Uomini da prendere come esempio, chi sono
Questo è un post dedicato agli 8 uomini che da un punto di vista intellettuale mi hanno accompagnato e guidato in diversi momenti della mia vita.
Da loro ho tratto ispirazione nel mio percorso di crescita e trasformazione personale e professionale.
Che parità di genere sarebbe senza un post sugli uomini da prendere come esempio dopo aver pubblicato un articolo su 8 stimate donne da prendere come esempio?
Ecco, allora, parità ristabilità 🙂
Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano.
Proverbio africano
Uomini che ispirano
Iniziamo senza altri induggi.
Jay Heinrichs
Siamo negli States e lui è Jay Heinrichs, simpatico giornalista dimissionario nordamericano che nella retorica ha trovato tutto ciò che occorre non solo per avere l’ultima parola, ma anche per aumentare le vendite e salvare il mondo.
Ne parla diffusamente nel suo Thank You for Arguing (2023: edizione aggiornata in italiano, dal titolo Mi hai convinto). Con questo titolo è entrato dritto nell mio cuore e lì ci è rimasto. Dopo la lettura del suo libro, ho dato un nuovo senso alla retorica, ponendola dove merita di stare: alle fondamenta della comunicazione efficace con gli altri e, soprattutto, con con se stessi.
Rimaniamo negli States per incontrare un … australiano. Credo che chiunque lavori o abbia lavorato in mass media lo conosca. Lo ammira o lo invidia. O tutti e due, insieme.
Rupert Murdock
Lo definiscono l’imperatore dell’informazione. Parlo di Rupert Murdock, nato l’11 marzo del 1931, la mente e l’anima della News Corp e uno dei più potenti uomini sul pianeta. Alcuni dicono di lui che è ingegnoso, pragmatico, determinato. Altri sostengono che è cinico, despotico e … lontano dall’essere un santo.
Tutti, tuttavia, concordano sul fatto che ha scritto e riscritto la storia del giornalismo tra i due millenni. Prova a fare un incursione Nella mente di Rupert Murdoch e scoprirai molti dei segreti dell’uomo che semplicemente tutti amano … odiare.
Barack Obama
Sempre negli Stati Uniti ho l’onore di presentarti uno dei più illustri oratori viventi, colui che per otto anni fu inquilino della Casa Bianca: Barack Obama.
Il quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti è stato per me e per molti altri un illustre esempio di impeccabile oratoria. Su di lui scrissi Come farcela, quando era ancora presidente, parafrasando il suo primo slogan elettorale: Yes, we can.
Obama è stato per l’America e per il mondo intero un leader carismatico, passionale, visionario. Per la sua capacità di coinvolgere l’uditorio con i suoi discorsi è stato definito il più grande oratore della sua generazione.
L’oratoria, del resto, è di casa nella famiglia Obama: anche sua moglie, Michelle, ha dimostrato di saperci fare con le parole. Questo applauditissimo discorso ne è la prova.
Alain de Botton
Attraversiamo l’Atlantico e andiamo in Inghilterra dove ha la sede The School of Life, tra cui ideatori c’è uno dei miei scrittori preferiti Alain de Botton. Il primo incontro con lui risale a più di dieci anni fa quando comprai L’arte di viaggiare in una libreria e solo perché attratto dal titolo. È stata una lettura che sentii come troppo lenta.
Con la stessa lentezza mi guidò e mi fece conoscere qualche anno più tardi Le consolazioni della filosofia un libro con cui si è guadagnato la mia ammirazione per sempre. Questo raffinato voyeur dell’animo passò anche dai palchi TED dove tenne uno speech dal titolo Una filosofia del successo, più amichevole e gentile, molto applaudito.
Olivier Reboul
Olivier Reboul, invece, è stato un dotto prof d’Oltralpe che scoprii per caso nell’autunno del 2014, durante le mie ricerche per la stesura del post intitolato L’arte del discorso efficace. Era francese e parlava di retorica, e questo bastò per farmi andare in biblioteca e prendere in prestito il suo libro Introduzione alla retorica. Lo lessi d’un fiato, ne presi un mucchio di appunti e fui folgorato da una frase diventata un caposaldo dei miei scritti:
Non si dà cultura senza una formazione retorica e imparare l’arte del DIRE significa già imparare a ESSERE.
Olivier Reboul
Le sue parole mi arrivarono dritto al cuore e mi fecero parecchio riflettere su ciò che chiamo abitualmente il Chilometro 0 della Comunicazione e l’arte del parlare con arte.
Ma il Chilometro 0 della Comunicazione, dove si trova precisamente?
Per trovare la risposta bisogna andare indietro nel tempo fino a un imprecisato anno del IV secolo a.C.
A quell’epoca, nella Grecia delle agore cittadine, viveva un certo Aristotele che per primo sistemò la retorica e le diede poi il lustro di cui tuttora gode, in ambienti decisamente più selettivi.
Simon Lancaster
Sul perché di questo, ti suggerisco di guardare la strepitosa conferenza TED dal titolo Speak like a leader tenuta a Verona nel 2016 da uno dei maggiori speechwriter a livello mondiale: Simon Lancaster, un altro uomo da cui prendere esempio ed ispirazione.
Simon Lancaster è anche l’autore di uno dei migliori libri sulla regina delle figure retoriche: la metafora. È uscito nel 2018 con il titolo You Are Not Human, How Words Kill.
Insomma, è chiaro adesso perché ritengo la retorica l’autentico Chilometro 0 della Comunicazione, indiscusso punto di partenza per scalare le vette della crescita e della trasformazione personale e professionale.
Antonio Caprarica
Arriviamo a casa nostra, dove ho il piacere di presentarti Antonio Caprarica, stimato per le sue cravatte e apprezzato per i suoi libri.
Ho trovato i suoi testi impegnativi e stimolanti allo stesso tempo. Il registro aulico che utilizza con ammirevole disinvoltura mi spinse a leggere i suoi libri con il dizionario italiano tra le mani.
Lessi il suo primo libro nel lontano 2006, a quattro anni dal mio arrivo in Italia: Dio ci salvi dagli inglesi … o no!? Una bella sfida che riuscii a superare con l’aiuto de Lo Zingarelli regalatomi da mia sorella cinque anni prima, nell’inverno del 2001, da poco arrivato nel Belpaese e incapace di spiccicare una parola in italiano.
Il suo libro mi fece capire per bene che di italiano capivo ancora poco nonostante la laurea triennale in Mediazione Linguistica per le Imprese e il Turismo all’Università di Trento. E nonostante avessi iniziato sempre nel 2006 la laurea magistrale in Scienze Linguistiche per le Imprese, la Comunicazione Internazionale e il Turismo allo stesso ateneo.
Quella che piano piano, parola dopo parola, stava per diventare la mia seconda madrelingua aveva ancora tanto da farmi scoprire.
Sebbene io non possieda una certificazione linguistica in lingua italiana e non abbia mai fatto un corso di lingua per stranieri, continuai e continuo a studiare con diligenza la lingua di Dante.
Fonti di elevato tenore linguistico come i libri di Caprarica sono mana dal cielo per chi vuole cimentarsi con le sottigliezze della lingua italiana.
Caprarica si conquistò un posto nel mio cuore di nuovo lettore italiano per la sua scrittura garbata e (auto)ironica. Il suo stile conciso è palesemente giornalistico: ricco di informazioni, storie, aneddoti e curiosità che fanno dei suoi libri inconfondibili reportage culturali.
Le deliziose raffinatezze linguistiche che usa nei suoi libri diletta chiunque ami le parole. Come dice lui stesso in un altro suo libro: La classe non è acqua.
I libri di questo fine saggista di casa nostra sono stati uno stimolo in più per scoprire a passo ancora più spedito la lingua italiana e poter così esplorare sconosciuti significati lessicali, storici e culturali della mia nuova patria.
Lucian Boia
Infine, torniamo alle origini, in Romania. Non è solo per l’omonimia dei nostri nomi che ti presento Lucian Boia, ma anche per l’impatto significativo che ha avuto sul mio pensiero.
Boia vive e lavora a Bucarest, è uno storico e rispettato prof universitario, oltre che un prolifico e controverso scrittore.
Il nostro “incontro” risale al 2009, quando per preparare la tesi di laurea magistrale scelsi di leggere in lingua francese La Roumanie: un pays à la frontière de l’Europe. Lui mi ha fatto rivedere in una nuova luce gran parte della storia del mio Paese che avevo imparato prima del 1989.
In Italia è ancora poco conosciuto. Qualche anno fa apparve questo articolo in occasione della pubblicazione de La fine dell’Occidente, il suo primo libro tradotto in italiano.
Par condicio, ora
Par condicio, ora: 8 illustre e stimate donne, 8 illustri e stimati uomini 🙂
Per 8 stimate donne da prendere come esempio a cui avevo reso omaggio in occasione della Festa della Donna, ci sono adesso 8 illustri uomini a cui porgo un sincero ringraziamento.
In parte casuali, in parte frutto della mia curiosità, gli incontri con loro, donne e uomini da cui trarre ispirazione, sono stati episodi felici della mia storia personale in momenti diversi e su diversi sentieri della vita.
Nelle loro opere e nelle loro vite ho trovato ispirazione e motivazione per andare avanti con ancora più determinazione, nonostante tutto, nonostante tutti.
Ho ripreso tutto daccapo in Italia, la mia nuova patria e ho scelto di ricrearmi dalle fondamenta.
È un’ardua impresa resa più dolce, tra le altre poche cose, da questi incontri intelletuali che hanno segnato il mio percorso di crescita e trasformazione nella cultura italiana, di accoglienza.
By tye way … 🙂
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Al prossimo articolo,
Lucian
Foto dall’archivio personale