Crescita personale: come guidare la tua trasformazione
Ti capita di bofonchiare, di lamentarti, di farti prendere dall’autocommiserazione?
Se la risposta è no, passa ad un altro articolo di questo blog e leggi quello che più ti ispira per dare una svolta alla tua crescita personale e professionale.
Se, invece, la risposta è sì, continua a leggere.
Ti spiegherò come disfartene di queste abitudini limitanti, degne di un vero Omino Parlino 🙂
Ma prima vediamo chi è e come si comporta il nostro omino.
L’Omino Parlino
L’Omino Parlino se ne sbatte di ciò che dice, di come lo dice, di quando lo dice. Solitamente, ha un ego gigante dietro a cui a malapena si vede.
Bada il minimo indispensabile alla cura delle parole. Quando parla, raramente collega la bocca al cervello, il che lo fa dire spesso un sacco di sciocchezze, senza nemmeno rendersi conto.
Empatia, consapevolezza, ascolto sono parole estranee al suo modo di essere e fare.
L’Omino Parlino è una presenza molto più diffusa nella fauna umana di quanto si possa pensare. Si trova spesso in giro per la nostra quotidianità sociale, professionale o genitoriale.
È, insomma, una presenza ingombrante di cui meglio disfarsene.
Abituati ad ascoltare attentamente ciò che gli altri dicono, e cerca di penetrare il più possibile nell’animo di chi ti parla.
Marco Aurelio
Ok, si è capito che in tutti noi c’è un piccolo omino parlino, ma in alcuni di noi ce n’è uno, grande, grandissimo.
È, quindi, tempo di fare sul serio.
Riprendi le redini della tua crescita e guida la tua trasformazione personale in questi tre passi fondamentali.
3 passi per interazioni più sane
Inizia oggi stesso per far spazio nella tua vita a interazioni più sane, più consapevoli, più gratificanti.
Ecco, dunque, i tre passi che devi compiere quando scegli di disfartene della presenza poco gradita dell’Omino Parlino.
Il primo passo: consapevolezza
Di questa meravigliosa parola, ho trovato una bella definizione che ti invito a leggere.
Concretamente, i primi passi del primo passo inizi a farli quando ti poni come obiettivo di diventare più consapevole delle parole che scegli, del valore che puoi creare nella tua vita e nella vita degli altri quando privilegi quelle giuste, al momento giusto e nel contesto adatto.
Pià consapevolezza delle tue scelte linguistiche significa evitare le parole spigolose e valorizzare quelle morbidi, soffici e portatrici di luce.
Il secondo passo: assertività
Questo significa mettere mano sui tuoi atteggiamenti linguistici e sulle parole che scegli di usare nella tua quotidianità.
Quando inizi a prendere consapevolezza che le parole hanno un potere considerevole inizi a mettere in discussione le tue scelte linguistiche e orientarti verso quelle che esprimono un confronto sereno e costruttivo.
Esempi:
Parliamone …, Discutiamo …, Vediamo che cosa si può fare …
Qual è la tua opinione? …, Dimmi che cosa ne pensi …
Oltre all’aspetto linguistico dovrai intervenire sull’atteggiamento corporeo attraverso questi tre accorgimenti non verbali che ti aiuteranno a diventare più assertivo:
- contatto visivo diretto
- postura del corpo aperta e positiva
- espressione del viso sorridente
Trovi tutto spiegato per filo e per segno dalla psicologa sociale Amy Cuddy nel video qui sotto. Guardalo, ne vale veramente la pena.
L’assertività è il risultato di un esercizio di autodisciplina che richiede tempo e costanza per raggiungere l’unico posto dove l’eccellenza linguistica può splendere: in cima e in perfetto equilibrio tra i due estremi comunicativi: aggressivo e passivo.
Sia chiaro: l’unico che può guidare genuinamente il nostro percorso di crescita e trasformazione personale e professionale è lo stile di comunicazione assertivo.
Il terzo passo: la storia che ti racconti
Hai presente quel chiacchiericcio mentale che ti rimbomba in testa e che spesso si inventa motivi che non ci sono e scuse varie per giustificare parole, pensieri e atteggiamenti tipici dell’omino parlino?
È la storia che ci piace raccontare o, meno elegante ma più realistico, le seghe mentali (qui trovi un ottimo testo che ti consiglio di leggere) di cui ci riempiamo la testa.
Ecco, se ne sei affetto, metti mano sul tuo dialogo interiore responsabile delle balle galattiche che pullulano tra le tue sinapsi e dargli un raddrizzata.
Qui comando io potresti dirgli, al tuo dialogo interiore, che sia chiaro una volta per tutte. E puoi aggiungere: Da ora in poi dici quello che ti dico io di dire, intesi? 😊
Lavorare sul proprio dialogo interiore significa in sostanza ridimensionare il proprio ego.
Per il nostro cervello, il cambiamento e la trasformazione come tutte le cose nuove che deve apprendere sono percepiti come un rischio.
Se vogliamo cambiare e non ci riusciamo andiamo in pallone, se invece co riusciamo mettiamo in crisi le certezze che avevamo fino a quel momento.
Ecco l’Omino Parlino da oggi avrà giornate difficili se scegli di … mettere in riga il tuo dialogo interiore.
Rischia di estinguersi una volta per tutte, il ché farà solo bene alla tua comunicazione e alle tue relazioni.
Crescita e trasformazione, in poche parole
Quindi, da oggi stop ai lamenti, ai borbottìi e all’autocommiserazione e via libera alla crescita e alla trasformazione personale passo dopo passo in tre passi:
- maggiore consapevolezza sulle scelta delle parole
- più assertività nelle relazioni
- più attenzione alla storia che ti racconti
Ah, un’ultima cosa, prima di salutarti …
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Un abbraccio,
Lucian