazione
Ho eliminato la prefazione. Cercare di individuare a priori un pubblico specifico a cui rivolgermi non mi è più parsa una buona idea.
La Guida NON è solo per genitori, sposini e venditori; tratta di ciò che più caratterizza il genere umano – le parole – e si rivolge a chiunque abbia voglia di imparare come farne buon uso, al momento giusto e nel contesto appropriato.
La retorica, dopottutto, NON è né florilegio né parlare a fiumi per abbindolare la gente ma un ingrediente che dà più sapore alle idee, alle conversazioni, ai dibattiti, alla vita.
Questi sono i cambiamenti maggiori. ce ne sono stati altri, minori, refusi perlopiù, Credo che i ritocchi apportati abbiano reso la lettura più scorrevole, più piacevole.
A distanza di diversi anni – siamo a marzo 2023, in occasione della revisione di questo post – il libro ha raccolto diverse buone recensioni e continua a catalizzare l’interesse dei lettori invaghiti della retorica 😉
È intorno alla felicità e alle azioni che a essa conducono e a quella a essa contrarie, che ruotano tutti i tentativi di persuadere e dissuadere.
Aristotele
Saper fare con le parole
Ero dell’idea che tutti possediamo una forma particolare di intelligenza – l’intelligenza retorica – e che coltivarla e valorizzarla può portare risultati positivi nella vita di tutti noi.
Al di là dell’etichetta, tuttavia, ciò che realmente conta è il saper fare con le parole nella vita di tutti i giorni.
Intelligenza retorica o comunicazione efficace, arte del discorso efficace o arte del parlare con arte, comunque la si voglia chiamare, stiamo in realtà parlando di retorica, di fondamentale importanza per instaurare e coltivare relazioni fruttuose a casa, scuola, in azienda e, più in generale, nella vita.
Certo è che una buona padronanza del saper fare con le parole è anche il risultato di un percorso di autodisciplina verbale, di pensiero e di comportamento.
Le persone felici e di successo ne sono un esempio: hanno una padronanza dell’eloquio sopra la media e riescono più abilmente degli altri a trovare e adattare al contesto le parole giuste al momento giusto.
In conclusione
In conclusione: l’ideazione di un progetto significa anche far ordine nel caos favorito non solo dall’incontro ma anche dallo scontro di numerose idee che gorgoliano nella propria testa.
Con gli ultimi ritocchi, quindi, credo di aver reso il mio primo testo scritto e pubblicato in autonomia sulla piattaforma di self-publishing Amazon più strutturato e più scorrevole, nonostante sia stata la mia prima volta nella stesura e nella pubblicazione di un libro.
A presto,
Lucian
PS: Questo post è stato revisionato e integrato a marzo 2023. È apparso per la prima volta il 5 giugno 2017 sul sito RhetoFan.com, online dal 2016 al 2023.