Accontentarsi: come e perché

Aggiornato: 31 Marzo 2023

Accontentarsi: come e perché

Come accontentarsi, e perché

In questo articolo scopriamo come e perché accontentarsi può essere perfino più gratificante del sentirsi felici.

Spoiler: a lettura terminata, troverai una sorpresa. Continua a leggere con attenzione per riceverla 😉

Una storiella

Iniziamo con un bel racconto.

Un giorno, un uomo onesto vide scappare il suo cavallo.

Che sfortuna! – commentarono tutti.

Chissà! – replicò l’uomo.

Presto il cavalo tornò, accompagnato da altri cavalli di razza.

Che fortuna! – commentarono tutti.

Chissà! – rispose l’uomo.

Pochi giorni dopo, il figlio si ruppe una gamba cadendo da uno dei cavalli di razza.

Che sfortuna! – dissero tutti.

Chissà! – replicò l’uomo.

E quando l’esercito convocò tutti i giovani della zona per combattere in guerra, il ragazzo fu esonerato.

Che fortuna! – sostennero tutti.

Chissà!

Come va la vita

Questa pillola di saggezza – fortuna nella sfortuna e sfortuna nella fortuna – è raccontata nel libro La scienza della contentezza. Come raggiungerla e perché conviene più della felicità, scritto dalla giornalista scientifica tedesca Christina Berndt.

Come puoi intuire, rappresenta metaforicamente l’andamento di una vita umana: più vicino a un grafico finanziario che a un mare calmo.

Spesso non possiamo prevedere come andranno le cose: una situazione che all’inizio sembra promettente può rivelarsi fonte di delusione, mentre una situazione apparentemente disperata può invece tradursi in un’opportunità inattesa.

Quelli che non sanno cambiare la propria mente non possono cambiare nient’altro.

George Bernard Shaw

Accontentarsi

In un contesto incerto, essere in grado di ridimensionare aspettative e delusioni ci avvicina a uno stato d’animo che l’autrice ritiene più importante della felicità: la contentezza.

La contentezza è quel benessere interiore che sentiamo quando svolgiamo compiti in linea con le nostre capacità, ma che richiedono comunque un certo sforzo.

Contribuisce in maniera significativa al nostro senso di contentezza: la fiducia in ciò che facciamo e perché lo facciamo, l’entusiasmo con cui affrontiamo la quotidianità, la capacità di amare noi stessi e l’altro, la curiosità e la gratitudine.

Ricevere regali o dondolarsi pigri sull’amaca è molto piacevole, ma più piacevole ancora è fare qualcosa che richiede l’adeguato impiego delle nostre capacità: professionali, fisiche, emotive.

Euforia e serenità

A differenza della felicità che ci rende euforici, la contentezza ci rende sereni e ci fa sentire in pace con noi stessi, afferma l’autrice.

Felici o contenti, this is the question

Accettare di ridimensionare aspettative e delusioni non significa accontentarsi di tutto e comunque.

A dire il vero, nella primavera della vita il ridimensionamento è quasi impossibile. Troppo entusiasmo e voglia di fare (e anche di sbagliare), di provare ed esplorare perché possiamo accettare di accontentarci.

Andando avanti, invece, verso l’estate e l’autunno della vita si è più propensi a rivedere le proprie esigenze, adeguarle al presente e accettare che, sì, ci sono anche cose splendide, ma irraggiungibili.

Flow, che cos’è

Ti è capitato di essere assorto da un’attività e perdere la cognizione del tempo?

È ciò che in gergo specialistico viene chiamato flow: una piacevole sensazione di abbandono in cui ci si dedica completamente a quanto si sta facendo. Questo è lo stato d’animo più vicino a ciò che possiamo definire contentezza.

Il benessere soggettivo è più alto se percepiamo un senso diffuso di soddisfazione nella nostra vita.

Siamo contenti se i nostri stati d’animo positivi superano complessivamente quelli negativi: se proviamo più spesso gioia che senso di colpa, più affetto che rabbia, più entusiasmo che vergogna.

Felici o contenti, this is the question

Allora, quando bisogna chiedersi: sono felice? E quando: sono contento?

Non credo esistano risposte univoche. Ognuno può porsi questa domanda nel momento che ritiene più opportuno.

Decisamente non durante una tempesta emotiva che altera significativamente il modo in cui percepiamo la realtà.

La risposta è la personale opinione su se stesso e sulla propria esistenza ed è il parametro fondamentale per valutare il livello di benessere soggettivo.

Nel libro, ho trovato di ispirazione questa frase che ti lascio di seguito:

La contentezza nasce dal profondo e ha anche a che fare con la ragione. Emerge quando si apprezzano i piccoli momenti lieti della vita e quando si guarda ai grandi progetti con occhio benevolo ma distaccato dandosi da fare per concretizzare i sogni realizzabili.

 

Non c’è spazio per pigrizia e indolenza.

 

La contentezza è una forma di pace interiore, una pace dell’anima.

Sono insegnamenti di natura filosofica confermati dalla ricerca scientifica contemporanea.

Quanto sei contento

Per misurare il tuo livello di contentezza, ho preparato un breve questionario: dieci domande a cui potrai rispondere per scoprire se sei molto, mediamente o per niente soddisfatto.

Clicca qui per scaricare il questionario Quanto Sei Contento?

Sii onesto nelle tue risposte, niente fandonie, eh 😉

Fammi sapere com’è andata, scrivimi a ciao@lucianberescu.it.

By the way …

Se vuoi approfondire, la mia newsletter settimanale può esserti di ispirazione: ogni martedì mattina condivido spunti, stimoli e strategie sui temi della crescita e della trasformazione personale e professionale.

Inserisci il tuo indirizzo e-mail nel form qui sotto e iscriviti adesso, avrai accesso immediato a tutte le chicche riservate ai soli iscritti.

A presto,

Lucian Berescu

Leggi anche questi articoli

Rimani aggiornato sulla formazione linguistica per la tua crescita personale e professionale

Access Premium Content

Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem accusantium doloremque

Unisciti alla nostra newsletter settimanale gratuita

Ispirazione, stimoli e strategie: ogni martedì mattina direttamente nella tua casella e-mail.

Follow Us

Sed ut perspiciatis unde omnis iste natus error sit voluptatem accusantium doloremque