Che cos’è e come gestire la rabbia
La rabbia è un’emozione fondamentale per la nostra sopravvivenza. È un cocktail ormonale fatto di adrenalina, noradrenalina e cortisolo che fornisce al nostro corpo l’energia necessaria per difenderci o, talvolta, per fuggire di fronte a un attacco o pericolo imminente.
La rabbia veglia a che tutto vada per il verso giusto. In caso contrario emerge e ci spinge a farci sentire. Denti digrignati, pugni serrati, occhi corrucciati, guance rosse e sguardo incandescente sono tra le più evidenti manifestazioni di questa potente emozione.
In funzione della minaccia percepita, il nostro corpo si attiva in automatico. Siamo pronti a difenderci: a combattere o a fuggire, uno stato d’anima ben conosciuto anche nella sua versione albionica: fight or flight.
La rabbia è quella sensazione che fa in modo che la tua bocca lavori più veloce della tua mente.
Evan Esar
Retorica, Filosofia, Sociologia, Psicologia, Psicolinguistica, tanto per citarne alcune, sono discipline che hanno dedicato in tempi lontani come in quelli più recenti notevoli energie e risorse per studiare l’emozione che ci fa dare in escandescenze.
Se cerchi rabbia sul motore di ricerca Google, ottieni in un batter di ciglia un numero impressionante di risultati.
Ad esempio, alla pubblicazione del post, a marzo 2019, quasi 18 milioni.
A una prima revisione dell’articolo a febbraio 2020, la stessa ricerca restituisce, a sorpresa, “solo” 17 milioni di risultati.
Tanti, comunque.
Pochi, tuttavia, in confronto ai risultati ottenuti ad aprile 2023, quasi 22 milioni, in occasione della seconda revisione.
Allo studio della rabbia, anche Marshall B. Rosenberg ha dedicato molto tempo ed energie e il suo bel libro Le parole sono finestre (oppure muri) ne é il risultato. E se non lo hai ancora fatto, ti consiglio vivamente la lettura di questo classico sulla comunicazione non violenta.
Chi prendiamo di mira, con la nostra ira
Il tema della rabbia è strettamente legato alla capacità di guardare alle nostre azioni con realismo. E, cosa ancora più difficile, sollevare il nostro interlocutore da qualsiasi responsabilità in relazione alla nostra ira.
Lui / Lei ha fatto questo e mi sono arrabbiato.
Se non fai quello mi arrabbio.
Sono arrabbiato per quello che ha fatto.
Queste sono alcune delle frasi ricorrenti che pronunciamo quando ci accaldiamo.
Anziché focalizzarci su ciò che sentiamo, sui sentimenti che proviamo, rivolgiamo – sbagliando, ben intesi – tutta la nostra attenzione a ciò che gli altri pensano, fanno e dicono.
Dietro al veleno che ci invade l’anima ci sono sentimenti incompresi, non espressi, non ascoltati: di frustrazione e di bisogni non soddisfatti.
Per prendere piena consapevolezza dei nostri sentimenti di collera è necessario trovare il tempo e il coraggio di guardarsi dentro, con distacco, e mettere in parole il fuoco che ci prosciuga.
Poi tornare in noi, al più presto possibile. Fare un respiro profondo, stare un momento in silenzio, e solo dopo parlare.
Più lungo è il distacco temporale tra la furia che ci invade dentro e il momento in cui scegliamo di reagire, meglio è. Aspettate che i nuvoloni della collera si disperdano prima di intraprendere qualsiasi azione.
La rabbia, di cosa si nutre
La rabbia si nutre di sensi di colpa, di comportamenti negativi indotti, di frustrazione repressa, di giudizi espressi dai Mister & Lady Sapientone di turno: quelli convinti di conoscere il mondo a menadito e per questo in dovere di appiccicare etichette e di emettere giudizi su persone, cose, situazioni e contesti.
Tuttavia, non è il comportamento discorsivo dell’altra persona che causa in noi sentimenti forti come l’ira, ma l’incapacità di soddisfare il nostro bisogno di essere compresi.
L’essenza della rabbia è un bisogno non soddisfatto e questo fuoco che brucia dentro prosciuga le nostre energie vitali.
Beh, diciamolo: a provocare la rabbia non è tanto ciò che fa l’altra persona, ma l’interpretazione che diamo a ciò che ci viene detto, alle informazioni che riceviamo, alle immagini che ci creiamo nella propria mente.
Se scelgo metaforicamente di versarmi una bottiglia d’olio dalla testa ai piedi per farmi scivolare le cattiverie che sento in giro, riesco a conservare e indirizzare le mie energie vitali a obiettivi, progetti e interessi che davvero meritano.
Tieni a mente che raramente un essere umano mostra apertura e ascolto se lo si scambia per un secchio in cui versare violentemente la collera che coviamo dentro, pronunciando parole e creando immagini che implicano che lui è in torto. La storia del mostro che cresceva con la rabbia, raccontata dallo psicologo Lucca Mazzucchelli, ne è un bel esempio.
La rabbia nasce dai giudizi, dalle etichette, dai pensieri di biasimo, dai preconcetti su quello che le persone dovrebbero fare o meriterebbero di ricevere.
Per domare il fuoco che ci consuma dentro abbiamo bisogno di prendere piena consapevolezza delle nostre emozioni, fare un respiro profondo, prendersi del tempo prima di parlare o non parlare affatto, quando le fiamme della rabbia divampano.
A volte saper mordersi la lingua, anche.
Del resto, i giudizi sugli altri contribuiscono a stimolare le profezie che si realizzano.
Se il mondo è cattivo, avido, irresponsabile, bugiardo, imbroglione, ingiusto, inquinante è perché scelgo di vederlo attraverso un determinato “paio di occhiali”. Quando, invece, cambio “gli occhiali”, cambio la prospettiva: il mondo può essere bello, sorridente, luminoso, pieno di opportunità, di sorprese, di scoperte. Pieno di luce e speranza.
3 passi per spegnere il fuoco dentro
Vogliamo spegnere il fuoco che abbiamo dentro?
Impariamo ad andare a piccoli passi:
- il primo gradino consiste nel sollevare gli altri dalla responsabilità della nostra rabbia
- il secondo smettere di incolpare noi e gli altri
- Il terzo: smettere di punire mentalmente noi stessi e chi ci sta attorno
Invece, facciamo brillare la luce della consapevolezza sule nostre emozioni e sui nostri bisogni. Esprimiamoli con garbo, con ottimismo, con positività. Con rispetto nei confronti della nostra persona e della persona a cui ci rivolgiamo.
È molto più probabile che vengano soddisfatti.
Cosa fare quando divampa dentro, il fuoco della rabbia
Se anche a te è capitato di sentire l’anima in fiamme, di seguito 5 semplici strategie da applicare tutte le volte che divampa dentro, il fuoco della rabbia:
Respira
Ferma tutto e fai un respiro profondo e, se necessario, anche più di uno.
Agisci
Controlla la reazione, scegli di agire invece che reagire: bonifica la tua mente da giudizi, colpe ed etichette.
Scegli
Scegli di esprimere senza foga i tuoi bisogni, invece che reprimerli.
Ascolta
Stai dentro l’interazione verbale e ascolta attivamente il tuo interlocutore.
Esci
Esci, cammina e riempiti di vita: scegli il distacco dalla situazione incendiaria.
Dopotutto, il Mondo, checché si dica, è incantevole.
Un abbraccio,
Lucian
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