Il cervello: come facciamo ciò che facciamo

Aggiornato: 25 Giugno 2023

Il cervello: come facciamo ciò che facciamo

Il cervello: come facciamo ciò che facciamo

Il cervello è la più stupefacente parte del corpo umano e la struttura più strabiliante dell’universo.

È qui che nascono idee ed emozioni, sogni e traguardi, intese e fraintendimenti, parole e comportamenti, azioni e reazioni.

È il centro di commando della nostra vita, il cervello.

La mente è più grande del cielo

Perché se li metti fianco a fianco

L’una contiene l’altro

Facilmente.

Emily Dickinson

Stiamo parlando di una straordinaria forza propulsiva racchiusa in un solo chilogrammo e mezzo, grammo più, gramo meno, a seconda della conformazione fisica di una persona.

Quest’affascinante organo umano a somiglianza della noce tiene insieme i filamenti di circa 86 miliardi di neuroni.

Sono le cellule cariche di informazioni che viaggiano senza sosta in tutto il corpo.

Che cosa fanno, i neuroni?

Regolano, coordinano e armonizzano il funzionamento di una “macchina” perfetta: il corpo umano.

I neuroni ci danno un’idea del mondo esterno, ci aiutano a percepirlo per com’è e aggiustarlo per come vorremmo che diventasse.

Grazie a quest’esigua parte del corpo umano facciamo tutto ciò che facciamo: parlare, scrivere, camminare, respirare, pensare, creare e tutto il resto.

Un cervello, tre cervelli

Per farci un’idea della composizione e dell’evoluzione del nostro meraviglioso centro di comando andiamo a frugare, si fa per dire, più da vicino nei meandri della nostra materia grigia.

Scopriremo ben tre cervelli, invece che uno.

A scopo illustrativo, li chiamo:

  • cervello primario
  • cervello relazionale
  • cervello razionale

Vediamoli tutti e tre, brevemente.

Il cervello primario

Il cervello primario, conosciuto anche come cervello rettile è la parte più antica. Si stima sia una eredità del mondo rettile, quindi ce lo portiamo dentro da circa duecento milioni di anni.

Qui risiedono gli istinti primari come la conservazione della specie, la procreazione, la difesa del territorio, la predazione.

È lui il responsabile dell’accelerazione del polso e dell’aumento della pressione nel sangue mentre sta preparando il corpo all’attacco. Il cervello primario non ammette mezze misure: vuole tutto e subito.

È sempre questa parte antica del nostro cervello che ha bisogno di fidarsi. Si chiede: “Posso fidarmi di lui?” dove per lui si fa riferimento all’interlocutore e al suo messaggio sotto molteplici forme: e-mail, sito web, lettera ecc.

Aristotele avrebbe parlato di Ethos, in riferimento al cervello rettile, ovvero della credibilità che chi parla dovrebbe guadagnarsi prima di proseguire.

I tre cervelli: rettile, limbico, neocorteccia

Il cervello relazionale

A rimettere le cose nel giusto equilibrio ci pensa il cervello relazionale conosciuto anche come il cervello limbico. Da circa cento milioni di anni, da quando cioè, apparirono i primi mammiferi sulla Terra, è diventata la sede principale delle emozioni.

Qui germogliano i primi legami di attaccamento e la dipendenza affettiva su cui poggiano i rapporti tra genitori e figli.

È lui ad aiutarci a riconoscere il tono della voce delle persone a noi care. Ed è sempre lui a darci una mano per meglio districarci nel labirinto del non verbale e delle emozioni che leggiamo sul viso del nostro interlocutore.

Il timore, la paura, un principio di memoria tradotto in istinto di conservazione e l’istinto di fuga nascono, per così dire, nel cervello relazionale.

Tutte quelle trappole affettivo–relazionali del tipo “se gli altri non mi amano, allora non vado bene”, “sono felice se piaccio agli altri” “faccio cose perché il mondo mi apprezzi” nascono qui e fanno spesso ingenti danni.

Qui sbocciano, crescono e muoiono i legami che istauriamo con i nostri simili incontrati sui sentieri della vita.

Se pensiamo all’antico sistema retorico, Aristotele avrebbe identificato questa parte del cervello con il Pathos, ovvero lo strumento retorico attraverso cui l’oratore deve emozionare il pubblico con il suo discorso.

In questa parte del cervello, quindi, nascono le emozioni che governano il terzo cervello. Chi conosce questa dinamica può fare vere magie con la comunicazione.

Qui un esempio per tutti: lo spot Thank You Mom, targato P&C: lo spot è emozione pura, in un crescendo di commozione che fa brillare gli occhi e tirare un sospiro profondo.

Il cervello razionale

Infine, il cervello dell’uomo moderno conosciuto anche come la neocorteccia, da circa centomila anni ci ha resi esseri compiuti e civilizzati.

Se hai in mente qualche eccezione – e penso proprio che ne hai – è solo per confermare la regola. Tutto sommato il mondo, oggi, e noi, gli essere umani, siamo più evoluti e civilizzati rispetto ai tempi delle … caverne. 

La neocorteccia rappresenta circa l’85% del cervello ed è lì che prendono vita le associazioni di idee, le invenzioni, i sogni dei poeti, degli artisti, degli scienziati e degli innamorati.

Questa parte significativa del nostro centro di comando rappresenta la forza propulsiva che ci ha portati dalla caccia alla cucina, dalle caverne ai loft in cima ai grattacieli, dalla natura alla cultura.

E ancora: a lavarci con acqua calda da poche centinaia di anni, a guidare l’automobile, a fare le passeggiate nello spazio e a viaggiare dall’altra parte del mondo in poche ore o con qualche click.

Insomma, il cervello razionale o la neocorteccia è quella parte del cervello umano che ci ha portato al livello di sviluppo a cui siamo arrivati oggi.

È sempre il cervello razionale a distinguerci da tutto il restante regno animale.

Qui c’è un’intensa attività che consiste nell’elaborare le informazioni ricevute dai sensi e nel regolare le funzioni cognitive come il linguaggio, il pensiero, l’apprendimento, i ricordi e la capacità di decidere.

Ed è sempre qui che affiorano il mondo astratto, lo spirito di sacrificio, il sacro e il profano, l’etica e la morale, la capacità di risolvere i problemi o di ingarbugliarsi la vita, il pensiero ipotetico e quello logico.

E, naturalmente, i grandi interrogativi che ci tormentano, da sempre:

Chi siamo?

Da dove veniamo?

Dove andiamo?

Con il cervello razionale facciamo progetti e creiamo cose ed è questa più recente parte del cervello la più sensibile a fatti e numeri che diano una parvenza di logicità. A questo proposito, Aristotele che fu il primo a sistemare la triade retorica avrebbe parlato di Logos.

Non è ancora ben chiaro come il cervello riesca a contenere tutte le informazioni che gli arrivano ora per ora, giorno per giorno, anno per anno, per tutta la vita.

Sappiamo, invece, che la sua è un’attività frenetica, tra dati da immagazzinare, elaborare e ricordare.

A forza di processare una quantità inimmaginabile di informazioni, i tre cervelli non sempre comunicano bene tra di loro, per cui ogni tanto si può verificare il desiderio di prendere a sberle il capo incompetente, il guidatore dell’auto che ci precede o di andare in vacanza mesi prima delle ferie programmate.

In soccorso, per rimettere le cose nella giusta prospettiva, vengono la conoscenza, l’esperienza, la memoria, il ragionamento anche se non sempre e non necessariamente in questo ordine.

Insomma, a volte si possono verificare fraintendimenti tra i tre cervelli, tra ragione ed emozioni, tra emozioni e desideri, tra desideri e bisogni.

Eppure, il cervello nel suo complesso, sa tutto e comanda tutti e soprattutto sa quello che vogliamo fargli sapere.

Tiene conto dei dati più importanti da processare tra l’infinità di stimoli che gli arrivano: forme, colori, sapori, rumori, sentimenti, fantasie ed associazioni di idee.

Il centro di comando di tutto ciò che siamo, pensiamo e facciamo rappresenta il 2% del nostro peso corporeo, ma ha una potenza incredibile che spesso valorizziamo in parte oppure non valorizziamo affatto.

Non sempre, purtroppo, lo capiamo al momento e al posto giusto.

Certo è che più lo esploriamo e più lo usiamo, meglio ci conosciamo e più consapevoli diventiamo.

Di ciò che siamo, vogliamo e facciamo.

A presto,

Lucian

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